Il terzo episodio trasmesso ieri sera su Canale 5 ci mostra il salto generazionale a cui ci avevano preparato i due episodi precedenti. Maria e Michele si sono separati cinque anni prima e adesso la loro vita sembra correre su binari diversi.
Maria è all'ultimo anno di liceo, ma le persona che la circondano sono sempre le stesse: l'amica incontrata al Sacro Cuore e Paola, che le aveva reso la vita impossibile. Ad arricchire la sua quotidianità scolastica c'è Alessandro, uno studente che combatte tutte le cause di soprusi, ama Che Guevara e passa per un rivoluzionario.
Il ragazzo è subito attratto da Maria, dalla sua bellezza e dalla sua personalità, ma anche dal fatto che, pur venendo da un quartiere difficile, riesce a combattere per quello in cui crede. La simpatia tra i due è vista di buon occhio dalla famiglia di lei, che reputa che sia più sicuro per lei sposarsi con qualcuno di fuori e lasciare Bari e la vita di privazioni che si affronta nel quartiere.
Nicola Straziota, intanto, è malato e, non capace di portare avanti gli affari di famiglia, e non fidandosi dei due figli grandi, che sono soprattutto forza e violenza, chiede a Michele, perso in giro per l'Europa, di tornare a casa per aiutarlo.
Il ritorno del ragazzo crea subito una certa agitazione anche perché, nonostante gli anni, Maria lo ricorda come un sogno a cui ha dovuto rinunciare. Suo padre Antonio è preoccupato di un loro possibile riavvicinamento, ma è la vita di Michele, adesso piuttosto complicata, che in qualche modo li tiene separati.
Intanto Gaetano, Mezzafemmina, conduce una vita complicata, diviso tra la prostituzione e la droga, avendo dovuto abbandonare il suo sogno di fuggire a Londra per seguire i suoi sogni e la realizzazione della sua personalità. Michele cercherà di aiutarlo, ma il suo destino sembra essere segnato inesorabilmente.
In questo penultimo episodio, la trama s'infittisce sempre di più e la vita, con tutte le sue complicazioni del mondo degli adulti, pesa sul destino dei singoli personaggi, che sembrano in qualche modo prigionieri di un universo verghiano dal quale non sembra poter esserci riscatto.
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