CAPELLI DI LUNA DI MIRIAM FORMENTI
I romanzi di Miriam Formenti hanno innegabilmente un potere su di me, già sperimentato altre volte, ovvero quello di catturarmi nella storia che mi raccontano e di farmi procedere a ritmo vorticoso verso il finale, mentre altre volte tendo ad essere una lettrice con tempi più calmi e meno ossessivi. Mi era già capitato in precedenza con ISABELLA PER SEMPRE, con AMABILE CANAGLIA e UNA PERLA FRA LE MANI e arrivata alla lettura di questo quarto romanzo non posso che prendere atto del fatto che eserciti questo strano fascino su di me, che adoro le storie ed i racconti, soprattutto quando non si limitano solo a narrare di due personaggi, ma l'amore viene inserito in un quadro più ampio di una vita, pur rappresentandone il significato più profondo.
La forza della sua capacità narrativa si rivela anche nel fatto che spesso i suoi protagonisti maschili suscitano in me sentimenti alquanto contrastanti e non riesco ad amarli subito, pur aspettando, pagina dopo pagina, che ricompaiano sulla scena e nella vita della nostra eroina per portare quella svolta necessaria nell'esistenza tormentata di lei. E nessuna vita è stata più tormentata di quella di Viola Cenzi.
Siamo nell'Italia del 1351, epoca di scontri, assalti, dove le donne sono spesso viste come merce di scambio o come prede da cacciare. Uomo completamente del suo tempo è Francesco Di Vieri, la cui famiglia è stata sterminata dal padre di Viola e che aspetta solo di vendicarsi dell'odiato nemico. Quando la nostra eroina compare in scena, lui è pronto a tutto, anche a compiere un atto che nel profondo disprezza, pur di rovinare il matrimonio di interesse che il padre di lei ha organizzato per rafforzare il suo potere. Una storia d'amore che inizia quindi con un atto di violenza non può che gettare le basi per un racconto travagliato.
Quando poco tempo dopo infatti Francesco si impadronisce del Castello dei Cenzi, uccidendo il padre ed il fratellastro di Viola (creature feroci a loro volta che emergono nel ricordo di lei), la nostra protagonista si ritrova prigioniera insieme alla sorellina Maria nelle mani di un uomo che la turba profondamente, in quando l'attrazione nei suoi confronti si mescola con un innegabile risentimento. Quando lui cerca di riparare al danno fattole, offrendosi di sposarla, l'orgoglio dei Cenzi e la gelosia nei confronti della sensuale Elena, porteranno Viola ad un rifiuto che sconterà duramente.
Da quel momento la vita della nostra eroina sarà una lotta continua per la sopravvivenza e persino i momenti in cui lei vive lontana da Francesco finiscono per trascinare l'attenzione del lettore in maniera tumultuosa, dimostrando come un buon racconto riesce a mantenere vivo l'interesse anche senza che i due protagonisti siano contemporaneamente presenti sulla scena. Quando si rivedranno, l'emozione del lettore è quasi pari a quella di Francesco e Viola, che dovranno intraprendere un lungo cammino per potersi ritrovare.
Non nego che ho fatto fatica a non odiare Francesco Di Vieri che, pur essendo un uomo tipico del suo tempo e della violenza che lo circonda, spesso sottopone la nostra eroina a vessazioni difficili da dimenticare e perdonare soprattutto per la sensibilità moderna. Tante volte sarei voluta tuffarmi nella pagina per affrontarlo nel mezzo di una delle sue discussioni con Viola e chiedergli su quali basi poteva rivendicare la fiducia, la fedeltà e l'onestà da parte di una donna a cui ha offerto solo qualche momento di tenerezza in un mare di violenza e risentimento.
Ovviamente quando mi capita di lasciarmi coinvolgere in questo modo, significa che il libro mi ha preso più del normale, ma ormai con la Formenti sta diventando una piacevole consuetudine.
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