domenica 6 ottobre 2019

CORDEL ENCANTADO - La morte del Colonnello (13-14)


La morte del Colonnello Januario segna sicuramente una svolta nella trama di questo racconto incantato. Era lui che, in qualche modo, frenava la rivalità e l'astio tra il suo figlioccio, Jesuino, e il figlio Timóteo, che in qualche modo permetteva ancora alla figlia di poter rifiutare una proposta di matrimonio non conveniente. Con la sua morte gli equilibri si guastano.


L'uomo, morendo, ha chiesto a Jesuino di continuare a lavorare per la fazenda, non fidandosi di Timóteo. Jesuino ha promesso, ma resta il problema della rivalità per Açucena, che nel frattempo lotta con i genitori per poter andare al funerale dell'uomo che Jesuino ha amato come un padre. I suoi cercano di ostacolarla in tutti i modi, preoccupati che possa essere scoperta, ma la ragazza si rifugia di nascosto sul loro carro nella speranza di poter arrivare da loro.


In realtà, in occasione della morte dell'uomo, tutta la corte di Serafia, in procinto di partire, finisce per recarsi a dare le loro condoglianze, tra cui anche il principe Felipe che, mentre cerca di sedare una rissa tra suo fratello Ignacio e Cicero, i due corteggiatori di Antonia, vede di sfuggita Açucena, che i genitori stanno cercando di portare via.


Il ragazzo la riconosce subito come la famosa ragazza del ballo, quella che la Regina Madre aveva riconosciuto come Aurora, e corre da Re Augusto per cercare di convincerlo a ritornare alla fazenda e a cercare la ragazza.


Augusto è lacerato dal dolore e vuole solo tornare a casa. Ha paura di sperare ancora e di essere ferito, ma allo stesso tempo il suo cuore non vuole separarsi da Maria Cecaria, tanto che la madre lo incoraggia, ricordandogli come anche Cristina era una plebea di cui il popolo di Serafia si era innamorato.


Lui decide di proporre a Maria Cesaria di seguirlo nel lungo viaggio, ma la ragazza prende tempo. Nel frattempo il Re decide di acconsentire alla richiesta di Felipe e di recarsi a cercare la famiglia che non gli aveva presentato la figlia, dicendo che si era sposata ed era andata a vivere lontano. Ursula e Nicholas riescono però, con vari sotterfugi, a rimandare la loro visita e quando i gruppo reale si reca tra le baracche, scoprono che i genitori di Açucena se ne sono andati, trasferendosi in un'altra città.


La morte del Colonnello provoca anche un'altra conseguenza molto importante. Il capitano Herculano si reca la sera stessa del funerale a casa di Jesuino, rivendicandolo come figlio e chiedendogli di unirsi a lui. 


Il ragazzo rimane sconvolto e non vuole accettare una simile verità. Ha sempre creduto che il suo vero padre fosse un uomo onesto e non può credere che invece si tratti del capo dei gangaceiros, un gruppo famigerato di banditi, che assedia da anni la regione.


La madre però conferma e lui, disperato, si reca a parlare con il prete per chiedere consiglio. Vuole sposare Açucena e continuare la sua vita di sempre, lavorando anche per la fazenda, pur facendo vivere la moglie nell'altro piccolo paese dove si è trasferita con la famiglia. Herculano, invece, non condivide questi suoi progetti ed è pronto a farlo unire alla sua banda di banditi.


Intanto Ursula e Nicolas organizzano un piano diabolico per sbarazzarsi di Açucena prima che Augusto e Felipe possano trovarla. Decidono di farla cadere nelle grinfie di Timóteo, per poi intervenire e liberarla, ma nella fuga verso la libertà, la carrozza viene utilizzata nello stesso modo in cui era stata usata ai tempi della Regina Cristina. Açucena viene lanciata fuori dal carro, ferendosi gravemente.



La verità è che la nostra eroina, pur cercando di essere vagamente volitiva, finisce per racchiudere in sé molti dei cliché delle protagoniste delle favole, passive ed in attesa di essere salvate, mentre la sua controparte, Doralice, si mostra come una donna moderna, forte e sicura di quello che vuole davvero, ovvero Jesuino. Riesco a capire la divisione dei consensi del pubblico tra queste due figure femminili.

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