In questa estate di repliche, ingenerosa nei confronti di nuove idee, su RAI DUE il venerdì sera stanno ripassando le puntate di una serie televisiva americana che ci ripropone uno dei padri di tutti i detective, ovvero Sherlock Holmes, frutto della fantasia di Sir Arthur Conan Doyle, riproposto in una veste alquanto nuova.
Ambientato ai nostri giorni, nella caotica New York, Sherlock è un ex consulente di Scotland Yard, che dopo un periodo di riabilitazione in una clinica per tossico dipendenti, si è trasferito negli Stati Uniti apparentemente con l'intenzione di cominciare una nuova vita. Ad affiancarlo nel difficile cammino compare Joan Watson, una ex chirurga, poi specializzatasi in psicologia, che deve seguirlo come terapista post-riabilitativa, ma che piano piano si trasformerà nel suo braccio destro come detective. A coadiuvare le indagini per conto della polizia di New York, troviamo il capitano Thomas Gregson e il detective Marcus Bell.
All'apparenza siamo nuovamente di fronte ad una coppia di investigatori, un uomo ed una donna, che affrontano i vari delitti e cercano di risalire al colpevole. Nulla di nuovo, in fondo, anche se l'originalità stà tutta nel carattere singolarissimo del Signor Holmes ed in una mente geniale che si colloca al di sopra della media e che gli permette, attraverso la semplice logica deduttiva, di cogliere particolari che sfuggono facilmente agli occhi dei comuni mortali. Se da un lato a mio parere questa sua capacità allontana il telespettatore, in quanto appare sempre il più intelligente di tutti e quello che nota cose che solo lui può vedere, la presenza femminile di Watson in qualche modo umanizza il personaggio, ammorbidisce gli spigoli più appuntiti e ci aiuta, passo dopo passo, ad avvicinarci alla sua metodologia.
Gli attori sono innegabilmente bravi e gli episodi si guardano con una certa scorrevolezza. Se da una parte indaghiamo con Holmes sui casi che di volta in volta ci vengono proposti, dall'altro lato emergono anche le vicende personali dei due protagonisti. Watson appare come una donna che sta cercando una sua dimensione; dopo essere stata un medico brillante che però ha perso un paziente per un errore, si è gettata nella post riabilitazione sempre seguendo il suo impulso di aiutare gli altri. Sherlock le permetterà di capire che la sua capacità deduttiva, utilizzata prima come medico, può esserle di grande aiuto anche come detective e passo dopo passo comincerà a credere di poter davvero essere una brava investigatrice.
Holmes dall'altro lato cerca di affrontare i suoi demoni: quello della passata dipendenza, il dolore per la perdita della donna amata, Irene, che scopriremo avere un ruolo fondamentale proprio sul finale di stagione, il complicato rapporto con un padre sempre assente. Malgrado le sue mille eccentricità, un carattere spigoloso e maniacale, finirà per sviluppare con Watson un sincero rapporto di amicizia.
FRASI TRATTE DAL TELEFILM
E' triste che tu abbia rinunciato. Penso che avresti molto da condividere, se lo volessi. Non è giusto che ti conosca solo io. (WATSON)
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"Non c'è niente di più tossico al mondo che il senso di colpa." (HOLMES)
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IMMAGINI DELLA SERIE
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