Jennifer Ashley la conoscevo per altri romanzi, in modo particolare per quel DESIDERIO SELVAGGIO che ci ha regalato un personaggio magico e atipico come Ian MacKenzie, ma era passato molto tempo da quando mi ero ritrovata tra le mani un suo libro. Qualche giorno fa mi sono ritrovata a scrutare la copertina di IL CACCIATORE DI PIRATI, con una coppia raffigurata su di un portico che si affaccia sul mare dove poco distante è ancorata una nave al chiaro di luna. Le premesse c'erano tutte ed ero anch'io a caccia di avventure, così mi sono tuffata nella storia.

Diana è una vedova con una bambina, Isabeau, sordo-muta, che dopo la fine del suo triste matrimonio, si è rifugiata dal padre, l'Ammiraglio Lockwood, sull'isola dove è cresciuta e dove vivono con una governante e con il vecchio Jessup, un tuttofare ed amico di famiglia. Diana si prende cura dei due feriti, anche se nei confronti di James prova una forte attrazione, mista ad un senso di insofferenza. Tra i due si instaura subito un legame insolito, anche se James in realtà è sull'isola alla ricerca del pirata che ha distrutto la vita di suo fratello Paul, intenzionato a vendicarsi.

Tra avventure, un'attrazione profonda e tempestosa, si dipana una storia ricca che non si esaurisce solo nel racconto di una passione, ma che coinvolge il passato ed il presente, la ricerca di una vendetta, lo scontro con la Marina Inglese, il recupero di un'amicizia passata, tra viaggi per mare e per terra, scomparsi e resurrezioni, narrate con uno stile inconfondibile.
La storia è interessante, ma restano forse dei piccoli limiti da sottolineare. Non avendo letto il romanzo precedente, IL PIRATA DI MAYFAIR, si avverte in tutto e per tutto di essere entrati in una storia già avvitata e ci si sente in qualche modo privati di buona parte della storia. Quando Diana e James si ricordano della loro precedente avventura, il lettore prova sempre una sorta di amarezza (ovviamente motivata dal fatto che non si è seguito l'ordine naturale dei volumi, ma questo non dovrebbe mai creare insoddisfazione).
Inoltre sul finale ho avuto l'impressione che si sia data un'accelerazione non giustificata che ci ha trascinato da un continente all'altro nel giro di una pagina, affrettando una riconciliazione che avrebbe sicuramente avuto bisogno di molta più analisi. Anche la conclusione della vendetta di James mi ha lasciato qualche perplessità, anche perché al suo nemico non era stato dato spazio di analisi e la mancanza di questa prospettiva rende la sua scelta un punto di domanda senza risposta.
Per il resto anche i personaggi secondari finiscono per spiccare, non tanto Alexandra e Greyson, chiaramente protagonisti di un precedente romanzo, ma anche il luogotenente Jack, con la sua sofferenza e il suo smarrimento provocato dalla perdita della memoria; la piccola Isabeau, o la splendida ed esotica Maggie che molto presto avrà tutti gli uomini della contea ai suoi piedi per disperazione di Greyson.
È un romanzo da consigliare a tutte quelle che non vogliono solo un racconto d'amore, ma anche altri elementi che possano emozionare e coinvolgere. Peccato per le piccole sbavature, altrimenti sarebbe stato oggettivamente perfetto.
VOTO: 6 1/2
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