venerdì 13 dicembre 2013

LA CORSA DELLE ONDE di Maggie Stiefvater








Ho trovato per caso questo libro in una libreria locale. Adoro Maggie Stiefvater ed ho amato la trilogia di SHIVER come non avrei creduto. Sam e Grace alla fine si sono conquistati un posticino nel mio cuore e quindi mi sono lasciata tentare. Inoltre la splendida copertina mi ha indotto a cadere in tentazione. Certo dopo SHIVER devo dire che questa storia mi ha inquietato e sorpreso. Ho pensato per giorni a cosa scrivere, dopo averlo finito, insicura se mi fosse piaciuto oppure no. La storia è un unico, come in qualche modo lo era il primo volume di SHIVER, ovvero c’è un inizio ed una fine che valgono da soli e non si avverte necessariamente il bisogno di un seguito, il che è apprezzabile, perché è un omaggio ai suoi lettori.
Quello che domina in questo racconto a mio parere è una potenza notevole, violenta, possente della natura circostante che si riflette anche nel mito dei cavalli d’acqua: creature più selvagge che magiche, che sono una simbiosi tra terra e mare, violenza e forza.

I due personaggi umani principali, Kate e Sean, sono in qualche modo il riflesso umano del contesto, isolati e felici del loro ambiente. Mentre la maggior parte degli altri abitanti in qualche modo sogna un posto altrove, un altro mondo che possa in qualche modo realizzare i loro sogni, Kate e Sean sognano solo di poter vivere liberamente in questo posto sorprendente e violento che è la loro terra.

Tutto il romanzo gira intorno alla mitica corsa dello SCORPIONE, alle preparazione,alla pericolosità, alle dinamiche interiori e familiari dei personaggi, fino al grande e sorprendente finale che ci dona la speranza che anche il selvaggio in qualche modo può trovare il suo modo per essere domato. Nel modo in cui Corr alla fine sceglie di rimanere con Sean, rinunciando al mare, alla sua natura selvaggia, sembra quasi indicare che l’amore crea strani legami, strani vincoli a cui piegarsi o cedere liberamente.
Mi resta un alone di tristezza perché c’è fondamentalmente qualcosa di triste in questo quadro naturale che domina in tutto il romanzo. Conservo l’impronta dell’oceano spaventoso e meraviglioso allo stesso tempo, che sembra aver lasciato un lieve alone sul mio cuore. Sicuramente è un’esperienza di lettura interessante da fare.



ALCUNE FRASI DEL ROMANZO

“Mia madre diceva sempre che sono uscita da una bottiglia di aceto anziché dal suo ventre, e che lei e mio padre mi hanno messa a mollo nello zucchero per tre giorni per addolcirmi. Io ci provo a comportarmi bene, ma poi torno sempre all’aceto” (Kate Connolly)


Raccontami com’è. La corsa
E’ come una battaglia. Una guerra di cavalli e uomini e sangue. I più forti e i più veloci di quelli che restano dopo due settimane di preparazione sulla sabbia. E’ la spuma del mare sul viso, la letale madia di novembre sulla pelle, i tamburi dello Scorpione che prendono il posto dei battiti del cuore. E’ velocità, se hai fortuna. E’ vita ed è morte, oppure l’una e l’altra, e non c’è niente che le assomigli. .



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