Con il ritorno dell'estate, Grace torna a Mercy Falls, dove ormai la famiglia guarda con sospetto Sam, convinti che sia stato il ragazzo a far fuggire Grace da loro. La verità, ovviamente, è troppo complicata e drammatica per poterla spiegare. Se da un lato abbiamo Sam, malinconico e triste, che aspetta il ritorno dell'estate, desideroso di riabbracciare la ragazza, Cole vive al suo fianco, nella casa di Beck, intenzionato ad aiutare la ragazza e trovare una cura per tutti loro.

Romanzo ancora una volta polifonico, con le quattro voci che si alternano narrando le vicende dal loro punto di vista, attraverso la loro emotività. Molti hanno trovato Sam piuttosto debole in questa parte, ma a mio parere è tutta colpa di Cole (nel senso buono del termine). Cole è un personaggio che lascia un'impronta nelle lettrici, per la sua anima irrequieta, per il suo spirito tormentato, per la sua mente geniale, molto al di sopra della media.

attratti l'uno dall'altra. Rappresentano il sale alla storia, ma gli altri sono effettivamente dolci e sicuri.
Lo stile della Stiefvater si riconferma malinconico e crepuscolare, nostalgico e tragico, pieno di poesia, quasi figurativo, ma allo stesso tempo rispetto al volume precedente (che era riuscito a raggiungere un picco emotivo non facile da eguagliare) sembra quasi che si diluisca in una conclusione piuttosto deludente. Certo nel complesso la trilogia resta a mio parere tra i tentativi più riusciti di romanzi fantasy degli ultimi tempi. Abbiamo finalmente un racconto dove non si imita nessuno e si raggiunge una propria autonomia, creando una storia con una propria forte identità.
L'amore di Grace e Sam è di quelli romantici e dolci che possono conquistare i più sensibili, ma allo stesso tempo la Stiefvater si apre anche a nuove possibilità, tanto che la sua coppia di amanti ostili (Isabel/Cole) finiranno per conquistarsi uno spazio tutto loro nel romanzo SINNER. Storia, comunque, che merita assolutamente di essere letta per tutti gli appassionati del genere.
FRASI TRATTE DAL ROMANZO
La vita era una torta dall'aspetto magnifico dentro un espositore da pasticceria, che diventava segatura e sale non appena si addentava.
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Senza Grace ero una macchina a moto perpetuo che funzionava grazie all'insonnia e alla paura di lasciare che i pensieri prendessero forma.
Ogni notte era la fotocopia del giorno che l'aveva preceduta, e ogni giorno era la fotocopia delle notti.
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Eravamo fronte contro fronte, padre contro figlio, Beck e Sam, com'era sempre stato. Beck incarnava ogni demone e ogni angelo.
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Questa è di Rilke:
Alla fine nessuno decise
e nessuno bussò
e nessuno balzò in piedi
e nessuno aprì
e sulla soglia non c'era nessuno
e nessuno entrò
e nessuno disse:benvenuti.
e nessuno rispose:finalmente.
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