PURA SANGRE è una telenovela colombiana di qualche anno fa, pluripremiata da pubblico e critica, che lanciò nel mondo latino un nuovo galan, Rafael Novoa, che pur lavorava già da un bel po', ma che riuscì ad insinuarsi nei sogni delle telespettatrici grazie al personaggio di Eduardo Montenegro. Il grande successo indusse anche il Messico ad interessarsi alla realizzazione di un "refrito", quel MAÑANA ES PARA SIEMPRE che offriva il ruolo ad un grande attore come Fernando Colunga. Iniziai a vederla, ma per ragioni vari mi allontanai e quando ho deciso di riprendere la storia ho preferito la versione originale, di cui sono assolutamente soddisfatta. A parte infatti la lunghezza eccessiva di alcuni prodotti, reputo la Colombia più affine ai miei gusti da un punto di vista puramente tecnico.
IRENE LAGOS |
EDUARDO MONTENEGRO |
FLORENCIA LAGOS |
Per Eduardo è la stessa cosa, solo che lui in qualche modo si è sentito tradito dalla sua apatia, dal suo non prendere posizione per difenderlo, non tanto nella vicenda che lo ha portato all'esilio lontano da Chia e dalla madre, ma nel suo comportamente globale. Dubito che non abbia avuto altre storie durante gli anni di università negli Stati Uniti, ma un ricordo sentimentale lo ha indotto a mantenere al collo quella catenina scambiatasi con Florencia il giorno della sua prima comunione.
Innegabile che tra loro esiste ancora qualcosa di particolare.
Ed è una storia fatta di sguardi che parlano più delle parole, di sorrisi velati, di una tensione sottile che si crea ogni volta che i due si ritrovano insieme. Qualcosa di spieciale e di particolare.
Bellissima la scena del matrimonio di Florencia, non solo per la comparsa improvvisa di Marco Vieira, ma anche per quel ballo mancato, interrotto dal fiume di ricordi che travolge la sposa riportandole le immagini di un amore infantile, ma molto più travolgente di quello che vive con Renato.
FLORENCIA IL GIORNO DELLA SUA PRIMA COMUNIONE |
PURA SANGRE è girato come un film, ma allo stesso tempo la trama sottile che si tesse puntata dopo puntata ti da la possibilità di creare quel vincolo affettivo con tutti i suoi personaggi, le sue vicende.
Gli attori sono in grado di esprimere tutta la forza dei sentimenti con una recitazione sobria, naturale. Quando si parla del modo di recitare "europeo" dei colombiani penso che ci si riferisca proprio a questo: a quel loro esprimere le emozioni in modo assolutamente spontaneo, senza eccedere. Questo non significa freddezza, ma sicuramente coerenza. Basti pensare alla scoperta, sul finale, da parte di Florencia della vera identità di Marco Vieira e quel suo rifiuto silenzioso (praticamente non lo affronta direttamente)di una menzogna così grande da non poterle permettere di accettare l'idea di una vita al suo fianco.
La scena dell'agguato con Eduardo crivellato di colpi in un vialetto di un quartiere popolare ricorda tanti film di mafia, con lui che sembra spegnersi silenziosamente in un pantano, con la telecamera che si allontana lasciandolo lì, con il torace insanguinato. Ed emozionante è anche l'arrivo di Florencia sotto la pioggia che trova solo tracce del suo sangue mischiate nella pozzanghera che si sta formando. E poi la scoperta del corpo di lui con una Marcela Mar che ci regala un'interpretazione piena di dolore profondo ed intenso.
Non so chi ha avuto da dire su di lei, ma io l'ho trovato bravissima in questo ruolo di bambina coccolata e viziata, protetta da una verità atroce sul conto della sua famiglia, che pian piano e con dolore riesce a svegliarsi e a vedere il mondo per quello che è.
Ma il finale è affidato ad un personaggio come quello di Lucia, silenzioso, attento, costante, che cerca le sue origini e la sua identità, scoprendo poi tutti i tasselli.
E l'affannosa ricerca delle sue origini, per cercare di concludere la sua storia, portano la ragazza a questo confronto duro, dal quale ne esce fortificata. Bellissimo il gioco di sguardi: quello adorante e addolorato di Paulina, quello quasi sorpreso di Eusebio Beltran e quello duro come un diamante della loro unica figlia, che porta in grembo un bambino il cui sangue si è mescolato con quello dei Lagos. Lei ribadisce il suo diasprezzo e rinfaccia loro la responsabilità dei loro atti, scissi da qualsiasi rivendicazione di sangue e di odio.
Quando lei si alza per andare via, Eusebio la insegue ed in due battute emerge a mio parere l'origine stesso del titolo di questa storia:
PURA SANGRE
"Sea como sea, tu hijo lleva mi sangre!"
"El problema no es su sangre. El problema es su alma...Y mi hijo tiene la suya propia!"
"Sea como sea, tu hijo lleva mi sangre!"
"El problema no es su sangre. El problema es su alma...Y mi hijo tiene la suya propia!"
Poi si gira e se ne va, in questa scena meravigliosa, oscura come un romanzo gotico, misteriosa e affascinante.
E la PUREZZA DEL SANGUE a questo punto non è solo quella dei cavalli di razza che allevano i Lagos, ma la rivendicazione dell'individualità di ogni singola persona, che non eredita le colpe dei padri, perchè è puro fin dalla nascita.
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FOTO DELLA TELENOVELA
EDUARDO ED IRENE |
LUCIA E SIMON |
IL PICCOLO EDUARDO |
DAL DIARIO DI EUSEBIO BELTRAN |
TRAILER DELLA TELENOVELA
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