domenica 7 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - In fuga (5)


Man mano che mi inoltro sempre più in profondità nella storia di Fatmagul, mi colpisce sicuramente il personaggio di Kerim, a parte l'empatia inevitabile per la povera Fatmagul. Kerim è un malvagio, suo malgrado, uno dei "quattro nemici", come lo definisce la ragazza nei pochi momenti di interazione tra di loro, che ha accettato di sposarla e sicuramente non l'ha fatto per soldi, ma guidato da un senso di colpa che è lo stesso che gli impedisce di guardarla e di starle troppo vicino.


L'avvocato Munir, la famiglia Yasaran, gli altri tre ragazzi sono sollevati dalla notizia che Kerim non si è sottratto ed è andato fino in fondo alle nozze. In un primo momento né Fatmagul né Kerim vogliono lasciare il paese e trasferirsi a Istanbul, come ha progettato invece Munir, per sradicarli da un posto che è in fermento con la notizia. Disperderli in una città come Istanbul gli sembra il modo migliore per metterli a tacere, ma nessuno dei due sembra intenzionato ad accettare. Kerim rifiuta in un primo momento anche il denaro che l'avvocato gli ha consegnato.


Ma intanto il folle Mustafa ha scoperto che i due sono andati a sposarsi e convinto che l'abbiano ingannato è intenzionato a trovarli e a ucciderli. Quello che però fa precipitare la situazione è l'aggressione a Meryem abla, la madre/sorella di Kerim, la donna che lo ha cresciuto e che, pur condannando le sue azioni, lo ama ancora come un figlio.


La donna viene aggredita da Mustafa che cerca di scoprire dove si trovino e quando Kerim lo scopre è intenzionato a tornare per affrontarlo. Fatmagul, a questo punto, gli parla per la prima volta in modo diretto, supplicandolo di non andare e di portarla a Istanbul. Anche se negli occhi di Kerim cogliamo un filo di speranza, la verità è che Fatmagul parla soprattutto per Mustafa, il fidanzato orgoglioso che, non avendole dato neanche la possibilità di parlare, si sente in diritto di provare rabbia per qualcosa che gli è stato sottratto e Fatmagul, in qualche modo, davvero si sente in colpa nei suoi confronti.


Kerim cede, anche perché è talmente chiaro che farebbe qualunque cosa lei dovesse chiedergli che sospiriamo per lui e non prevediamo giorni facili nella sua vita. Basti pensare al volo che li porta in città, separati più che mai, anche se lui vuole aiutarla. 


Separati da Mukaddes e dal fratello di Fatmagul, Rahmi, i due si ritrovano soli per la prima volta, divisi dal rancore di Fatmagul e da un odio che Kerim sente giustificato. Il modo in cui i loro corpi si muovono nello stesso spazio, pur restando separati, gli sguardi di odio di Fatmagul e quelli di colpa di Kerim fanno emergere tutto il mondo interiore dei due protagonisti, reso benissimo da Engin Akyurek e da Beren Saat.


E il personaggio di Kerim farà esplodere tutta la sua disperazione nell'ultimo confronto con gli ex amici, che lo hanno chiamato su una delle loro barche per capire. Kerim, insofferente, angosciato e schiacciato dal senso di colpa, li respinge, dichiarando di odiare tutti loro, se stesso e la vita terribile che lo aspetta, accanto a una donna che lo guarda con odio, ricordandogli quella terribile sera in cui tutto è cambiato. Peccato che lui non sappia una cosa terribile che Vural rivelerà agli altri due, una volta che Kerim li avrà abbandonati. Lui non è colpevole, non avendo fatto nulla quella sera, se non essere stato presente ed essersi limitato a guardarla. Ovviamente tutti tacciono perché da Kerim dipende il loro futuro.






Ma intanto come farà Kerim a sopravvivere alla colpa e all'odio di Fatmagul? Difficile storia, costruita comunque con un tale ritmo che si resta presi come un pesce nella rete di un pescatore.

sabato 6 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Matrimonio riparatore (4)


Il matrimonio riparatore è qualcosa che, per noi italiani, ci riporta indietro nel tempo di cinquanta, cento anni a una società dove il valore di una donna era rappresentato solo dalla sua verginità che, se persa, indipendentemente se ceduta volontariamente o strappata, finiva per compromettere il suo valore sociale e la sua possibilità di sposarsi. In Fatmagul sembra di trovarsi davanti a quella società, dove non importa il dolore di chi sta attraversando una violenza inaudita, ma solo il fatto che sia stata con altri uomini. 


È così che si comporta Mustafa, l'insopportabile fidanzato, che reagisce con violenza, circondato dalla famiglia, dai colleghi e dagli amici che cercano di placarlo. Il suo apparente dolore non è per niente legato a Fatmagul, che non ha consolato neanche per un secondo, anche prima che la ragazza cedesse alle mille pressioni perché dichiarasse una verità diversa da quello che è successo. Lui è interessato solo all'onore perso, al fatto che la donna che lui voleva come moglie, è stata con un altro e la sua volontà poco conta.


Il mio furore per niente sottile si infiamma per lui più che per Kerim, che, non ricordando niente di quello che è successo, attraversa tutte le fasi del dolore, il senso di colpa, il disprezzo di Meryem, la donna che lo ha cresciuto, il pensiero di essere indegno anche al ricordo di una madre che, suicidatasi per un grande dolore, è stata calunniata dallo stesso paese che adesso non fa che parlare di Fatmagul.


La ragazza, dopo aver provato a togliersi la vita, salvata proprio dall'intervento di Kerim, torna a casa, ma è sottoposta ad altre mille pressioni da parte della cognata, di Munir, l'avvocato dei Yasaran, inviato con lo scopo di convincerla a sposare Kerim, come riparazione per la verginità persa e il matrimonio compromesso con Mustafa.


Kerim viene arrestato e portato dalla polizia. Il ragazzo tace, ma Fatmagul viene portata dai parenti con lo scopo di ritrattare la sua denuncia. Anche Kerim, a questo punto, davanti alla vittima, finisce per cedere e accettare di sposarla, assecondando le richieste degli Yasaran, anche se nei suoi sguardi, nelle sue espressioni quello che sembra toccarlo è soprattutto Fatmagul, ormai nel vortice di una società pronta a stritolare e a condannarla, piuttosto che concentrarsi sui carnefici.


I due partono per la città, dove devono convolare a nozze, due sposi reticenti, sperati da un muro d'odio, quello di Fatmagul per uno dei suoi aggressori e quello del senso di colpa da parte di Kerim. I due neanche si guardano, ma quelle poche volte che i loro sguardi si incrociano, tutto si accende, la tensione è palpabile e il mondo si ferma, almeno per loro. Non ho idea di che relazione potrà uscire fuori, mentre Mustafa scopre che la ragazza sposerà Kerim e, ancora una volta accecato dalla rabbia, vorrebbe raggiungerli e ucciderli, tanto che la sua stessa famiglia lo blocca.


Intanto i figli di papà, ritornati a Istanbul, cercano di riprendere la loro vita. Solo Vural chiama Kerim per ringraziarlo, suscitando solo il fastidio dell'ex amico, che in realtà si è sacrificato più per Fatmagul che per loro. Ma il modo in cui la famiglia sta gestendo tutta la situazione è di un realismo terribile e attuale, spiegandoci come possano allevare lupi, invece che esseri umani.


E Fatmagul e Kerim arrivano davanti al giudice di pace con l'aria di due condannati pronti a subire il patibolo, accentuando il divario tra il loro dolore e il giubilo del mondo intorno che non vede l'ora di chiudere la questione. Ma sarà davvero così?

venerdì 5 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Un mondo crudele (3)

 


Che mondo terribile è quello in cui vive Fatmagul? Vorrei credere che è tutto frutto di una fantasia malvagia, ma la verità è che basta fare un salto indietro nel tempo per ritrovare situazioni simili anche qui da noi. Quello che stride è che l'ambientazione è contemporanea, anche se siamo in un piccolo paese nella provincia di Smirne, eppure fa male pensare che, di fronte a una tragedia così grande come quella che è successa a una ragazza, il paese sia più interessato al morboso, al pettegolezzo grezzo che al suo dolore.


Ma come prendersela con il paese, se persino un fidanzato innamorato reagisce nel modo abominevole di Mustafa? E pensare che in tutti i momenti di orrore vissuti da Fatmagul, lei ha pensato a lui come la fonte della sua felicità, il pensiero bello a cui aggrapparsi e invece qual è la reazione del pescatore quando la incontra? Praticamente l'aggredisce rivendicando i nomi di quelli che hanno abusato di lei!


Mukaddes, la cinica cognata, è quella che insiste sul fatto che ormai la sua reputazione è rovinata e che è meglio tacere. È però anche quella che, avendo trovato l'anello di Erdogan sulla scena del crimine, si reca dalla famiglia dei ragazzi, rivendicando una compensazione per quello che è successo. I genitori prima reagiscono negando, poi, davanti alla consapevolezza che è stata coinvolta anche la polizia, si rendono conto che non possono sfuggire e che devono trovare una soluzione.


Quale può essere? I loro figli hanno il denaro, un futuro brillante davanti e se qualcuno si deve sacrificare chi può essere dei quattro? Ovviamente in questo mondo crudele a essere sacrificato per tutti loro è Kerim, figlio di nessuno, con una madre di cui già tutto il paese ha parlato, e che, nei loro progetti, dovrà prendersi la colpa di tutto e sposare la ragazza, come richiesto da Mukaddes, per "riparare" l'onda davanti alla società.


Lui nega, non capisce perché debba essere il solo a pagare, ma loro, che hanno il potere economico e sociale, gli promettono di salvarlo dal carcere, di dargli una vita serena, sicura, lontano dal paese. Kerim è schiacciato dal peso di quello che ha commesso e dalle pressioni di tutti che vogliono solo chiudere il capitolo su quella storia terribile.


E Fatmagul? Anche lei subisce pressioni da tutte le parti. La costringono a lasciare l'ospedale, dove aveva un minimo di protezione da parte delle istituzioni sanitarie, e, una volta in casa, la cognata cerca di farla cedere, di accettare la storia che la donna ha anche raccontato alla polizia. Lei e Kerim avevano una storia alle spalle di Mustafa e la sera dell'aggressione lei avrebbe progettato di fuggire con lui, ma si sarebbe pentita all'ultimo momento, scatenando la reazione di Kerim. 




Fatmagul si rifiuta, combatte contro il destino mostruoso di dover sposare uno dei suoi carnefici, ma non trova aiuti da nessuna parte. Mustafa, che lei ancora ama, brucia la loro casa, convinto che lei, in qualche modo, lo abbia tradito. E lei? Ritorna sui suoi passi, pensa di farla finita, ma l'arrivo di Kerim, che vaga disperato a sua volta, la salva, anche se lei, disgustata corre via.


Cosa succederà a questo punto? Certo è una storia che si guarda con il fiato sospeso, temendo, avendo un brivido profondo perché questo mondo crudele non è così lontano da noi e da una mentalità che, fino ad alcuni decenni fa, era tipica di molti paesi anche qui.

giovedì 4 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - La colpa (2)

 


Chi prova il senso di colpa di fronte a quello che è successo a Fatmagul? Oggettivamente sembra di essere caduti indietro nel tempo, in una società dove lo stupro non è un dramma in sé e una violenza fisica e psicologia che soffre una donna, ma qualcosa che, in qualche modo, anche se terribile, è legata a una colpa di qualcuno.


Così l'unica che sembra toccata nel profondo da quello che è successo, a parte ovviamente Fatmagul, sconvolta e sotto shock, è Meryem, la madre di Kerim, che ritrova la giovane ferita sulla spiaggia dove i ragazzi l'hanno abbandonata, priva di conoscenza. La donna, che era lì per raccogliere delle erbe, chiama subito i soccorsi e l'accompagna in ospedale.


Intanto Erdogan, Vural, Selim e Kerim ritornano a casa, tutti sconvolti dall'enormità di quello che hanno fatto, anche se la reazione è diversa e subito si crea una spaccatura tra di loro. I primi tre cercano in qualche modo di rimuovere l'accaduto e soprattutto di nasconderlo alle loro famiglie, preoccupati dalla possibile reazione. Kerim sembra l'unico sconvolto davvero, essendo anche il solo a non ricordare chiaramente quello che è successo. Sconvolto e disperato, torna sul posto del delitto poche ore dopo, cercando di recuperare il ricordo, senza però riuscirci. 
 


Intanto sua madre Meryem è accanto a Fatmagul in ospedale, mentre la famiglia di lei la cerca. Solo il fratello Rahmi sembra mostrare una certa preoccupazione, mentre la cognata Mukaddes è preoccupata più per il buon nome rovinato, per le voci del paese che della vera sofferenza della ragazza, incolpata da lei per essere uscita la sera, contro le sue indicazioni.


Mustafa, lontano in mare, scopre che la ragazza è scomparsa e cerca disperato di scoprire che fine possa aver fatto. Lui è il ricordo felice a cui la mente di Fatmagul cerca di aggrapparsi disperata nel mare di dolore che la travolge. È l'unica cosa che le dà sollievo, mentre i ricordi dello stupro cercano di assalirla in ogni istante.


Ma intanto c'è questo sentimento sottile che la circuisce, si insinua pericoloso intorno a lei, come se davvero ci fosse una colpa sua, sottostante, che possa in qualche modo trascinarla in basso. L'unico che, a ragione, prova dolore reale al pensiero dell'atrocità commessa è Kerim e ancora una volta applaudo al talento recitativo di Engin Akyurek che lo esprime da dentro, senza manifestazioni violente o eccessive, ma con una recitazione che lo mostra calato completamente in una situazione terribile in cui sembra non trovare via d'uscita, anche perché pur rifiutando anche solo il pensiero di aver fatto qualcosa alla ragazza, Vural sostiene di averlo visto, che anche lui si è comportato come tutti gli altri.


Quello che cambia però è la consapevolezza della colpa, che gli altri hanno in maniera ridotta, in quando coprire la verità diventa molto più importante del dolore stesso della vittima, lasciata in balia di una sofferenza non meritata. E sul finale ecco ritornare a casa Mustafa, a cui il suo capitano ha raccontato quello che è successo e che è già voce del paese. Quale sarà la sua reazione? L'aiuterà e sosterrà? Dati gli elementi visti in precedenza temo sinceramente. 

mercoledì 3 dicembre 2025

IL SARTO - Vecchie ferite (3x1)


Si può iniziare una nuova vita, dimenticando il passato? È la grande domanda che spesso le persone si pongono. Se le ferite ci sono state, le cicatrici si possono ignorare o continuano a fare male? La verità è che non si può far finta di niente, perché è un dolore che compromette anche il nostro presente. La nuova stagione inizia con Peyami in giro per il mondo. Adesso che ha fatto i conti con il passato della sua famiglia, il lavoro è ripreso alla grande.


Parigi, Londra, New York. Il mondo è incantato dal suo talento e lui torna in Turchia dopo mesi pieno di idee e meraviglia, ma resta una questione irrisolta, che lui cerca di ignorare, che ha un nome preciso, Esvet, ormai moglie a tutti gli effetti di Dimitri.


Il ritorno di Peyami a Istanbul offre la serenità della sua vita familiare, con Kiraze e Mustafa che vivono insieme, sereni, e che non sono più motivo di turbamento e sofferenza. Lui però cerca di ignorare il fatto che Esvet sia la donna che il suo cuore amava e a cui ha rinunciato per l'amicizia con Dimitri.


Quest'ultimo si reca a cena con la moglie, intenzionato a dargli una bella notizia che riguarda il loro futuro prossimo. Peyami li accoglie con un certo turbamento perché puoi anche fingere di aver superato tutto, ma certe ferite non smettono di pulsare vive e terribili. 


Quando Dimitri informa l'amico della loro decisione di lasciare la Turchia e di trasferirsi a New York, Peyami accusa il colpo. La verità non è il dolore per separarsi dal suo amico di sempre, ma il pensiero di non rivedere mai più Esvet, che oggettivamente non ha mai dimenticato. Sarà sua madre a incoraggiarlo ad affrontare i suoi veri sentimenti, a non mollare e a parlare con la ragazza.


Quando alla fine Esvet si presenterà nel suo atelier per discutere di alcune scarpe da lui realizzate, Peyami non riuscirà a contenersi e le chiederà di non partire. Esvet resterà? Da quello che abbiamo visto nelle anticipazioni a fine seconda stagione, cederà anche lei alla tentazione e questo avrà conseguenze disastrose.

IL SARTO - La verità (2x8)


Ecco, credo che se questa fosse stata l'ultima puntata, ne sarei stata particolarmente felice, perché è costruita in un modo tale da chiudere in qualche modo tutti gli elementi e darci una visione positiva in quella scena finale di amore e di ricostruzione che la verità in qualche modo concede, eppure le immagini della terza stagione, che ci vengono offerte, ci fanno capire che nulla è concluso e che c'è ancora da patire.


Peyami affronta la madre anche se in un primo momento sembrava sul punto di voler fuggire via. Le parole del musicista lo bloccano e lo inducono a tornare sui suoi passi e Kiraze, finalmente, ha il coraggio di raccontare tutta la storia di prevaricazione e sofferenza, di una ragazza venduta per soldi dalla sua famiglia, che però alla fine si era legata a Mustafa, di come la nonna di Peyami le avesse imposto un figlio e che poi era stata mandata via da lei proprio quando credeva che non potesse avere figli. 


Peyami, in definitiva, le era stato strappato, in quando era l'unica cosa che interessava ai suoi nonni e la vita della donna era stata un lungo purgatorio di sofferenza e di lontananza. La verità libera Peyami da tutti i suoi lati oscuri e quando tornerà a casa, per la prima volta, si rivolgerà a Mustafa in maniera diversa, prendendosi cura di lui, accogliendolo nella sua vita, sotto gli occhi stupiti di tutti quanti.


Nel frattempo anche Dimitri sta attraversando una fase di verità, soprattutto dopo lo scontro con il padre, un uomo che lo vessava, che cercava di farlo sentire una nullità, che lo puniva mettendolo nel famoso baule dove lui aveva rinchiuso Esvet durante il primo episodio. Tutti i suoi problemi iniziano davvero lì.


Stanco di essere in qualche modo manipolato da loro e dalle loro aspettative, Dimitri decide di sbarazzarsi dei suoi demoni interiori, prendendo il famoso baule e distruggendolo davanti agli occhi dei suoi parenti, come a voler chiudere con il passato. Che possa essere per lui una fase di rinascita? Mi sarei illusa in questo modo se non fosse stato per gli spezzoni della prossima stagione che ci mostrano un Dimitri che non è andato avanti di una virgola, rispetto alle sue follie.


Ma intanto ci godiamo l'ultimo episodio della seconda stagione, con una sfilata dove Peyami torna a brillare, combinando modernità e tradizione, con la presentazione ufficiale, al mondo intero, di suo padre Mustafa, tenuto nascosto fino a quel momento come un segreto, con il rincontro dell'uomo con Kiraze, la madre, finalmente tornata nella loro famiglia.

 


Come sarebbe stato bello finirla qua anche se mi rendo conto che l'amore per Esvet è ben lungi dall'essere sparito, ma avrei potuto leggerci una rinuncia in nome dell'amicizia, che poteva anche andarmi bene, invece ecco che l'ultima stagione arriverà in qualche modo a turbare tutti gli equilibri.

IL SARTO - Ricominciare (2x7)


Finalmente siamo fuori dal tunnel. Questa seconda stagione è stata un lungo patimento e, sinceramente, devo dire di aver preferito di gran lunga la prima rispetto a questa, ma, in qualche modo, il volo dalla scogliera e poi la chiacchierata con la donna delle pulizie (che Peyami ignora essere la sua vera madre) lo hanno aiutato a uscire da quel baratro autodistruttivo e pesante da guardare nel quale mi sentivo decisamente impantanata.


Adesso, dopo che è riuscito a vedere nuovamente un futuro anche professionale, si rimette in sesto e decide di affrontare la grande sfida, quella di poter finire la collezione nei tempi stabiliti dai soci. Il messaggio che Dimitri riceve lo fa infuriare, mentre Esvet è grata e felice, sperando che davvero questa sia la svolta e che Peyami abbia deciso davvero di ricominciare.


Il padre di Dimitri è furioso per questa svolta, in quanto il suo obiettivo era quello di farlo fuori dagli affari, così istiga il figlio che va dall'amico affrontandolo e scaricando tutto il suo risentimento per non essere in grado di primeggiare su di lui e perché Esvet lo ama molto di più d quanto potrà mai affezionarsi a lui.


Peyami però ha raggiunto una calma invidiabile, dopo il furore dei tempi passati e gli fa presente che sì ha amato Esvet, che si è innamorato di lei quando ignorava la sua vera identità, ma che quando ha scoperto che era la sua fidanzata ha imposto al suo cuore di rassegnarsi perché in definitiva, dovendo scegliere, Peyami sceglie l'amicizia di una vita e non l'amore. Dimitri si rende conto che le sue parole sono sincere.


Nel frattempo però Esvet ha scoperto la verità su Kiraze, la donna che ha sposato Mustafa nel passato, la madre di Peyami. Ha seguito le indicazioni dell'uomo e ha ritrovato la donna, che viveva con il musicista, lo stesso che compariva nella foto che Peyami aveva bruciato, ma che è una prova tangibile che la donna è davvero sua madre. 


Esvet la prega di aiutare Peyami, di raccontare la verità, ma lei non se la sente e progetta di fuggire. Esvet invita Peyami in un ristorante, dove l'uomo si presenta solo per ribadirle che alla fine ha scelto l'amico di una vita a lei. Esvet lo ascolta, ma poi gli rivela la verità della sua presenza. Non è lì per ascoltare le sue bugie, ma per dargli ancora una volta un tassello fondamentale del suo passato.


Kiraze compare, attirata dal musicista, che si era messo d'accordo con Esvet per metterla davanti alla verità. Così Peyami, ancora una volta, si ritrova a dover fare i conti con il passato. Avrà il coraggio di affrontarlo?