venerdì 5 settembre 2014

UN AMORE INDISSOLUBILE - Lover Unbound



In fin dei conti la tragedia non fa discriminazioni, siamo tutti in balia degli stessi scherzi del destino. Nero, bianco o giallo, ricco o povero, gay o etero, ateo o fervido credente, non aveva importanza: dal suo punto di osservazione erano tutti uguali. E amati da qualcuno, in qualche angolo di universo. 
(Jane pensando ai sui pazienti)

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Era come il Carnefice: nient'altro che pur calcolo senz'anima in un involucro di pelle. Il figlio aveva imparato la lezione paterna.
(Vishous nel campo di addestramento del Carnefice)

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Era come se la vita vera fosse un temporale lontano che non ti avrebbe mai raggiunto perché non eri più sulla sua strada.
(Phury pensando al suo dolore)

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Quando la porta di chiuse, John decise che l'umiliazione era come il gelato: aveva molti gusti diversi, ti dava i brividi e faceva venire la tosse.
(John Matthew)

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Andare a fondo è un po' come innamorarsi: in entrambi i casi è una discesa agli inferi che ti spoglia di ogni cosa e ti lascia nudo, senza più orpelli. E in entrambi i casi, in base alla sua limitata esperienza, la fine era ugualmente dolorosa.
(Phury)

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- Saresti stata un'ottima guerriera, sai?
- Lo sono. La morte è il mio nemico
(Jane e Vishous)

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L'amore è qualcosa per cui vale la pena sacrificarsi, pensò uscendo dalla stanza. Anche se non è il tuo.
(Phury prendendo il posto di Vishous come Primale)

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- Credi che mia sorella sia in cielo a mangiare i suoi adorati mottarelli appollaiata sopra una nuvola? No. Il suo corpo è stato sepolto tanti anni fa e adesso di lei è rimasto ben poco. Io ho visto la morte, so cosa succede dopo che ce ne siamo andati. E nessun Dio ci salverà, Vishous. (...)
- Sarà un immenso piacere dimostrati che hai torto
- E come pensi di riuscirci? Presentandomi al mio Creatore?
- Ti amerò così tanto e così a lungo da convincerti che nessuna entità terrena avrebbe mai potuto farci incontrare.

(Vishous e Jane)

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- Ehi - mormorò lui sedendosi vicino a lei. - Non fare così. Noi non siamo tristi. Io e te non siamo tristi. La parola "triste" non esiste nel nostro vocabolario.
- Come hai fatto a indovinare? Ho un'aria così patetica?
V si battè l'indice sul naso. _ Lo sento dall'odore. La tristezza ha lo stesso odore della pioggia in primavera-
(Jane e Vishous)

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Si infilò dentro e le slacciò la cintura di sicurezza, poi la prese in braccio con estrema cautela, come se fosse ancora viva, cercando di farla stare comoda. Prima di incamminarsi nel bosco afferrò il giaccone di pelle e glielo mise addosso per proteggerla dal freddo. Cominciò a camminare come si fa sempre: mettendo un piede davanti all'altro. E così di seguito, ancora e ancora.
(Vishous con il corpo di Jane)

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La libertà di scelta ha i suoi limiti, e così pure la logica e la pianificazione. Il resto dipende da qualcun altro. Che fine facciamo, chi conosciamo, cosa succede alle persone che amiamo...non abbiamo molto controllo su nessuna di queste cose.
(Zsadist parlando a John)

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Lui era identico a quel bicchiere di vodka: anche lui stava andando in mille pezzi, rovesciando fuori il suo contenuto, ormai incapace di tenersi tutto dentro.

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C'era qualcosa di animale nella disperazione di quell'uomo, come lo sguardo di un lupo con la zampa intrappolata in una tagliola.

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Era come suo padre era sempre stato, nient'altro che puro calcolo senz'anima in un involucro di pelle.

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Aveva voglia di fare l'eroe. Ma non era quello il suo ruolo.

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Era come se la vita vera fosse un lontano temporale che non ti avrebbe mai raggiunto perché non eri più sulla sua strada.


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Il tempo volava, scorreva via come l'acqua dallo scarico della vasca da bagno, lasciando solo un gran freddo.

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Lui era la copia esatta di ciò che era andato perduto, un memento dello spazio che tormentava ciascuno di loro.

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La tristezza ha lo stesso odore della pioggia in primavera 
(V lasciando Jane)

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La libera scelta è l'eccezione che conferma la regola, e la regola è la fatalità.
(Jane pensando alla sua morte e alla separazione da V)

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Atea in vita, si scoprì uguale nella morte. Non credendo in niente, adesso lei stessa era niente.
(Jane da morta)

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