L'inizio è sicuramente la parte migliore, con la nostra protagonista Frances Miller, che esce dal carcere dopo sei mesi di reclusione. Ad attenderla c'è il suo avvocato ed amico, l'unico rimastole in questa terra di dolore che ormai è per lei l'Inghilterra.

La disperazione di Frances e la scelta drammatica di Andrew cambieranno per sempre il destino della ragazza, che, dopo essere stata rilasciata, decide di troncare tutti i rapporti con una terra che le ricorda solo i momenti più dolorosi, Così prega l'amico di trovarle un lavoro lontano e l'uomo, da sempre innamorato di lei, la manda in una fattoria in Sud Africa, proprietà del ricchissimo Ian Vaan Rooyen, che vive con una nipote di tredici anni rimasta paralizzata su una sedia a rotelle.
Frances arriva sperando di poter essere d'aiuto, ma subito si scontra con l'ostilità di Ian, che rivede in lei e nella sua strana somiglianza con una donna del suo passato il male assoluto e il pericolo. Il loro difficile rapporto segnerà per sempre la vita di Frances e tutti i suoi tentativi di fuga saranno vani.
La verità è che la storia ha tutto il fascino dei tipici racconti gotici dove l'eroina vessata cerca di salvarsi, ma allo stesso tempo è succube di una strana attrazione nei confronti dei suo aguzzino e che di aguzzino di tratti ho avuto davvero pochi dubbi.

Non si riesce proprio a capire perché lei se ne innamori, soprattutto al fronte di una scelta narrativa che porta l'autrice a raccontarci i momenti di dolcezza e di seduzione di lui in maniera rapida e superficiale, concentrandosi di più sulle scene di furore, che esprimono la sua rabbia, ma che non lo riscattano agli occhi delle lettrici.
Peccato davvero perché il racconto aveva tutti gli elementi per essere davvero avvincente ed interessante. Nel complesso conserva un certo fascino, ma la frustrazione del finale dimostra come avrebbe potuto sicuramente dare molto di più.
VOTO: 5
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