IL RUBINO è stato il primo libro della Phillips che ho letto e subito quello che risalta più di tutto è l'atmosfera insolita ed interessante, ovvero quella dei Tudor e di Enrico VIII. L'Inghilterra sta attraversando un grosso cambiamento e la chiusura di chiese, monasteri e ordini religiosi, non riduce nel popolo e negli aristocratici il senso di terrore nei confronti del maligno e del peccato. Il libro infatti è impregnato da un senso di superstizione particolare che però, allo stesso tempo, non ha niente di magico o di oscuro, come poteva essere in un'atmosfera più medievale. Tutto è visto e filtrato attraverso un occhio contemporaneo che forse lo rende troppo prosaico, privandolo di qualsiasi magia.
In generale la storia presenta molti elementi capaci di appassionare i lettori che non vogliono solo il rosa, in quanto il libro racconta si una storia d'amore, ma si presenta anche come un racconto d' avventura. Basti pensare ai personaggi in scena: un cavaliere, una dama in pericolo, uno scudiero ed un amico servitore che proviene da un paese lontano.
Mark Hayward, da poco tornato dall'Irlanda, viene ricevuto da Sir Brandon Cavendish, che gli affida l'incarico di salvare la figlia Belle, tenuta prigioniera dal cognato (alla morte del marito) nel suo stesso castello. Mark accetta in cambio di una lauta ricompensa, ovvero un'enorme pezzo di terra dove finalmente mettere radici. In realtà il suo rapporto con Belle, che conosce fin da quando era una ragazzina, è sempre stato piuttosto turbolento, ma è deciso comunque ad aiutarla.

Sicuramente è il cattivo il personaggio più debole di tutto il racconto: lui e la sorella bruttissima che sogna un marito a tutti i costi diventano alla fine due caricature prive di spessore. I personaggi negativi, a mio parere, hanno un'importanza maggiore anche di quelli positivi, in quanto è grazie a loro che il racconto si muove. Quando invece ci propongono figure alquanto fragili, quasi ridicole, tutto perde credibilità e drammaticità, senza per questo offrirci una chiave comica di lettura. In questo racconto i limiti sono spesso legati proprio a queste due figure, che poco convincono e coinvolgono.

Tra gli elementi positivi c'è sicuramente l'interazione tra i due con lei che subisce un'evoluzione nel corso delle vicende offrendoci una sorta di crescita emotiva, basti pensare a Mark che pian piano si rende conto di avere sempre amato Belle, o lei che capisce di aver messo in gioco la sicurezza di un uomo che ha cercato di aiutarla in tutti i modi per un capriccio ed una rivendicazione di principio. .
Il finale e' chiaramente un richiamo alla scena de IL MERCANTE DI VENEZIA con Bianca che nei panni di un avvocato cerca di aiutare Antonio, l'amico del suo amato. Qui lei cerca di difendere l'uomo che l'ha salvata ed il dibattito è sicuramente ad effetto. Perde nuovamente mordente quando lei rivendica una dichiarazione d'amore assolutamente inutile, in quanto già fornita in precedenza. Nel complesso comunque è un tentativo apprezzabile di creare qualcosa con un movimento maggiore ed un'ambientazione non spesso sfruttata.
VOTO: 5
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