mercoledì 17 giugno 2020

JOIA RARA - Manipolazioni (132-134)


Siamo ormai intrappolati da giorni in questa spirale di prolungamento e di noia in cui Silvia, senza nessuna logica razionale, finisce per credere alle manipolazioni di Manfred, un uomo che è un perfetto sconosciuto, che però riesce a farle credere che l'uomo che la voleva morta è Franz, contrariamente a quello sostenuto da Viktor, l'uomo che lei ricorda di amare sopra ogni cosa.


Lo so che è la logica del brodino, quella escogitata da tutti gli sceneggiatori quando devono, per forza di cose, prolungare una serie di successo. È capitato anche alle più grandi e quindi non dovrei stupirmi, ma  finisco sempre per cadere in una sorta di frustrazione dal quale spero di riuscire ad essere salvata presto.


Per fortuna l'agonia termina con Silvia, tornata a casa di Manfred dopo un tentativo da parte di quest'ultimo di far arrestare Franz, facendolo cadere in una vera e propria imboscata, che recupera improvvisamente la memoria e si rende conto che il vero assassino è proprio il suo ospite.


A quel punto cerca di fuggire dalla frange mansione Hauser, ma Manfred la rintraccia e riesce a bloccarla. Sarà Viktor che, scoperta la verità, correrà ad avvisare suo fratello. Franz, a quel punto, chiama la polizia, offrendosi di consegnarsi a patto che vadano a recuperare Silvia, prigioniera nella grande casa.


Se la loro storia sembra essere arrivata ad uno sbocco, anche le vicende di Tony, Gaia e Hilda sono ad una fase cruciale. I primi due vincono la causa contro Laura e ottengono l'affidamento di Giuseppe, distruggendo il cuore della donna.


Nel frattempo Hilda si rende conto di non avere più speranze con Tony, per il quale aveva rinunciato a tutta la sua vita, e decide di dare una svolta alla sua esistenza, chiedendo al proprietario del cabaret di farla cantare sul palco come Hilda Hauser e non dietro al sipario, come voce di qualcun altro.


Ci sono ancora una manciata di episodi, ma sembra di vedere finalmente la luce alla fine del tunnel.

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