domenica 12 luglio 2015

PRIGIONIERO DI NESSUNO DI Diana Gabaldon (La Saga di Claire e Jamie - Vol XV)



Finire un romanzo e soprattutto quello che si prospetta come l'ultimo di una saga è un po' come congedarsi da un amico a cui si è voluto molto bene e che non si rivedrà per un lungo periodo. Detto in altre parole, provo quasi una strana malinconia e ieri sera chiudendo il libro su quell'ultima frase ho provato quasi un senso di abbandono. Ma come, mi sono detta, ci lasciate così? E che la sensazione sia alquanto incredibile nasce dal fatto che si tratta del quindicesimo volume e che Jamie e Claire ne hanno davvero passate di tutti i colori, affrontando guerre, carestie, omicidi, aggressioni, naufragi, rapimenti, ma rimanendo sempre l'uno per l'altra il faro in mezzo alla tempesta. Quindi il mio sentirmi orfana è alquanto giustificato.



LEGAMI DI SANGUE ci aveva lasciato sul più bello, in un momento drammatico della storia. La scena in cui Jamie corre dalla moglie che è stata colpita da un proiettile vagante, dopo che per buona parte della storia abbiamo palpitato temendo che a lui potesse succedere qualcosa, ci ha tenuto con il fiato sospeso e ha indotto tutte le appassionate a mettere crocette sul calendario in attesa dell'uscito dell'ultima parte che conclude quello che è un volume unico, ovvero WRITTEN IN MY OWN HEART'S BLOOD.


Quest'ultima parte prende il cuore del lettore tra le grinfie e lo tiene stretto con forza fino alla fine. Jamie è sempre stato un guerriero, nato e cresciuto, pronto a dedicare la sua vita, il suo corpo, la sua anima ad una causa: i suoi uomini, la sua famiglia, la gente di Lallybroch, Claire, sempre e soprattutto Claire. Durante la Rivoluzione, alla fine è diventato un eroe suo malgrado, coinvolto nelle vicende politiche dalla sua innegabile attitudine al comando, ma quando la donna che ha sempre amato rischia di morire, nulla più conta e la scena in cui scrive sulla schiena del soldato semplice che insiste perché si presenti da Washington le sue dimissioni valgono tutto il romanzo.



Memorabile la sua disperazione, come la solitudine del suo dolore, mentre pensa che potrebbe davvero perderla per sempre, che questo sia il momento della separazione. Grazie a Dio ci pensa Denzel Hunter a salvarla, dopo che il medico con cui Claire si era scontrata l'abbandona quasi subito per correre da altri pazienti.


Claire si riprende, anche se lentamente, ma questo segna una svolta nella loro vita. Basta guerra, basta combattimenti. Entrambi provano il folle e assoluto desiderio di ritornare a casa e la loro casa non può che essere quel luogo arcadico sulle montagne, Fraser's Ridge, dove hanno costruito una comunità ed un mondo che riesce a rimanere sospeso tra le nuvole, incontaminato e protetto anche dagli orrori della guerra. Tornare a casa, però non sarà così facile.


Mentre ritroviamo ancora Brianna ed i bambini alle prese con i loro calcoli per ritrovare Roger (che ci regala l'emozionante incontro con il padre perduto che però resterà un'incognita anche dopo che lo avrà salvato), innegabilmente il fascino è tutto nel passato. Tutta la parte in cui Brianna fa calcoli per capire il funzionamento dei salti temporali attraverso le pietre l'ho trovato più debole, ma l'ho perdonata per la voluminosità e la complessità delle vicende.


Brianna disperatamente cerca di ritrovare il marito che trova il modo per farle arrivare una lettera dove le svela l'anno in cui si ritrova e quello sarà il punto dove cercarlo. L'incontro tra Brianna e Brian Fraser è assolutamente emozionante in quanto l'uomo la confonde con la moglie morta e scambia il piccolo Jem per Willie, il mitico fratello di Jamie, vivo solo nei suoi ricordi. Anche se Brianna non incontrerà Jamie, ancora in Francia, mi resta il fascino dell'idea della sua presenza nello stesso anno in cui suo padre è ancora un ragazzino tenero e pieno di fiducia e di speranza, prima che le ombre oscure della vita si abbattano su di lui.


Ritornando al passato e al tentativo di Jamie di ritornare a casa con la sua famiglia, non credevo che ci fossero ancora emozioni forti da poter vivere, ma è stato così. Recatisi a Philadelphia per portare con sé anche Fergus e Marsali, qui si consuma l'ennesima tragedia che finisce per stritolare il cuore del lettore e la Gabaldona, regina e maestra, riesce con poche frasi a conclusione del capitolo a pugnalare il cuore con violenza e pietà, strappandoci da un vago indolenzimento di un approssimarsi del finale.


Intanto la guerra avanza, il gruppo si sposta verso Sud. I continentali rivorrebbero Jamie a combattere, ma lui si rifiuta, in quanto l'unica famiglia che riconosce è quella per cui dare la vita e nessun altro. La città viene occupata dai britannici e ricompare anche William. Che dire di questo personaggio? Non mi ha mai convinto pienamente. Troppo arrogante, troppo aristocratico per riconoscerlo come il vero figlio di Jamie, che per me è e resterà sempre il giovane Ian Murray. William ha dei tratti del padre, ma manca della sua dolcezza, della sua tenerezza, della sua umanità, malgrado sul finale si riprenda lievemente e nel riconoscere parzialmente la grandezza di un uomo come Jamie finiamo per coltivare un bagliore di speranza per il loro futuro.



I due si separano dopo il drammatico episodio di Jane, che è un altro colpo al cuore. Frances entra a far parte della famiglia di Claire e Jamie e quasi viene da sorridere in quella frase di lui a lei sul finale, quando le dice: "Non ne volevi un altro?" Ed eccoli nuovamente in cammino, tornare ad un Fraser's Ridge mai dimenticato, dove a riaccoglierli ci sono vecchi personaggi e vecchi amici, come Adso, ed il silenzio e la pace delle montagne, ma anche il ricordo, mai lenito, di una violenza lontana.


Jamie come al solito riuscirà a portare la pace nel cuore di Claire e sul finale il ritorno della famiglia amata e perdura ci regala questo squarcio di felicità e di speranza, ora che tutti sono nuovamente riuniti. Ero decisa a non voler leggere anche il prossimo libro, perché ho timore della vecchiaia e di un finale che possa privarmi di uno dei due eroi, ma adesso come farò a lasciarli andare sapendo che infondo ci sarebbe ancora tanto da raccontare, da appassionare, da vivere?


La Gabaldon ha creato un mondo fatto di personaggi epici, di emozioni profonde e sincere, di eventi, di storia che non si dimenticano facilmente. E anche se la mia mente li immagina ancora lì a Fraser's Ridge alle prese con la costruzione della grande casa, con l'aiuto di Brianna, con Ian e Rachel ormai parte della comunità, so che aspetterò il loro ritorno con ansia, sperando in un nuovo voluminosissimo continuo che possa riportarmi William, raccontarmi di Germain e parlarmi ancora di un amore che ha qualcosa di immortale perché sopravvive al tempo e alle stagioni della vita, intatto, appassionato ed insostituibile.

VOTO: 10


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