domenica 14 dicembre 2014

L'ULTIMA LEGIONE (Gran Bretagna, Italia, Francia 2007)


Questa settimana RAI 3 ha trasmesso per l'ennesima volta il film L'ULTIMA LEGIONE, produzione di matrice Europea del 2007, basata su un romanzo di Valerio Massimo Manfredi. Avevo visto questa pellicola al cinema, quando uscì, e l'avevo rivista diverse volte per televisione, eppure ogni volta la mia mente resetta tutte le vicende storiche e finisce con ricordare solo pochi particolari. Sarà che lo seguo sempre con una scarsa attenzione, ma mi sembra sempre di averlo visto (come in fatti è), senza però avere dei ricordi chiari della vicenda. Eppure la storia c'è.

ROMOLO CON LA MADRE

 Il romanzo di Manfredi, adattato per lo schermo, ci racconta le vicende del giovane imperatore Romolo, spodestato dal re dei Goti, Odoacre, ed esiliato nella villa di Tibero a Capri. A rimanergli fedeli sono pochi, tra loro il valoroso generale Aureliano Caio Antonio e Ambrosius, un abitante della Britannia, alla ricerca della famosa spada di Cesare. Questa si trova proprio in una delle stanze della villa di Tiberio, ritrovata per caso dal giovane imperatore.

IL GIOVANE ROMOLO
A riscattare Romolo dal suo esilio interverranno Aurelius insieme ad un manipolo di pochi fedelissimi, accompagnati dalla spia dell'Impero Romano D'Oriente, ovvero la guerriera Mira. Liberato l'imperatore dalla prigionia e dagli uomini di Odoacre, tra cui il terribile Wulfila, il gruppo accompagna Romolo a Fano dove si trova il Senatore Nestore, amico di lunga data di Aurelius. Lo scopo, apparentemente, è quello di mandare l'imperatore a Costantinopoli, ma l'incontro si rivelerà una trappola per cercare di ucciderlo.

AURELIUS E MIRA
Ormai rimasti soli, Aurelius propone di risalire verso il nord e di ritrovare la 9a Legione del Drago, ovvero un manipolo di soldati mandati a controllare i confini dell'Impero, proprio in Britannia. Una volta arrivati lì però scopriranno che i soldati si sono trasformati in contadini e si sono adattati alla vita del luogo. Alla scoperta che il ragazzino portato con sé dal Generale Aureliano è di fatto l'imperatore, qualcosa dentro di loro si muoverà e quando si arriverà allo scontro con gli uomini di Odoacre, che sono sulle tracce di Romolo, e con i loro alleati, gli Angli di Vortgyn, recupereranno le armi per difenderlo.

AL VALLO DI ADRIANO
E al contesto storico si aggiunge l'alone di leggenda quando scopriamo che il nome celtico di Ambrosius è Merlino, che la spada di Cesare non è altro che la famosa Excalibur, che Romolo (cresciuto da Mira e Aurelius) ha preso il nome di Pendragon ed è diventato il padre del bambino, Artù, a cui viene raccontata la storia da un vecchio Ambrosius.

MIRA
Ad un certo punto, seguendo il film, mi sono detta che la ragione per la mancanza di entusiasmo e memoria è legata ad una certa freddezza nella storia e nel racconto. Le vicende ci sono, ma vengono raccontate con un certo distacco, che non mi ha aiutato ad appassionarmi. Diciamo che è un po' come la storia d'amore in questo racconto. Colin Firth, che da il volto al coraggioso e leale Aurelius, è un attore ottimo che ricopre anche nell'immaginario femminile il ruolo romantico per eccellenza, ovvero quello del famoso Mr Darcy. Che sia in grado, quindi, di scaldare i cuori con una storia d'amore è un dato di fatto. Eppure qui, accompagnato dalla bellissima Aishwarya Rai, proprio non riescono a convincermi. Il loro è un racconto freddo e poco coinvolgente, inserito solo per soddisfare qualche romantico di turno, ma non trasmettono passione, né coinvolgimento. Sembrano fratello e sorella, ben sintetizzato dalla scena in cui si sdraiano l'uno accanto all'altro prima della battaglia.

AURE.LIUS
Nel complesso è una pellicola piacevole, senza grandi pretese, uno di quei film che guardi distrattamente e che riesce a farti passare la serata, pur avendolo dimenticato completamente il giorno dopo.

VOTO: 6


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