

Eadita odia i normanni invasori, soprattutto dal momento che sono responsabili della morte del padre sui campi di Hastings. La sua ostilità nei confronti di Varin è immediata, alimentata anche da un'inspiegabile attrazione che prova per questo soldato appariscente e appassionato che turba i sensi di tutte le donne del castello, compresa l'acida cugina Sybille. Varin a sua volta fatica a fidarsi di lei, anche per via di una storia familiare che lo ha portato a prendere le distanze dall'amore e dalle donne in generale, che reputa tutte traditrici. Inoltre è convinto, a ragione, che Eadita gli nasconda molte cose.
Il segreto principale della ragazza è un fratello che tutti credono morto e che invece, sopravvissuto ad Hastings, si è dato alla clandestinità e che ruba per rinforzare le casse di Gronwig nella speranza di riavere le sue terre. Eadita invece crede che Thurston combatta per la causa sassone e si adopera per dargli tutto il suo aiuto, fino a quando non sarà sorpresa da Varin in una scena emozionante, di azione e pathos, scritta finalmente con carattere ed abilità.
I due protagonisti lottano continuamente l'uno contro l'altra, posti su due fronti opposti della guerra, trascinati anche da due temperamenti focosi e da reciproche diffidenze. A parte questo pero' c'è un'attrazione sottile che cresce pian piano fino a diventare potente, insieme ad un innegabile ammirazione nei confronti di qualcuno che si continua a considerare un nemico. La Furrel gioca bene con questi elementi, senza strafare e senza darci una storia farrginosa e superficiale. Il contesto storico è ben trattato e quello sociale non improvvisato, basti pensare alla scena in cui lo zio accusa la nipote di essersi concessa ad un uomo non scelto da lui e di aver svalutato un bene, la sua verginità', che in quanto suo tutore legale appartiene più a lui che a lei, pensiero assurdo e raccapricciante per una mentalità moderna, ma assolutamente realistico per quest'epoca.

Interessante è anche il modo in cui viene trattato il mistero intorno alle origini di Eadita, con riferimenti velati alla madre di origine francese fino alla rivelazione finale decisamente sorprendente, come a dire che alla fine il nemico vero siamo noi. Carino anche il particolare della consapevolezza che il bene può arrivare da chi meno te lo aspetti e non sempre da chi ti è accanto, lezione che Eadita imparerà a sue spese.
Romanzo quindi appassionante, senza strafare; corretto e curato pur non originale, come quelle storie piacevoli che meritano una lettura perché anche se non sono sconvolgenti offrono la coerenza e la sicurezza
VOTO: 6
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