La verità è che quando penso ad una telenovela (e per molti versi LA ESCLAVA BLANCA può essere considerata tale) mi vengono spesso in mente le decine di storie viste nel corso degli anni. Lo ammetto candidamente, perché non sono una di quelle persone snob che solo vedono pellicole impegnate. Ho adorato le telenovelas fin da quando era una bambina , fin da quando per la prima volta i miei occhi si posarono su Humberto Zurita in INCATENATI, bandana rossa su capelli nerissimi, occhi blu profondo sotto l'infinito cielo del Messico. È stato il mio primo amore televisivo.
Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti e di personaggi televisivi, romantici e non, ne ho visti davvero tanti. Quando penso ad una telenovela dell'infanzia o della mia adolescenza, ricordo amori travagliati, matrimoni sventati e forzati, ma quasi mai l'eroina finiva a letto con un altro che non fosse quello che le era stato assegnato dal destino (o dalla furba penna dei suoi sceneggiatori). A volte la cosa era ridicola (vedi SECRETO DE AMOR ), altre volte era triste, ma reale (vedi AMOR REAL), altre volte era tremendamente ingiusto. Eppure c'era come un codice morale non scritto che recitava: "tu donna andrai a letto solo con il protagonista!" per guadagnarti il tanto agognato lieto fine. Mentre lui ovviamente saltava da un letto ad un altro in attesa della felicità.
Certo ormai le cose sono molto diverse e la società è cambiata anche dall'altro lato del mondo, basti pensare a recenti produzioni come TERESA o anche LO QUE LA VIDA ME ROBO', eppure vedendo il ventesimo e ventunesimo episodio de LA ESCLAVA BLANCA sono riusciti ancora una volta a sorprendermi, perché ero convinta che non si sarebbe arrivati a consumare il famoso "matrimonio d'odio", e non certo per una questione morale, né di fastidio estetico. Miguel de Miguel, malgrado gli anni, è ancora pieno di fascino. Eppure ero convinta che non saremmo arrivati a tanto.
Il fatto è che Nicolás Parreño esercita un certo fascino ipnotico su di me e credo su molte altre donne. La sua aria tormentata e malvagia ce lo rende stranamente attraente, anche se poi viene colto in momenti dove la sua anima davvero non ha assoluzione possibile, basti pensare a Rosita. È innegabilmente il cattivo della storia, quello che (se morirà e penso che alla fine così sarà), ciò avverrà solo alla fine, per permettere il trionfo catartico del bene. Eppure il dubbio mi viene. È davvero lui il nemico, o forse la nostra eroina non è poi così candida?
Lui si è sposato con Lucia contro tutti e tutto, sembrava davvero invaghito di lei. Sua madre ha specificato che era lussuria e lui non l'ha negato. Eppure il giorno delle nozze è la dolce sposa a cercare di eliminarlo, sperando di fargli spezzare il collo rotolando dai gradini della scala che porta in cantina. Calcoli mal fatti, perché a pagarne le conseguenze del suo cuore avvelenato è la povera Remedios, che nulla ha fatto se non sostenerla.
Victoria è disperata e consapevole che l'amica ha perso in un sol colpo tutti i suoi sogni di avere una famiglia, di sposarsi e trovare un marito che l'amasse. Se tutto andrà bene, rimarrà paralizzata a vita. Remedios, quando scopre che la responsabile delle sue sventure è proprio Victoria, non sopporta di averla a fianco.
Nicolas concede alla moglie la prima notte di nozze accanto alla sua dama di compagnia. Decide di non forzarla, rispetta il suo dolore, ma poi come è tipico del personaggio la seconda notte pretende che lei finalmente lo accolga nel suo letto. Victoria non trova un modo per impedirlo. Il desiderio di distruggerlo è più forte di tutto e cede al marito, padre del suo vero amore, che lei pensa ormai perduto per sempre.
Il mattino dopo al risveglio quello più turbato dei due è Nicolás, anche se i due sposi quasi non si parlano. La ragione è logica per tutte noi, ma spesso nel velato e discreto mondo delle telenovelas anni 80 mai e poi mai si sarebbe arrivati ad un confronto tanto diretto come quello che poi marito e moglie avranno. Lui è piccato e risentito per aver capito che la moglie era già stata con un altro e crede che la ricca ed aristocratica famiglia spagnola l'abbia spedita in Colombia proprio per allontanarla dallo scandalo.
Victoria, da protagonista atipica, gli dice che è pronta ad andarsene se lui vuole così. Nicolás, pur risentito, non ci pensa minimamente. Da lei vuole un figlio e l'attrazione che sente è quanto mai forte. Ignora che si è messo una serpe in seno. Victoria infatti lo odia come non mai e chiede aiuto e sostegno a Milagros, che si è convertita nel suo braccio destro. La morte di Rosita ha lasciato vacante un posto e Victoria richiede che la ragazza si trasformi in una schiava domestica. Le due donne in realtà stanno tramando per distruggere i nervi di Morales (tormentato dai sensi di colpa) e attentare alla virilità dello stesso Parreño. Siamo decisamente lontane dai tempi delle eroine immacolate ed ingenue. Temo che alla fine il vero nemico nel letto sia quello che Nicolás si è scioccamente portato, come insinua Adela alla sensuale Eugenia.
Ed intanto Miguel, appoggiato da nuovi ed interessantissimi personaggi, come l'avvocato Felipe Restrepo e sua sorella Catalina, lascia tumultuosamente Honda per risalire il corso del fiume e arrivare a Santa Marta. Miguel ha raccontato a Felipe dei problemi degli schiavi, uccidi barbaramente e privati dei loro diritti, ma si è anche confidato con i due su Victoria e la loro storia d'amore.
Il ragazzo vuole arrivare prima che Victoria si sposi con Nicolás, ma la domenica del loro arrivo Felipe scopre che le nozze sono già state celebrate ed il mondo del povero Miguel va in frantumi.
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