
Mi ero comunque prefissata l'obiettivo di leggere tutti e tre i volumi che mi aveva prestato una mia amica, parte di una saga molto più lunga dedicata ai Tudor e alla potente famiglia dei Cavendish. Con la solita confusione che mi caratterizza, ho fatto un salto indietro di una ventina d'anni rispetto a Il RUBINO quando Enrico VIII.

È in questo contesto che si colloca la storia di Lady Celeste, ultima figlia femmina di un ricco cavaliere francese, e di frate Guy, un tempo soldato al seguito di Enrico ed ora novizio penitente che cerca di sfuggire ai peccati del suo tempo. Il suo voto è quello del silenzio.

Sicuramente Guy Cavendish è il personaggio più interessante della storia, insolito con la sua continua lotta contro la tentazione, deciso a mantenere fede a dei voti non ancora pronunciati. Guy vuole vivere lontano dalla tentazione e per questo cerca di stare lontano da Celeste, cercando di mantenersi fedele più a un principio che alla sua vera natura o ad una vera e propria chiamata. Il suo istinto di cavaliere più volte emerge durante il racconto, tanto che il fedele Gaston riesce a scovare il soldato che si nasconde dietro la tonaca del frate. Certo l'ordine del Frate Superiore di scortare la ragazza da cui già si sente tentato, è l'ennesima prova alla sua vocazione.

Il viaggio è la parte più debole della storia. Anche se dovrebbe emozionare e indurre i due a conoscersi ed innamorarsi, alla fine risulta piuttosto piatta, senza grandi difficoltà o grandi avventure. Lei si ammala, si riprende, continuano il viaggio, passano da una locanda all'altra, fino a quando il fidanzato spodestato non la troverà e cercherà di imporsi su di lei, ma onestamente tutto quello che viene prima è piuttosto piatto. Ad animare tutta questa parte è solo il dibattito interiore di Guy, che si rende conto di essersi innamorato di una fanciulla che non è alla sua portata.

VOTO: 6
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