sabato 18 febbraio 2017

BELLA POLDARK - Poldark 12 - di Winston Graham


È stato un lungo viaggio, di quelli che durano una vita, e con emozione penso a tutti quei lettori che hanno avuto il piacere di leggere un libro di Graham, aspettando il suo seguito, scoprire che l'autore stava lavorando per pubblicarne di nuovi, l'emozione di trovarlo in libreria, di poter scoprire cosa fosse successo di nuovo nella vita di Ross Poldark, della bella Demelza, del romantico Jeremy, della malinconica Clowance, della vivace Bella. Tutti loro, insieme agli altri, fanno parte ormai di un piccolo mondo che vive da sé, in quello spettacolare angolo di Inghilterra, battuto dai venti, accarezzato dal mare, che è la Cornovaglia letteraria di questo autore stupendo. 


BELLA POLDARK è il dodicesimo ed ultimo volume della saga, pubblicato nel 2002, un anno prima della morte di Graham e ben dodici anni dopo THE TWISTED SWORD, piccolo gioiello che sembrava in qualche modo chiudere con un mondo ed un'epoca, pur ovviamente lasciando aperte le porte sul futuro che poteva portare, come sempre, tanti nuovi avvenimenti. In qualche modo BELLA riprende i fili lasciati sciolti nel volume precedente, costruendo un nuovo capitolo, più privato delle vicende, dopo gli eventi epici di quello precedente, regalandoci la conclusione felice che stavamo aspettando, senza però mai dimenticare quel pizzico di  malinconia che in qualche modo è sempre stato presente nella storia.


La storia ci proietta avanti di tre anni, dopo la nascita della figlia di Jeremy. Ross si è ritirato dalla vita politica, scegliendo di stare accanto alla moglie, soprattutto per aiutarla a convivere (se non a superare) la perdita dell'amato figlio e in qualche modo la vita, con il suo avanzare inesorabile, ha ripreso i suoi ritmi. Bella è ormai una giovane donna che sogna di intraprendere la carriera di cantante d'operata. Al suo fianco c'è ancora Christopher, che in guerra ha perso un piede, ma che spera sempre di ottenere il consenso della famiglia di lei per poterla sposare e allo stesso tempo aiutarla a trionfare.


La figlia più giovane dei Poldark è dotata della solita vitalità prorompente e dopo vari tentennamenti i suoi genitori, convinti che la cosa migliore sia quella di permettere ai loro bambini di scegliere da soli la loro strada, decidono di assecondare la sua richiesta di studiare canto a Londra e con l'intercessione di Caroline la ragazza viene mandata a casa della zia della donna, che si prenderà cura di lei. Nel bel mondo londinese, Bella comincia a trasformarsi e ad imparare tutto quello che l'aiuterà a trionfare sul palco, ma nel frattempo il suo carattere a tratti volubile la porterà anche a mettere in dubbio la sua relazione con Christopher, con cui è stata fissata una data per le nozze.


Le figure femminili di casa Poldark, a parte Demelza, mi hanno lasciato con parecchi dubbi, anche perché Bella, pur avendo dato il suo cuore oggettivamente ad un'età troppo immatura, si mostra incostante da questo punto di vista e prima di capire davvero chi scegliere o meglio capire davvero l'amore, finirà per gettarsi in una storia con un altro spasimante improbabile, il produttore di teatro Maurice Valery, che la sedurrà con la promessa di un futuro glorioso sul palcoscenico, destinato a durare quanto la sua passione per la giovane, ovvero il tempo di una stagione.


Bella si ritroverà a vivere la sua avventura con Valéry e quella sul palcoscenico di Rouen senza conoscere profondamente se stessa, gettandosi alle spalle i principi acquisiti e ritenendo giusto sperimentare anche nell'amore, ma una malattia improvvisa (la stessa che aveva privato Ross e Demelza della piccola Julia) colpirà Bella nel pieno del suo fulgore, scompaginando tutte le carte del suo destino e riportandola a casa.


L'amore dei suoi genitori per lei è sicuramente toccante, come l'affetto della sorella Clowance e la costante presenza di Christopher, che riuscirà piano piano a riconquistare la giovane. Non avevo grandi aspettative su questo personaggio conosciuto in guerra nei precedenti romanzi, che sembrava un dongiovanni facilmente incline ad essere colpito dalle donne, ma il suo affetto per Bella si rivela sincero ed in grado di superare le difficoltà, tanto che aiuterà la ragazza a ritrovare un cammino sul palco, anche se reinventandosi un ruolo, quando ormai la sua voce sembra destinata a non tornare più agli splendori del passato.


Se il personaggio di Bella può suscitare simpatia o irritazione, e si presenta forse troppo facile per dominare il romanzo, come al solito ci troviamo difronte ad un racconto corale dove succedono moltissime cose e non ci si limita solo ad una vicenda, ma a tante. Mentre Demelza cerca di andare avanti nella sua vita, Clowance si mantiene in un primo momento lontano da Nampara, soprattutto quando è presente la cognata Cuby, che ormai ha conquistato il cuore dei Poldark. Profondamente legata a Jeremy, Clowance è infatti convinta che la morte del fratello in qualche modo sia dipesa dall'iniziale rifiuto della donna, che ha indotto il giovane a scegliere la strada dell'esercito.


In realtà non sa quanto sia vicina la realtà, anche se non è stato proprio il rifiuto di Cuby il movente, se non il desiderio di mettere distanza tra lui ed il delitto commesso, ovvero la famosa rapina, in cui erano complici anche Stephen e Paul Kellow. Così, isolata in un primo momento, Clowance vive in silenzio il suo segreto, ovvero la scoperta di non essere mai stata sposata con l'uomo che l'ha ingannata. Quello che non mi è piaciuto di questo personaggio è il suo continuo pensare al marito non solo con l'amarezza giustificata, ma anche con una forma di nostalgia, in quanto il suo cuore in qualche modo lo ha amata. Una questione di gusto personale, mi rendo conto, e di mancanza di affinità, ma per fortuna a riscattare il personaggio nel libro arrivano Philip Prideaux , un eccentrico ex soldato, congedato dall'esercito per una crollo di nervi, e Lord Edward, il primo spasimante della ragazza (che dopo Ben era il mio preferito).


Philip è arrivato in Cornovaglia incaricato anche di indagare su una serie misteriosa di delitti che coinvolgono giovani donne e che annovera tra le vittime anche la povera Agneta, sedotta e poi abbandonata dal cinico Valentine. Il mistero dell'assassino è sicuramente la componente gialla che scandisce le pagine del romanzo e che diventa via via più inquietante, man mano che il lettore prende coscienza di chi possa trattarsi, arrivando poi alla scena finale emozionante e terribile in cui si teme per la vita di Demelza come non mai, nell'attesa serata della festa di Guy Fawkes. Tutta l'abilità di Graham nel trattare l'elemento di suspense emerge possente, seguendo Ross perso tra la folla di personaggi che per una ragione o un'altra lo intrattengono impedendogli di tornare a casa (dove la moglie vive momenti drammatici) e la scena tumultuosa che si sta svolgendo a Nampara.


Se da un lato l'elemento drammatico della guerra è venuto meno, la tensione narrativa è mantenuta dal personaggio di Valentine Warleggan, il bambino nato sotto la luna nera, quello della maledizione di Agatha, il frutto dell'amore rubato da Ross ad Elizabeth, e che lui sia il figlio del nostro eroe appare quanto mai evidente, pur presentandosi come un personaggio complesso, tormentato, affascinante e cinico. Valentine ha risentito della mancanza d'amore da parte di George, del fatto di sapere di essere l'elemento di disturbo nel matrimonio tra la madre e l'uomo di cui porta il cognome ed in qualche modo questa consapevolezza lo ha portato verso l'auto distruzione.


La folla di donne, la vita sregolata, il suo continuo provocare per colpire le persone fanno emergere soprattutto il suo bisogno assoluto di essere visto, capito, amato, ma è proprio lui che non riesce a superare il vissuto e ad amarsi, costruendosi una vita serena accanto alla moglie che si è scelto e con il bambino che è nato. Ross si avvicina a lui, che continuamente lo cerca, soprattutto dopo la morte di Jeremy, cercando di mediare, di aiutarlo, arrivando anche a confrontarsi con il suo storico nemico pur di agevolarlo, ma il destino di Valentine sembra in qualche modo segnato sempre di più ed il finale ci regala un momento emozionante in cui Ross, che fino a quel momento non ha voluto prendere coscienza fino in fondo del loro legame, si ritrova a dover guardare dentro se stesso e ammettere la verità di questo figlio perduto, prima ancora di aver avuto la possibilità di amarlo.


Se doloroso è il percorso di questo personaggio, Clowance si riscatta scoprendo la serenità di un amore maturo accanto all'uomo che l'ha saputa aspettare. Bellissima la parte in cui i due, promessi sposi, cominciano a conoscersi ed Edward si rivela un uomo migliore di quanto la nostra Clowance avesse minimamente sospettato. A quel punto, vedendo la gioia di un amore che sta sbocciando, la scoperta di una terra di cui sembra facile innamorarsi, e di una famiglia (quella dei Poldark) che spicca per il calore e l'affetto mai censurato, sono riuscita a lasciar andare anche Ben Carter, che avevo segretamente sostenuto nel suo amore senza speranze per Clowance. A lui viene data la consolazione di Esther, la nipote di Demelza, simile alla cugina, che da subito capisce che Ben è l'uomo per lei.


La serenità per tutti loro, essere riusciti a ritagliarsi un proprio spazio in questo mondo affascinante che la penna di Graham è riuscita a rendere vivo e palpitante, chiude la lunga saga dedicata alla famiglia Poldark e lasciarli andare, con la consapevolezza che per ritrovarli dovremo solo sfogliare al ritroso le pagine della loro storia, è l'unica consolazione per un racconto a cui mi sono affezionata e che mi ha spalancato una porta su un autore che non conoscevo, ma che si colloca tra le grandi penne. Ci sarebbe stato ancora da scrivere e raccontare, su Demelza, Ross e tutti i vari personaggi, come il saggio piccolo Henry, le figlie di Dwight e Caroline, Georgie Warleggan e Noelle Poldark, ma la morte di Graham mette un punto finale su questa epopea familiare, anche se mi piace immaginarli ancora lì, a vivere le loro vite, ad emozionarsi e ad emozionare, come se fossero creature reali di carne e sangue, cosa che succede solo con i grandi romanzi.









FRASI TRATTE DAL ROMANZO

Sai, mio carissimo cugino, non credo che alle donne importi davvero molto se i loro mariti deviano, fin tanto non lo vengono a sapere e fintanto non lo sappiano gli altri. Non è quindi l'amore ad essere ferito, ma l'orgoglio. È l'autostima, la vanità. L'amore gioca una piccola parte nel loro senso di oltraggio."''Forse è lo stesso per gli uomini...alcuni uomini. Ed infine riguarda sicuramente il carattere delle persone coinvolte!"Ben detto. Sei uno che impara rapidamente!"Cucciolo insolente!" (Valentine a Ross).




***
''Ruth sarà sgradevole quanto può. Ha sempre voluto sposarti e pensa che ti abbia rubato a lei. ''E così hai fatto. Anche se devo ammettere che Miss Teague non era in cima alla mia lista. ''Lista, eh? L'hai tenuta in qualche cassetto segreto fuori dalla mia portata?(Demelza e Ross)



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Verity mi ha detto una volta... non credo di avertelo raccontato...ha detto che Valentine avrebbe condotto chiunque sulla strada per la perdizione con un sorriso affettuoso. (Demelza a Ross)
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'Caro Ben, da quanto ti conosco? Da quando sei nato? Sei il figlioccio di Ross. Sarai sempre il benvenuto. Se non sai questo, allora niente di quello che posso dirti ti convincerà. Se Clowance avesse scelto di sposarti, noi ti avremmo accolto come nostro genero. Se ci tieni ad Essie, ed Essie ricambia, niente ci renderebbe più felici che vi sposaste e foste felici insieme. Questo ti è chiaro?(Demelza a Ben Carter)

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È alle prese con la sua nuova attività, quella di trasportare merci in Irlanda."In maniera legale?"Non ne ho idea." Diplomatico come sempre."Non sapevo di avere una simile reputazione."Non ce l'hai con George."(Harriet parlando con Ross di Valentine)


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Devo decidere. Sai...Ho letto l'altro giorno di un uomo di chiesa che si era suicidato perché aveva perso la fede in Dio. Non ho perso la fede in Dio. Ho perso la fede begli altri esseri umani! E ho perso la fiducia...ho completamente perso la fiducia nei miei sentimenti e sul mio giudizio.(Clowance)


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'Se non credi in Dio, perché ce l'hai così tanto con lui. (Paul a Valentine)


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"Sii allegra," disse Ross. 'Hai diciotto anni, la mia autorità non è assoluta.''Ma la tua autorità,' disse Bella, pizzicandandosi un dito 'non è basata sul bastone...È basata sull'amore e questo la rende ancora più difficile da sfidare.."i(Bella e Ross)


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''Sapete, Lady Poldark  ...È così che devo chiamarvi? Sai, Demelza, madre del mio miglior amico..sai non ho combattuto in nessuna guerra, come il padre di Jeremy, né come il Dottor Enys, né come Philip Prideaux,né come Jeremy…eppure sembra che sia diventato più abituato alla morte di ognuno di loro. Ho perso due sorelle...e Jeremy...e un altro paio di persone, ma tutto questo mi fa sentire come se la vita fosse senza valore." (Paul)


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''Ha pensato che stavo per sposare tua madre.' Clowance rise con lui. 'E quando ha scoperto la verità? '"Ha pensato che stavo per sposare un uomo di nome Clarence(Edward parlando a Clowance di sua zia)


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George disse: 'Non so se sei o no ubriaco, ma questa dissertazione oscena può solo venire fuori dalla bocca di un libertino che, palesemente, non è assolutamente adatto ad esercitare da padre con un bambino di neanche due anni.''Non sto esercitando da padre.' Valentine lo interruppe. 'Io sono il padre. Non c'è nessuna disputa su questo.(George e Valentine litigando per il piccolo Georgie)

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"Padre.' Non ricordava che Valentine lo avesse mai chiamato prima così. Era una richiesta, un saluto, un'asserzione. Ora non poteva più rivendicarlo. (Ross pensando alla morte di Valentine)


***
Così, dopo 26 anni e 301 giorni, il bambino nato sotto la luna nera avverò il destino che zia Agata, consumata dalla tristezza, aveva profetizzato alla sua nascita.


***
"In vita mia ho amato solo due donne, giusto? La prima ha sposato il mio peggior nemico, la seconda ha sposato me. È stata la mia amante, la mia compagna, la mia governante, la madre dei miei figli, la custode della mia coscienza. Ai miei occhi non può essere paragonata a nessun altra donna. Non sarei un essere umano se non avessi sviluppato altre tipi di affetti, altre blande fantasie, altre lealtà mai incompatibili. Qualche volta sono state eccessivamente forti, specialmente nei confronti di questo giovane problematico che pensavo essere mio figlio. Mi aspetto anche di provare un sentimento di colpa! Ma seguendo questo e basandomi su questo sospetto, volente o nolente, dovrò continuare ad interessarmi al bene di suo figlio. Non è possibile altrimenti, almeno che mia moglie, a cui vanno tutti i miei interessi, il mio supporto più forte, la mia preoccupazione, la mia simpatia, il mio amore e la mia tenerezza, non chiedano l'esclusività. Se ho in qualche modo trascurato la mia vera famiglia in queste settimane, chiedo perdono e prometto di fare del mio meglio.(Ross a Demelza)

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