D'AMORE E D'OMBRA DI ISABEL ALLENDE
Ci sono autrici che si incontrano in un momento particolare della propria vita e in qualche modo nasce come una forma di strana amicizia che ci accompagna nel corso degli anni. Ero poco più di una ragazzina e mi ero infatuata di un film, LA CASA DEGLI SPIRITI, portato sugli schermi nei primissimi anni novanta. Me ne invaghì in maniera segreta e inconfessata, ma le persone che mi erano accanto mi conoscevamo alquanto bene e così per Natale mi regalarono il romanzo da cui era tratto, frutto di una penna a me sconosciuta, destinata a rimanere con me.
Ero solo una ragazzina di quindici anni che a differenza di Clara Del Valle (l'affascinante ed intensa protagonista) non aveva la facoltà di prevedere il futuro e ignoravo che la letteratura latino americana sarebbe entrata prepotente nella mia vita, come tutto il mondo di lingua spagnola, ma qualcosa mi affascinò e quell'incanto è rimasto in qualche modo con me.
LA CASA DEGLI SPIRITI, che poi comprai anche in spagnolo anni dopo, è stato il mio primo incontro con Isabel Allende, a cui sono seguiti poi tantissimi altri suoi romanzi che oggi arricchiscono gli scaffali della mia libreria e che a volte mi compiaccio di rileggere. La Allende è un'autrice superba che sa usare le parole per entrare nei sentimenti dei personaggi, nel ridare loro vita e nel farli emergere dalla pagina. Tra tutti i suoi lavoro, un posto particolare nel mio cuore è occupato da D'AMORE E D'OMBRA, romanzo del 1984, scritto durante il tempo del suo esilio in Venezuala, da me scoperto molti anni dopo.
D'AMORE E D'OMBRA racconta la storia di Francisco e di Irene, due giovani che vivono la loro quotidianità nel Cile di Pinochet. Francisco è uno psicologo che, non trovando lavoro, si è adattato a fare il fotografo per i giornali, sfruttando una sua passione di sempre. Irene è figlia di una potente famiglia aristocratica, caduta in disgrazia. Mentre la madre Beatriz ha trasformato parte della villa di famiglia in un centro per anziani, Irene lavora come giornalista ed è fidanzata con il Generale Gustavo Morante.
Nella vita di Irene tutti hanno sempre cercato di proteggerla dalla violenza della realtà che li circonda, fin da quando suo padre ha abbandonato la famiglia per farsi un'altra vita. L'arrivo di Francisco nella sua esistenza segnerà una scolta fondamentale perché finirà per squarciare il velo che la divide dal mondo e stravolgerà per sempre anche il suo cuore.
Tutto si mette in movimento un giorno quando i due si recano in un paesino dove si racconta che ci sia una ragazza con poteri taumaturgici. Si tratta di Evangelina Ranquileo, affetta da crisi epilettiche che nessuno ha saputo spiegare e che la mentalità popolana ha finito per ammantare di storie pittoresche e piene di speranza. Durante una crisi della ragazza, intervengono i soldati ed Evangelina finisce per colpire ed umiliare uno di loro. Poco dopo qualcuno porterà via la giovane facendone perdere le tracce.
Francisco ed Irene cominciano ad indagare, mentre il legame tra di loro si rafforza sempre di più. Cercando Evangelina Ranquileo, l'orrore della dittatura si svela in tutta la sua violenza e ferocia, risvegliando Irene da quel mondo incantato in cui aveva vissuto come la Bella Addormentata e solo la determinazione e l'amore di Francisco riusciranno a salvarla quando quella stessa realtà allungherà i suoi tentacoli su di lei, cercando di colpirla.
Questo romanzo fu una era e propria rivelazione quando lo scoprì perché mi mostrò come il racconto di un amore appassionato, sincero, totale potesse anche associarsi a temi impegnati e ricchi di significato. Attraverso il personaggio di Francisco Leal, protagonista dolce, attento al bisogno del prossimo, appassionato, senza essere violento, si compie un viaggio introspettivo nei sentimenti, ma anche nei lati oscuri della natura umana.
Bellissimi i ritratti dei vari personaggi, come i membri della sua famiglia, rifugiati spagnoli che si erano sottratti alle grinfie della dittatura franchista per poi essere raggiunti da altri orrori, o lo splendido Mario, ritratto di un parrucchiere omosessuale assolutamente raffinato, elegante, lontano dai cliché, pronto ad aiutare quelli che hanno bisogno di un aiuto, o Gustavo Morante, il fidanzato di Irene, generale dell'esercito, onesto, fedele, quella parte sana dello stato che malgrado le tenebre continua ad esistere.
La Allende con la sua abile penna riesce a descrivere un mondo ammantato di ombre in cui incredibilmente riesce a sbocciare l'amore, come unica luce di speranza. Innegabilmente l'ultima parte è quella che ti trascina via, straziandoti il cuore, riempendo il cuore del lettore di dolore per l'addio e di speranza per il futuro. Decisamente uno dei miei romanzi preferiti.
FRASI TRATTE DAL ROMANZO
Questa è la storia di una donna e di un uomo che si amarono in pienezza, evitando così un'esistenza banale. L'ho serbata nella memoria affinché il tempo non la sciupasse ed è solo ora, nelle notti silenziose di questo luogo, che posso infine raccontarla. Lo farò per quell'uomo e quella donna che mi confidarono le loro vite dicendo: prendi, scrivi, affinché non lo cancelli il vento.
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Era capace di trasformare una donna dall'aspetto insignificante, valendosi della cornice di una chioma vaporosa e dell'artificio dei cosmetici sapientemente combinati, ma, soprattutto, riusciva a dare a ognuna la sicurezza del proprio fascino, perché in ultima istanza la bellezza altro non è che un atteggiamento.
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L'umanità deve vivere in un mondo unito, dove si mescolino le razze, le lingue, i costumi e i sogni di tutti gli uomini. Il nazionalismo ripugna alla ragione. In nulla beneficia i popoli. Serve solo affinché in suo nome si commettano i peggiori abusi.
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Francisco l'attrasse a sé e le cercò le labbra. Fu un bacio casto, tiepido, lieve tuttavia ebbe l'effetto di una scossa tellurica nei loro sensi. Entrambi percepirono la pelle dell'altro prima mai così precisa e vicina, la pressione delle loro mani, l'intimità di un contatto anelato fin dagli inizi del tempo. Li invase un calore palpitante nelle ossa nelle vene nell'anima, qualcosa che non conoscevano o che avevano del tutto scordato, perché la memoria della carne è fragile. Tutto scomparve intorno ed ebbero coscienza solo delle labbra unite che prendevano e ricevevano.
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L'ardore di quel bacio non li abbandonò per molti giorni e riempì di fantasmi delicati le loro notti, lasciando il ricordo sulla pelle, come una bruciatura. La gioia di quell'incontro li rapiva, facendoli levitare per strada, li spingeva a ridere senza motivo apparente, li risvegliava concitati nel mezzo di un sonno. Si toccavano le labbra con la punta delle dita ed evocavano esattamente la forma della bocca dell'altro.
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Si salutarono con un abbraccio. La guida ritornò indietro con le bestie e i giovani cominciarono ad avanzare verso la linea invisibile che divideva quell'immensa catena di montagne e di vulcani. Si sentivano piccoli, soli, vulnerabili, due naviganti persi in un mare di cime e di nuvole, in un silenzio lunare; ma sentivano pure che il loro amore aveva acquistato una nuova dimensione che sarebbe stato l'unica fonte di forza nell'esilio. Nella luce dorata dell'alba si fermarono per guardare la loro terra un'ultima volta. – Ritorneremo? – mormorò Irene. – Ritorneremo – rispose Francisco. E, negli anni successivi, quella parola avrebbe costellato i loro destini: ritorneremo, ritorneremo...
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