In questa storia d'identità perdute e cercate (come alla fine era anche la trama di SETE VIDAS), abbiamo due madri e due padri completamente diversi. Da una parte Bárbara, donna problematica, ma decisa a costruirsi una famiglia, che crede di aver realizzato con Renato, dall'altra Joy, la ragazza delle favelas, sbandata, incapace di costruire che vorrebbe sbarazzarsi del bambino che aspetta. Accanto a loro due uomini agli antipodi: Renato, che non desidera essere padre, e Ravi che invece riesce a convincere Joy a tenere il bambino.
Due gravidanze vissute in maniera completamente diversa, una tra gli agi e le grandi aspettative, l'altra tra rinunce e sacrifici. Eppure al momento del parto, incredibilmente nello stesso giorno, Bárbara riesce ad arrivare alla clinica, ottenendo tutto il sostegno medico necessario, accompagnata da Ravi, mentre Joy, bloccata su un pullman, accanto si ritrova Cristian/Renato che, per uno scambio di cellulari, riceve la chiamata dell'amica di Joy con l'incredibile notizia.
Eppure un bambino viene al mondo e l'altro non ce la fa ed incredibilmente è proprio il figlio di Ravi e Joy a essere quello più resistente, mentre l'altro, per un'infezione non riscontrata, muore prima di nascere, trascinando Bárbara nella disperazione più totale.
Certo non è un figlio a fare una madre (almeno non sempre) e Joy continua a essere insofferente, ribelle, incapace di dare una direzione alla sua vita, mentre Bárbara cerca di affrontare il dolore della perdita. È proprio il suo percorso a spingere Cristian a guardarsi indietro e a decidere di fare chiarezza in se stesso e sul suo passato, quasi temendo di smarrire il suo vero io.
Così quando scopre che il professore che è stato fondamentale nel suo percorso di crescita è in fin di vita, decide di partire per un viaggio, fingendo di essere Renato, per ritrovare Cristian, o meglio quel ragazzo che credeva nell'onestà e nel fare la differenza in questo mondo.
Sicuramente toccanti sono tutti i momenti di incontro con la donna dell'istituto che lo ha cresciuto, con il professore in fin di vita, e in qualche modo, passo dopo passo, Cristian ricostruisce anche le ferite del vero Renato, separato da lui da bambino, e affidando in un mondo solo apparentemente sicuro.
Così quando, insieme a Bárbara, nel parco dove stanno facendo volare palloncini che simboleggiano il distacco dalle persone care, mentre la moglie scrive il nome del bambino mai nato, Yuri, lui si congeda invece da Renato, quel fratello dolorosamente cercato, senza essere riuscito a incontrarlo davvero, legato a lui in profondità.
Riuscirà a questo punto a fare qualcosa della sua vita? O meglio di quella di Renato? E Lara? Capirà mai che l'uomo amato l'ha ingannata e che è ancora presente? Siamo solo agli albori della storia, ma ci sono decisamente spunti interessanti.
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