Esistono dei film che in qualche modo ricordiamo di aver visto da ragazzine, che ci avevano affascinato e di cui conserviamo un ricordo piacevole. Rivedendoli oggi, a distanza di anni, senza l'infatuazione dell'adolescenza, rivelano tutte le pecche innegabili e strappano inevitabilmente un sorriso, o almeno è quello che mi è capitato con LAGUNA BLU, rivisto per caso ieri sera su La 7d.
La storia, per quelli che non l'hanno mai visto, racconta di un naufragio avvenuto intorno alla metà dell'Ottocento. A bordo si trovano anche due bambini, Richard ed Emmeline, che si salveranno insieme con l'anziano cuoco di bordo, Paddy Burton.
I tre, senza sapere cosa è successo al resto dell'equipaggio, arrivano su un'isola solo apparentemente deserta, dove Paddy resta con i ragazzi per un breve periodo, insegnando loro tutto quello che è necessario per sopravvivere, prima di morire annegato e ubriaco.
Emmeline e Richard riescono, incredibilmente, a sopravvivere e, crescendo, scopriranno la sessualità e l'amore l'uno tra le braccia dell'altra, avendo anche un bambino, che chiameranno Paddy, fino al giorno in cui, finalmente, senza volerlo, saranno ritrovati.
Di questa storia, presentata in modo piuttosto improbabile, lasciando dubbi su come un bambino possa nascere in un bosco e sopravvivere, insieme alla madre, senza un minimo di nozioni mediche che prevedono il taglio del cordone ombelicale, come minimo, resta comunque il chiaro ricordo della protagonista, una giovanissima Brooke Shields che spiccava per una bellezza innegabile, la bionda chioma di Christopher Atkins, i nudi velati, le pose da fotoromanzo nelle scene di passione, la bellezza del luogo in cui furono fatte le riprese.
Oggi, rivedendolo, mi ha strappato ancora una volta un sorriso e ho sentito la solita amarezza per il finale, che interrompe la storia proprio sul più bello, inducendoci a porci la domanda a cui dava risposta invece il romanzo L'ISOLA DELL'AMORE PROIBITO di Tracey Garvis Graves: Emmeline e Richard come si sarebbero riadattati alla società dopo essere vissuti a contatto con la natura, liberi e felici? Non lo sapremo mai, perché l'improbabile continuo, RITORNO ALLA LAGUNA BLU, del 1991, è decisamente da dimenticare.
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