Reduce dalla visione della sesta puntata di OUTLANDER, sono ancora turbata e frustrata al pensiero di dover attendere un'altra settimana per vedere l'evolversi delle vicende. Per fortuna, avendo letto i libri, so quello che verrà e solo questo mi induce a sopportare l'attesa. Innegabile dire che questa è una delle parti che più mi hanno fatto soffrire della loro vicenda. Eppure applaudo al modo delicato con cui hanno trattato la parte finale, creando suspance, così come c'era nel libro sulla motivazione che spinge un uomo come Jamie ad infrangere tutti i voti fatti e ad affrontare il suo grande nemico.
L'episodio procede per gradi, con un ritmo apparentemente lento, fatto di tattiche, di schemi, di sguardi frustrati tra Jamie e St Germain, la faccia arrabbiata di Murtagh, e gli scherzi giocosi del piccolo Fergus, l''aria insofferente di Claire, che comincia a risentire del peso della gravidanza avanzata.
Ci sono piccoli, grandi momenti, come quelli di tenerezza tra Jamie e Claire, che aspettano l'arrivo del bambino, speranzosi nel futuro; altri di divertimento come quando Murtagh insofferente disprezza il travestimento proposto e il suo nuovo abito da damerino, o quando smarrito guarda Claire con la nuova consapevolezza che lei sa tutto quello che succederà, temendo che possa sapere anche l'ora della loro morte.
St. Germaine mi fa quasi tenerezza, perché la sua scarsa fiducia in Jamie è ovviamente motivata e non riesce proprio ad accettare il suo coinvolgimento negli affari con Charles Stuart. Così scalpita, affronta il rivale, si ribella, ma è costretto ad accettarlo negli affari e quando vengono aggrediti dai briganti durante il trasporto del loro carico di vino, la sua faccia è un poema di eloquenza.
Lo so che Stanley Weber è di una bellezza imbarazzante che confonde, ma bisogna riconoscergli il merito della bravura, perché la sua aria accigliata, irritata ed infastidita, ad un certo punto esplode quasi volesse gridare: "lo so che qui c'è qualcosa di losco e voi ne siete al centro!" e il falso intervento di Jamie (che in realtà vuole solo salvare Murtagh) fa precipitare la situazione in peggio.
St. Germain sembra un vulcano pronto ad esplodere e a travolgere chiunque gli si avvicini e Jamie che torna a casa con la sua aria furbetta, ignora che sono gli ultimi momenti felici prima di una nuova fase drammatica.
E come dare torto a Claire, che preoccupata gli dice la sera prima che ha timore a separarsi da lui, perché ogni volta che accade succede qualcosa di brutto. Ed il brutto arriva, tutto concentrato in quel ragazzino scanzonato e furbo, ingenuo e allo stesso tempo smaliziato, un bambino cresciuto in un bordello parigino che nella vita ha già visto e vissuto di tutto.
Quanto ho amato ed odiato Fergus Claudel Fraser! Non ci sono parole! Il suo mettersi nei guai è comunque sempre riscattato dal dolore che nella vita proverà, senza perdere quella sua capacità (quasi tipica di Claire) di riuscire a trovare sempre la situazione peggiore.
Anche se Jamie gli ha detto di rimanere fermo e di non muoversi, mentre lui risolve i problemi di Charles Stuart nel bordello di Madame Elise, Fergus comincia a curiosare nelle camere degli ospiti e quella giacca rossa, appoggiata all'attaccapanni ci fanno capire che il ragazzino è finito nella tana del lupo e che questa volta non si salverà.
Ed eccoci alla scena finale, piena di ritmo, di ansia, di sgomento. Claire si sente male. Ha passato la notte all'ospedale perché ha avuto i primi sintomi di un aborto. La scoperta che Jamie si è sfidato a duello con un ufficiale inglese la coglie di sorpresa. Sgomenta corre, come non ha mai corso tutta la sua vita, per arrivare al Bosco di Boulogne.
Sangue sul finale, quello di Jack Randall (forse quello di Frank) e quello di Claire, mentre il mondo sembra finire sia per lei che per Jamie. I gendarmi arrivano, avvisati del duello, ma mentre Randall sviene ferito dal suo nemico, anche Claire perde i sensi tra le braccia del cocchiere, mentre Jamie riesce solo a gridare il suo nome.
VOTO: 8 1/2
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