mercoledì 10 febbraio 2016

LA ESCLAVA BLANCA - CAPITULO 11


L'episodio tanto atteso ed emozionante è stato trasmesso ieri sera dal canale colombiano Caracol. Avevamo lasciato la nostra eroina Victoria alle prese con un cavallo imbizzarrito per colpa del fidanzato, il ricco haciendado Nicolas Parreño. Lui aveva frustato l'animale della Marquesa per permetterle di dimostrare le tanto decantate abilità di amazzone, ma Victoria ovviamente non era in grado di reggersi neanche in sella.


Miguel la rincorre per aiutarla e quando la ragazza viene sbalzata dalla sella, per fortuna senza riportare danni, ne approfitta per svelargli la sua identità. L'emozione e lo stupore sul volto di lui dimostrano come durante tutti questi anni non l'abbia mai dimenticata. Peccato che la rivelazione è breve ed i due sono subito separati dall'arrivo di Nicolas.


Per coprire la ragazza, Miguel si addossa la colpa dicendo di averle dato un cavallo non completamente domato ed una sella che presentava difetti. Giunge subito la punizione: le frustate o essere lasciato legato ad un palo tutta la notte. Miguel vuole vedere Victoria e parlarle e quindi accetta il primo castigo, inflittogli da un compiaciuto Morales.


Nel frattempo la madre di Nicolas ha fatto ubriacare Remedio nella speranza che la dama di compagnia si tradisca e racconti qualcosa sulla Marquesa, ma la ragazza, pur sentendosi male, finisce per non dirle niente, tanto che la donna il giorno dopo decide di frugare tra le cose di Victoria, trovando il talismano che le era stato dato da Lorenza.


Durante la notte Miguel si intrufola nella casa padronale e raggiunge Victoria. I due vivono momenti di tenerezza e sembra quasi che il tempo non sia passato perché il sentimento che li unisce è lo stesso di tanti anni prima. Non hanno però modo di raccontarsi le reciproche esperienze del passato perché Nicolas bussa alla porta della presunta fidanzata e le chiede di poter parlare. I due avevano avuto un diverbio per il castigo che aveva inflitto a Miguel dopo l'incidente di cavallo.


Victoria riesce a trascinarlo in salotto, dove deve cercare di tenere a bada i bollenti spiriti di Nicolas, sbandierandogli una sua forte fede cattolica che le impedisce tenerezze (quelle che invece si scambiava con Miguel pochi momenti prima) senza la benedizione della chiesa. Nicolas accetta rassegnato, ma anche deciso ad accelerare le nozze.


Miguel, riuscito a fuggire dalla casa, vede però Victoria tra le braccia di Nicolas e la gelosia divampa naturale e pericolosa. Quella stessa notte però l'uomo, rifiutato dalla fidanzata, decide di approfittare di una delle schiave che impotente subisce il suo abuso. Milagros, resasi conto dell'accaduto, ed insofferente nei confronti delle ingiustizie a cui sono sottoposti, cerca il giorno dopo di incoraggiare Trinidad e Miguel nel loro piano per rivendicare il diritto alla libertà di un'intera generazione.


Infatti la "ley de los vientres" è ormai in vigore da quasi diciotto anni ma i proprietari fanno resistenza ad applicarla, rivendicando la mancanza dell'indennizzo previsto dal governo. I soldi però sono arrivati ed il generale annuncia che ormai si è prossimi a rimborso. Invece che suscitare consensi, il malumore aumenta a questa notizia.


Victoria è insofferente, ma impotente difronte alla decisione di Nicolas di fissare le nozze per il fine settimana successivo. Le sembra non avere il tempo per organizzare la sua fuga insieme a Miguel con la sua famiglia, a cui ancora non ha rivelato nulla.


Mentre la casa sembra presa dai preparativi, Nicolas affida a Miguel il compito di scortare la fidanzata ovunque desideri e questo da ai due innamorati la possibilità di vedersi e parlare. Intanto nei campi cominciano ad essere ritrovati corpi di schiavi uccisi. Qualcosa bolle in pentola.


Adesso lo so che dovranno succederne di cotte e di crude, che probabilmente i due innamorati saranno separati e che i loro progetti di fuga stravolti. Siamo solo al principio di una storia abbastanza lunga, ma oggi mi sono goduta il loro incontro, il ritrovarsi e quella speranza nel futuro che quando si è giovani è forte come un uragano.


Ho come al solito adorato le ambientazioni, quella spiaggia sconfinata con un mare selvaggio e la comunità di Santa Marta che malgrado i disagi sembra risplendere in un contesto naturale che sembra davvero l'Eden, dove, ovviamente, si annida il serpente del male. Bello e coinvolgente.


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