mercoledì 6 gennaio 2016

SOTTO IL GRANDE CIELO DI Judith Ivory



Judith Ivory è un'autrice che mi aveva colpito molto con il precedente romanzo che avevo letto, LIBERA IL MIO CUORE, che rivelava una scrittura attenta, lirica, piacevole e allo stesso tempo poetica. La differenza tra il suo stile ed altre autrice appare evidente e anche questo particolare emerge in #SOTTO IL GRANDE CIELO. La scrittura da sé però non è sufficiente e questo volume presenta innegabili alti e bassi.


La storia, malgrado la copertina italiana ci faccia pensare al Texas (da dove proviene il protagonista), ha un'ambientazione britannica. Siamo sul finire dell'ottocento e Lydia Bedford-Browne, figlia dell'influente visconte Wendt, è stata allevata sotto una campana di vetro, come è proprio per una signorina della sua classe. Affezionata alla sua cameriera personale, che è convolata a giuste nozze con il suo fidanzato, Lydia compie un gesto quasi di ribellione: decide di partecipare al matrimonio e poi di viaggiare da sola fino alla città più vicina, in modo da dare alla ragazza il tempo di vivere la sua luna di miele.


La diligenza su cui viaggia ha solo un altro passeggero: un americano ubriaco e pesto, Sam Cody, un cowboy appena lasciato dalla sua fidanzata. Sam e Lydia appartengono a due mondi completamente diversi, quando un incidente con la carrozza (che sprofonda letteralmente in un pantano) li lascerà soli nell'immensa brughiera, lontani dal contatto con la civiltà, immersi nella natura e sotto il fatidico grande cielo dell'Inghilterra.


Costretti a sopravvivere, tra i due divamperà la passione e poi l'amore che dureranno fino al ritrovamento e alla seguente separazione con ognuno di loro che tornerà al proprio mondo, almeno fino a quando a casa di Lydia non sarà invitato l'ambasciatore americano e le carte in tavola saranno nuovamente stravolte.


Pur avendo apprezzato molto la scrittura della Ivory, che resta sempre impeccabile, ho trovato questa storia meno interessante dell'altra. Sam Cody è un personaggio piacevole, anche se in qualche modo insicuro ed indeciso (un po' ragazzino anche se tenero e adorabile come sanno essere alcuni uomini), in bilico tra la vita del passato ed il futuro. Il modo in cui si invaghisce di Lydia, dopo che ci ha raccontato dei vari matrimoni non conclusi, un po' ci intimorisce perché appare incostante, ma proseguendo con la storia sembra sinceramente preso dalla ragazza.


Il personaggio che ho avuto più difficoltà ad apprezzare è proprio Lydia, che da un lato ci viene presentata come una ragazzina ben educata, fragile, frutto della sua epoca, pur appassionata e piena di slanci, ma dall'altro lato i suoi difetti sono tali da renderla non sempre piacevole. Basti pensare al modo in cui prima si concede a Sam e poi lo scarica, con il ritorno alla civiltà. Lui vorrebbe vederla, corteggiarla come si deve e lei lo liquida dicendo che è fuori posto nel salotto di sua madre, che nessuno accetterebbe un cowboy come pretendente. Diverso sarà il discorso quando ricomparirà non più nelle vesti di un povero vaccaio.


La prima parte è decisamente superiore alla seconda, molto più emozionante con loro due esposti ai pericoli della natura, in questo paesaggio suggestivo, immerso nella nebbia, sotto l'immenso cielo britannico. La seconda parte, malgrado la presenza di più personaggi, non mi ha coinvolto come la prima, anche perché Lydia che si muove nella buona società, pensando a trovare un marito adatto (senza considerare che per i canoni morali dell'epoca lei era comunque una ragazza "rovinata") mi è sembrato un po' tirata ed insicura.


Nel complesso resta comunque interessante, una lettura piacevole, anche se non sicuramente una delle migliori.

VOTO: 5 1/2

Nessun commento:

Posta un commento