AVENIDA BRASIL - Prime impressioni (1-13 puntate)
In questa estate infuocata, di pause televisive, in piena crisi di governo e di mille avvenimenti, ho pensato di recuperare una storia di cui avevo sentito parlare tantissimo e che non avevo mai visto, pur avendo come protagonista Débora Falabella, attrice brasiliana che avevo amato e apprezzato nel ruolo drammatico di Mel Ferrás nel leggendario O CLONE e come la moderna Julia in DUAS CARAS.
AVENIDA BRASIL è stata un vero e proprio caso televisivo mondiale. Prodotta nel 2012, dai registi Gustavo Fernandez e Paulo Silvestrini, la telenovela "Avenida Brasil", è stata doppiata in 19 lingue ed ha avuto un successo enorme in tutto il mondo, stabilendo un record di marketing internazionale vendendo i propri diritti di trasmissione in ben 125 paesi.
Le produzioni di Rete Globo, colosso della televisione brasiliana, hanno un innegabile merito: quello di inventare storie dalle trame originale, interessanti e meno scontate della classica storia di lui ricco e lei povera, che s'incontrano e s'innamorano. Dalla prima manciata di episodi visti, la storia presenta un ritmo abbastanza buono, pur presentando le infinite storie che spesso distraggono rispetto ad altre produzioni simile, di provenienza diversa.
La storia inizia nel quartiere chiamato AVENIDA BRASIL. Siamo nel 1999. Génesio è un uomo maturo che ha alle spalle un matrimonio che gli ha lasciato una figlia, Rita, ancora piuttosto piccola, e una nuova moglie, Carminha, apparentemente dolce e devota. In realtà tra Carminha e Rita esiste un vero e proprio astio. La donna tratta duramente la bambina quando il marito è assente, ma la piccola, sveglia e intelligente, finisce per capire la vera natura della donna, che ha convinto il marito a vendere la casa di tutta la sua vita. Lo scopo della donna, aiutata dal suo complice ed amante, Max, è quello di derubare l'uomo e di fuggire con il denaro prelevato dalla banca.
Rita, ascoltata una conversazione della donna con il suo amante, corre ad informare il padre, che riesce a mettere in salvo il denaro, ma finisce per affrontare la moglie Carminha. I due litigano ferocemente e l'uomo, deciso a denunciarla, si incammina sotto la pioggia, durante una notte tempestosa, per poter andare dalla polizia.
Ed è qui che gli incroci della vita (o delle telenovelas), finiscono per iniziare a tessere le loro trame. Tifon (o Tufão nella versione brasiliana), famoso giocatore, ha appena vinto la partita della vita, e sta guidando verso la festa che hanno organizzato per lui. Colto da un momento di distrazione, investe Génesio, uccidendolo. L'uomo in fin di vita riesce solo a mormorare il nome completo di Carminha, che vorrebbe denunciare, ma Tifon crede che voglia affidargliela. Il forte senso di colpa e il desiderio di espiare porteranno il calciatore nelle braccia della donna, sacrificando anche la sua storica relazione con Monalisa, la fidanzata di sempre.
Intanto Max e Carminha decidono di sbarazzarsi della piccola Rita, portandola in una discarica e affidandola a Nilo, un uomo losco che la fa lavorare insieme ad altri bambini orfani. La sua fortuna sarà l'incontro con Patata, un bambino che vive e lavora per quella che tutti chiamano Mamma Lucinda, una donna che cerca di prendersi cura dei bambini orfani come meglio può. Sarà proprio grazie all'intercessione di Patata che Mamma Lucinda accetterà Rita nella sua piccola famiglia.
Malgrado la miseria Patata e Rita vivono momenti felici e l'affetto tra di loro cresce al punto da indurli a sognare di una vita insieme, un giorno sposati con figli. Il pericolo però incombe, soprattutto quando Mamma Lucinda scopre la vera storia di Rita e decide, per il bene della bambina, di farla adottare da una coppia argentina, venuta in visita. La separazione tra i due bambini è dolorosa, ma Mamma Lucinda sa che è il solo modo per salvare la ragazza anche dal suo desiderio di vendetta.
Anche per Patata il destino che lo aspetta è completamente diverso da quello sperato. Un giorno Carminha, che è la sua vera madre, decide di andarlo a recuperare. Lo aveva avuto da Max, il suo storico amante, e decide di prenderlo con sé, adesso che è la moglie di Tifon e ha tutto quello che desidera da offrirgli. Mamma Lucinda non vorrebbe, ma difronte alle minacce della donna, cede e Patata viene adottato da Tifon, che lo accoglie con gioia, soprattutto quando nota che il ragazzo ha un certo talento per il calcio.
Passano dodici anni. Rita ormai si chiama Nina e vive in una famiglia con due sorelle ed il padre, che la ama in modo assoluto. Sembra invece che non abbia goduto dell'affetto della madre, che ha sempre fatto delle differenze con le altre due figlie. È diventata una chef di talento, con un proprio ristorante, ma quando l'uomo che l'ha cresciuta muove d'infarto, il desiderio di vendetta, mai sopito, riaffiora, inducendola a troncare la relazione con l'uomo con cui stava, ad abbandonare il ristorante e la famiglia per poter tornare a Rio de Janeiro, dove, grazie ai contatti con Ivana, la sorella di Tiffon, conosciuta su internet, si fa assumere come cuoca a casa di Carminha, intenzionata a vendicarsi.
Quello che Nina ignora, e che mamma Lucinda non le rivela, quando scopre che la ragazza è tornata mossa sempre dal suo desiderio di vendetta, è che Jorgito, il figlio adottato di Tifon, altri non è che Patata, il suo amore d'infanzia, adesso fidanzato e prossimo alle nozze con Débora. Quando Nina scopre la sua vera identità, il dolore è assoluto, come il timore di non riuscire ad andare avanti nella sua vendetta.
Questa prima manciata d'episodi è decisamente convincente, ben girati, con due protagonisti atipici. Nina non è la classica brava ragazza sedotta ed abbandonata, di molti prodotti del genere. È una donna accecata dal desiderio di vendetta, che vuole far pagare la persona che ha distrutto la sua vita e che è pronta a sacrificare tutto e tutti pur di raggiungere il suo scopo, basti pensare a come si allontana dalle sorelle o a come liquida il fidanzato, al quale è legata da tempo. Jorgito, invece, è un ragazzo problematico, che adora il padre e la sorella adottiva, ma odia quelli che sono i suoi veri genitori, non sentendo minimamente quel richiamo del sangue, tipico di molto prodotti latini. Sembra innamorato di Débora sinceramente, e sono curiosa di capire come evolverà la storia tra lui e Nina, che ricorda come un amore infantile, perso insieme a tante cose della sua infanzia.
Gli attori sono molto naturali e in parte. Anche Murilo Benicio, passato dal fascinoso triplice ruolo di galan in O CLONE a questo giocatore di buon cuore, ma grezzo ed ingenuo, appare estremamente credibile. Siamo solo al principio e tutto potrebbe cambiare, ma al momento ci sono tutte le premesse per un buon prodotto.
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