sabato 14 agosto 2021

LIBERDADE LIBERDADE - Un confuso finale (66-67)

 


E alla fine anche questa storia, con pregi e difetti, è giunta al suo termine, lasciandomi con la sensazione di un amaro in bocca e di inconcludenza, in qualche modo sottolineata anche dalle immagini finali che ci portano in mezzo al mare, verso il Portogallo, con i due eroi che hanno perso tutto e tutti, ma che sperano ancora di cambiare le cose.


 

I due episodi finali sono stati una lunga strage rumorosa, compiuta da Rubiao, divenuto l'incarnazione di tutti i mali, sfogati in piazza pubblica, davanti a un popolo che applaudiva o disapprovava in base alle scelte degli autori. Xavier e André vengono portati sul patibolo e l'unica sincera emozione ci viene strappata dal giovane Raposo che alla domanda: "Quali sono le tue ultime parole?" chieste da Tolentino, amante complicato e suo delatore, risponde onestamente: "Il mio unico peccato è stato amarti!".


 

Poi c'è intervento della banda di banditi, rivoluzionari, che piomba sul paese di Vilarica intenzionato a salvarli, arrivando in tempo per Xavier, ma troppo tardi per André. Il resto degli episodi continua a riportare gli eroi nel centro della piazza, come se non riuscissero ad uscirne, svelando segreti rimasti ancora occulti (come l'identità di Rosa rivelata a Xavier durante il combattimento) e tutti i segreti di Rubiao, come l'omicidio della madre di Joaquina e il tradimento di Tiradentes.


 

Morti varie si accumulano una dietro l'altra. Si salva la povera Bertoleza, fuggita con il fratello di Rubiao per sposarsi in segreto, alle spalle del resto del mondo. A lei viene concessa la possibilità della gioia, mentre tutti gli altri lottano senza una via di uscita. Quando Rubiao viene assassinato dalla portoghese, la governante che lo ha amato accettando tutto, per poi essere umiliata e disprezzata, Rosa viene sorpresa dalla polizia mandata dalla capitale per riportare ordine.


 

Anche qui la sua esecuzione viene decisa frettolosamente e in pochi minuti la ritroviamo nuovamente sul patibolo, a gridare "Liberdade, Liberdade" come aveva fatto suo padre. Questa volta a salvarla interverrà Xavier con gli uomini di Mao de Luva, mentre Virginia la manda via, avendo organizzato la loro fuga. Che cosa ne sarà di Mimí, abbandonata al suo destino con un figlio che dovrà nascere? E di Dionisia, la zia di Rosa, che ha perso tutti, tranne il suo bandito, recuperato sul finale? Molti fili vengono lasciati in sospeso e per un prodotto come questo è davvero un particolare insolito.


 

La sensazione di trascuratezza rovina una storia che presentava molti elementi interessanti, una splendida fotografia, costumi curati e una trama che avrebbe potuto rendere molto di più. Ci si è persi in particolari superflui, in errori di scrittura e in un finale decisamente caotico e confuso, come qualcuno desideroso di portare a termine un'avventura sviluppatasi male. Peccato! Decisamente non la ricorderà tra le storie che mi hanno appassionato.

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