Che cosa dire di questo finale arrivato a chiudere tutti i cerchi e a lasciarci con il desiderio di vedere ancora e ancora il Commissario e la sua signorina? Kara Para Ask, anche se ormai sono passati dieci anni dalla sua prima emissione, conserva tutto il fascino di una serie ben costruita, con personaggi ben strutturati, una trama coinvolgente dal primo all'ultimo episodio, senza falle, che ci permette, dopo l'ultimo secondo di visione di vederli davvero correre lungo la strada per iniziare, insieme, una nuova avventura. Ma iniziamo dal principio!
Credevo che l'ultimo episodio potesse privarci del solito ritmo, invece, senza nulla togliere alla profondità, anche in questo caso abbiamo avuto una puntata piena di emozioni. Elif, stanca di tanta sofferenza, non sopportando il pensiero di quello che un lavoro come quello di Omer avrebbe potuto fare all'uomo che ama, dopo una brutta lite durante il matrimonio di Arda e Pelin, decide di prendere poche cose e di lasciare per sempre Omer e Istanbul.
La vediamo salire in auto, dopo essersi congedata da Asli, e partire all'avventura, arrivando in un paesino sul mare, molto lontano dal ritmo frenetico della capitale. Omer scopre che se n'è andata, lasciandogli solo una lettera e il dolore per la separazione si mescola con il risentimento per essere stato abbandonato. Decide così di non cercarla, accettando la sua scelta di vita.
Il tempo passa. Omer è a capo di una nuova operazione, che porta avanti con successo, premiato e considerato dai colleghi della nuova squadra e dal nuovo comandante in capo. Arda e Pelin si prendono cura del figlio di Ipek, ma soprattutto Omer fa l'uomo di casa e in occasione del fidanzamento ufficiale di Mert con Demet è lui a doversi incaricare del ruolo di padre. È in questa occasione che, costretto a tornare a casa per la cena di famiglia, si reca in una gioielleria per comprare un regalo per la nipote e qui, tra gli oggetti esposti, vede una collana che riconosce subito come il disegno che Elif stava elaborando poco prima di lasciarlo.
Il suo cuore non vuole cedere, anche se i mesi di lontananza pesano profondamente e persino Melike lo affronta ricordandogli che sta rinunciando alla felicità per quello che alla fine è un lavoro. La rabbia di Omer comincia a scricchiolare, mentre vediamo Elif che conduce una vita libera, un po' bohemienne, in una bellissima casa che si affaccia sul mare e che con la sua terrazza mi ricorda molto quella di Montalbano in Sicilia.
Pur serena e circondata da nuovi amici, tra cui spicca Ege, il proprietario di una pensione che ha incontrato il primo giorno in cui è arrivata, c'è un velo di tristezza in lei che ci fa capire che non ha mai dimenticato Omer.
Nel frattempo a Istanbul Fatih e Huseyin decidono di evadere e ci riescono grazie alle alleanze e agli amici del primo. Il legame tra di loro si è rinsaldato, in questi mesi, e i due si aiutano. Ad aspettarli fuori c'è Nilufer, ormai avanti con la gravidanza, che ha deciso di fuggire con il padre di suo figlio. Il cammino dei due amici e complici si divide, perché Fatih punta a sparire con Nilufer e la madre, mentre Huseyin ha un solo obiettivo.
Lo scopriamo durante la cerimonia di premiazione di Omer, dove è presente tutta la sua famiglia, ma anche il sicario mandato da un nuovo nemico sulle cui tracce c'è proprio Omer. Durante la cerimonia, l'uomo punta al nostro eroe, deciso a ucciderlo, ma Huseyin interviene salvandolo e ricevendo per lui una pallottola che lo riduce invalido e impossibilitato a muoversi per sempre.
La vita di Omer è nuovamente sconvolta, ma ormai nel suo cuore è chiaro che l'obiettivo principale è quello di ritrovare Elif. Dà le sue dimissioni, nello stupore generale, e decide di scoprire dove possa essere, cercando indizi dalla collana che aveva visto nella gioielleria e che era chiaramente opera di Elif.
La notizia delle sue indagini arriva anche ad Elif, attraverso Asli, che è informata su dove si trova e la ragazza decide di impacchettare tutte le sue cose per andare via in Italia. Non riuscirà a farlo perché Omer arriverà prima, sorprendendola tra le braccia di Ege. In un primo momento sembra quasi convinto di dover andare via, perché Elif è andata avanti senza di lui, ma l'Otello che conosciamo lo riporta sui suoi passi e in uno scontro frontale, scopriamo che Ege è il marito di Asli e quindi il cognato di Elif.
Anche se in un primo momento Elif sembra non credere all'intenzione di Omer di una vita serena, alla fine l'amore che prova per lui e che non si è mai sopito, la induce ad accettare la sua proposta di matrimonio. I due si sposano, questa volta, senza aspettare nessuno, neanche la famiglia di Omer, alle prese con il problema Huseyin. In una cerimonia molto semplice, ma libera e felice, davanti al mare, Omer ed Elif si sposano, con testimoni Arda e Pelin e con la presenza di Asli e Ege.
Finalmente tutto sembra incastrare come le tessere del famoso puzzle che Tayyar Dundar ostinatamente cercava di completare. I due iniziano una vita tranquilla, con l'intenzione di avviare un locale nello stesso paesino dove Elif si è trasferita. Intanto Arda e Pelin, che hanno appena scoperto che diventeranno genitori, rintracciano Fatih, sulla tomba del padre. Sarà Arda che, commosso dal suo desiderio di paternità e di essere accanto al bambino che sta per nascere, sensibilizzato sull'argomento, lo lascerà fuggire, mentre Huseyin lo vediamo trovare un minimo di serenità, curato dalla madre, anche se ormai immobile, che sente le voci dei bambini nel giardino dove giocano. Personaggio complicatissimo, ma estremamente reale e ben recitato.
E il nostro commissario e la sua signorina? Be', la vita bucolica e pacifica sognata da Elif è di breve durata. Basta vedere dei malviventi locali che infastidiscono un loro vicino che gli animi si surriscaldano. L'animo da poliziotto di Omer si risveglia, anche se cerca di tenerlo in silenzio, sarà la stessa Elif, sul finale, quando vede gli stessi uomini per i quali la polizia locale non ha preso provvedimenti, che infastidiscono un altro loro vicino, che si rende conto che il mondo è pieno di ingiustizie e loro, tra i poco pronti a combattere, non possono stare con le mani ferme. Sembra quasi l'inizio di una nuova avventura.
Che dire? Serie scritta benissimo, con attori in stato di gloria, ambientazioni perfette, dalla splendida casa nel quartiere di Bebek dove vivono le Denizer, a quella abbandonata ma calorosa di Omer, alla casa rosa dove la nostra coppia sogna di vivere a quella sul mare dove alla fine si trasferiscono, ogni cosa è studiata attentamente, curata nei dettagli, dai dialoghi, mai banali, allo studio dei personaggi, realistici in tutte le loro sfumature, ai particolari, come il famoso accendino che segue Omer per tutta la storia e che si chiude con la scoperta del colpevole dell'omicidio del padre. Ogni elemento viene sviluppato, mai abbandonato e gli attori entrano nella pelle dei personaggi dando vita a degli individui a tutto tondo che sembrano davvero esistere in un mondo altro che potrebbe essere vicino a noi, nel tempo e nello spazio. Serie consigliatissima!