giovedì 22 agosto 2019

AVENIDA BRASIL - Il vero padre (52-55)


La scoperta da parte di Jorgito sulle sue vere origini ha in qualche modo portato il giovane a liberarsi di quell'ombra oscura che non riusciva a chiarire, ovvero il rapporto conflittuale con Carminha, che adesso, disperata, cerca in qualche modo di farsi perdonare. La verità, o almeno parte di essa, è arrivata come un boomerang colpendola in pieno, ma quello che mi affascina in quest'altra manciata di episodi è sicuramente Tifon.


Il personaggio del calciatore povero che, grazie al suo talento per il pallone, è diventato una stella del firmamento calcistico e ha saputo investire il denaro, capovolgendo completamente il destino della sua famiglia, è una figura nuova in questo genere di prodotti. Non mi era capitato di incontrarlo prima e gli autori lo descrivono come un sempliciotto dal cuore immenso, che viene ingannato da Carminha, che non sembra in realtà avere la capacità di rendersi conto del valore dell'uomo che ha accanto e che appare evidente agli occhi di tutti.


Jorgito, ad esempio, pur cercando le sue origini, non dubita un solo istante che il suo vero padre sia proprio Tifón, il cui nome porta tatuato sul braccio. Si sono scelti fin dal primo momento in cui si sono incontrati e il loro è un rapporto destinato a durare per sempre.


Tifón è di una purezza assoluta, il contrario di Carminha, e Nina sa bene, quando lo manda a parlare con Mamá Lucinda, che la donna, che ha mentito a tutti loro, non avrà la forza di continuare con le sue bugie davanti ad un uomo come Tifón.


La donna confessa la verità su Jorgito e Carminha e la delusione dell'uomo è assoluta. Il suo primo pensiero è quello di andare a chiedere perdono al figlio, per non avergli mai creduto, per poi affrontare la moglie, che gli ha mentito durante tutti questi anni.


Carminha inscena la sua interpretazione più grande e fa di tutto per cercare di salvare il suo matrimonio, sostenendo di aver avuto un passato terribile, di essere stata cresciuta da Mamá Lucinda e di essere stata violentata quando aveva solo sedici anni. Mescola bugie e verità, per essere più credibile che mai.


Tifón è un puro e non dubita delle sue parole, anche se il silenzio fino a quel momento sembra aver scavato un abisso tra lui e la moglie, tanto da indurlo a prendersi un momento di pausa e a lasciare la grande mansione per potersi trasferire dal padre Leleco, che vive con la bellissima e innamorata Tessália. Qui riprenderà contatto con Monalisa, l'amore della sua giovinezza, quella che ha lasciato per Carminha, ma anche con i suoi amici, in qualche modo allontanati dalla donna perché valutati troppo volgari.


Vedere Tifón in questo ambiente, nella vecchia casa prima del denaro e della fama, ce lo fanno sentire ancora più vicino, tanto che persino il figlio, sentendosi a suo agio in quella casa, con il nonno ed il padre, finisce per trascorrere il suo tempo lì, invece con la fidanzata.


Eppure, nonostante la crisi matrimoniale che sta attraversando, sarà proprio lui ad accompagnare Carminha a casa del figlio per potergli permettere di raccontarle la sua verità, ma Jorgito si chiuderà a riccio, non credendo ad una sola parola, scatenando la furia della madre. Lui però lo rivendicherà con forza: per lui l'unico che conta, chi è davvero suo padre, è Tifón, l'uomo che lo ha accolto nella sua famiglia.


Splendido personaggio, ben interpretato da Murilo Benicio, che già aveva dimostrato doti attoriali notevoli nel triplice ruolo di un classico come EL CLON, e che qui ci offre il ritratto di quest'uomo semplice, buono, leggermente volgare, ma allo stesso tempo portatore di sentimenti positivi e veri da conquistare l'affetto delle persone intorno a lui. Ottimo personaggio a cui auguriamo sicuramente di ritrovare, prima o poi, la felicità accanto a Monalisa, com'è giusto che sia.

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