domenica 16 aprile 2017

Capricci di una gentildonna di Nicola Cornick


L'ultimo capitolo della trilogia LE SPOSE DI FORTUNE'S FOLLY è dedicata al personaggio di Lizzie Scarlet, che avevamo già incontrato nei precedenti due romanzi e che aveva dimostrato tutta la sua indole ribelle. Che avesse un caratterino piuttosto irrequieto era parso chiaro fin dal principio, in quanto anche la trovata del furto del vestito da sposa (che da il via a tutte le vicissitudini della sua amica Alice ne SCANDALO NELL'ALTA SOCIETA') erano frutto delle trovate geniali di Lizzie.


Tra le tre spose di Fortune's Folly, confesso che Lizzie è quella che mi sembra più immatura di tutte ed ho fatto più fatica ad entrare in empatia con lei, malgrado la sua trovata iniziale, che innesca tutto il racconto, era proprio quello che nella trama mi ha portato a questa serie. Fin dal principio, infatti, mentre Laura lottava per celare i suoi segreti all'amore della sua vita, Alice cercava di non sottomettersi agli impulsi del cuore difronte ad un abile giocatore come Miles, e mille delitti avevano luogo insieme agli scandali in questa variopinta cittadina dello Yorkshire, tutte noi ci rendiamo conto che la piccola e viziata Lizzie Scarlet è innamorata persa di Nat Waterhouse, altro cacciatore di dote, amico di Miles e Dexter, ma deciso a convolare a giuste nozze con la bella e ricca ereditiera di turno, ovvero Flora Minchin.


Anche se Lizzie è bella e ricca, e da sempre chiede il suo aiuto per risolvere i suoi problemi, Nat non ha mai considerato la possibilità di sposare lei per risolvere le sue difficoltà economiche, perché tra i due, malgrado l'affetto e l'amicizia, c'è una tensione sotterranea che scorre tumultuosa, frutto di un'attrazione mai espressa chiaramente. La sera prima delle nozze, quando la ragazza gli manda un messaggio per attirarlo in una costruzione della sua proprietà, Nat non si ferma troppo a riflettere e la raggiunge come sempre, per ritrovarsi rinchiuso con Lizzie che gli dice che gli impedirà di commettere una follia, come quella di sposare una donna noiosa come Flora. Un vero e proprio sequestro di persona che accenderà però la fiamma della passione e che capovolgerà tutti i rapporti costruiti fino a quel momento.


Nat è ricattato dal malvagio di turno, una nostra vecchia conoscenza, che minaccia di rivelare a tutti un oscuro segreto su Celeste, la sorella dell'uomo. Per poter pagare le quote frequenti richieste dal ricattatore, lui è pronto a tutto, anche a sposare una donna come Flora che non suscita in lui nessun sentimento. Quando però finisce per compromettere Lizzie, Nat cambia i suoi piani e comincia a valutare l'idea che Lizzie sia la persona giusta da portare all'altare. Peccato che lei abbia idee ben diversi in merito. Inizia la solita girandola di tentativi da parte di lui per costringerla a sposarlo.


Se con Laura, Dexter mi aveva completamente convinto, con un suo miscuglio di turbamento, di desiderio di correttezza e controllo e una passionalità innegabile, e Miles con la sua aria da mascalzone ricattatore era riuscito a controbilanciare il solito alone di scandalo che al secondo giro risultava un po' forzato, Lizzie e Nat sono quelli che mi hanno convinto di meno, pur non dispiacendoli l'idea che era alla base.


Lizzie è troppo immatura come personaggio. Passa dal desiderio di fermare il matrimonio di Nat (senza ammettere di amarlo), ai colpi di testa durante il matrimonio solo per ferirlo, basti pensare alla famosa cavalcata alla Lady Godiva, che probabilmente l'autrice ci regala frutto del suo background storico e non di una visione ripetuta di una puntata di STREGHE (e gli amanti di questa serie capiranno a cosa alludo!).


Alla fine ho provato più simpatia per la piccola e rifiutata Flora, che accoglie quasi con un sospiro di sollievo la rottura del fidanzamento da parte di Nat la mattina delle nozze. La sua infatuazione e poi l'innamoramento per Lowell Lister, il fratello contadino di Alice, mi ha incuriosito e onestamente mi dispiace che non gli sia stato dato più spazio. Di solito non mi capita mai con le storie secondarie, nel senso che quella principale è quella che cattura la mia attenzione. Quando piccoli personaggi di contorno prendono il sopravvento, soprattutto in un romanzo come questo dove la coppia degli amanti è fisiologicamente principale, a mio parere c'è qualcosa che non funziona, o è una questione di gusto.


La trilogia si conclude con il solito trionfo dell'amore, l'eliminazione della tassa delle dame e con la soluzione dell'ennesimo caso di omicidio. Confesso che la commistione da parte della Cornick di più elementi in un suo romanzo, un contesto storico trattato in maniera più ingenua, sono gli elementi di forza di quest'autrice, che merita sicuramente di essere approfondita. Poi una trama ed il racconto di un amore possono convincere o meno in base a criteri assolutamente soggettivi, in quanto l'immedesimazione coinvolge una sfera molto intima e personale, ma nel complesso ci sono elementi ben inseriti e trattati che meritano un approfondimento.

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