giovedì 12 dicembre 2013

MI APPARTIENI di Johanna Lindsey (CARDINIA VOL II)








YOU BELONG TO ME - tradotto in italiano in maniera stranamente corretta: MI APPARTIENI, è il secondo volume della saga conosciuta come Cardinia. Diciamo che l'idea che racchiude il titolo è quella dell'amore inteso come strana forma di possesso in quanto ci ritroviamo fin dalle prime battute davanti a due personaggi che non posso essere  più lontani da un concetto simile di sentimento.

Non ci ritroviamopiù tra le verdeggianti ed umide campagne inglesi, tra un té con politici aristocratici e preziosi balli di inizio ottocento, ma siamo catapultati in Russia, nella campagne battute a cavallo da una baronessa singolare, Alexandra Rubliov, da tutti chiamata familiarmente Alex.
Lei è uno spirito ribelle ed indipendente che preferisce l'amore inteso come singola autonomia di scelta. Ha dato il suo cuore al primo ballo in società ad un aristocratico inglese che però non si mostra molto intraprendente e all'altezza della sua impetuosità.
Richiamato in patria, sono sette anni che la ragazza aspetta una sua dichiarazione, ma non ottiene nulla tranne lettere d'amore appassionate e caute allo stesso tempo. La parola matrimonio non compare mai.
Tutti sono contrari a questa relazione ed il padre della giovane, infastidito dalla sistematica eliminazione di tutti gli altri pretendenti che le presenta, decide di forzare la mano del destino ed invia alla vedova di quello che era il suo miglior amico, una lettera dove dichiara che quindici anni prima era stato stipulato un contratto tra lui ed il marito della donna per vincolare i loro due figli al tempo ancora bambini.

In Russia la società aristocratica ha leggi molto più strette di quelle dell'Inghilterra ottocentesca. Basti pensare alle nostre nozioni di conoscenza scolastica, dove ci viene detto che la guerra porta alla caduta dello zar e del sistema ormai arcaico che vige da secoli mentre il resto del mondo è diventato moderno. Siamo però nel novecento.
Qui alle soglie dei primi decenni dell'ottocento, un accordo matrimoniale vale praticamente come una firma su un contratto d'affari da cui diventa complicato retrocedere. Se il Barone gongola felice, dicendosi che questa volta Alexandra non si potrà tirare indietro, sembra che i conti siano stati fatti senza l'oste e l'oste di riferimento è il Conte Vasili, donnaiolo impenitente, Apollo di una bellezza vergognosa ed irritante che finisce per avere troppe donne per poterle contare e quindi allergico al matrimonio.
Memorabile il suo incontro con la madre che gli annuncia, senza riuscire a contenere la gioia, l'esistenza di questo accordo matrimoniale stipulato dal padre.
La furia del Conte è solo paragonabile alla rabbia di Alexandra alla scoperta che una spada di damocle pende sul suo destino.
Facile immabinare come l'incontro/scontro tra due personaggi simili possa solo produrre scintille.
Quando lei vede il promesso sposo si presenta vestita come un uomo sporco e trascurato (malgrado la notevole bellezza che la natura le ha regalato) e Vasili appare troppo bello per essere vero.
Malgrado un logico stupore da parte di entrambi, la guerra scoppia subito con lei che inviperita esclama:

"Non sposerò mai un uomo che è più bello di me!!!"

E lui non può credere di aver trovato una donna che non solo non lo desidera per niente (e questo per Vasili è davvero un trauma psicologico), ma soprattutto che questa creatura rozza, volgare, rissosa debba diventare sua moglie e portare il suo nome.
E che dire della scena della locanda mentre i due, costretti a partire alla volta dello Stato in cui vive il giovane, si fanno una guerra senza sosta?
La scena in cui lui, sotto gli occhi della futura sposa, prende appuntamento con la cameriera della locanda, per dimostrarle che lui sarà un pessimo marito, è sorprendente.
Alexandra viene definita da tutti quelli che la conoscono una creatura possessiva e gelosa. Non permette alla ragazza della locanda nemmeno di uscire dalla sala che la raggiunge acciuffandola per i capelli e marcando il territorio. Quello che suo è suo e non lo condividerà con nessuno.
Ovviamente è un tentativo di far capire al fidanzato che se commetterà l'errore di accettare il contratto, per lui sarà finita la libertà.
Vasili è diviso tra una furia selvaggia e l'orrore difronte a questa creatura furiosa, ma stranamente affascinante.



Buona parte del romanzo è occupata dal viaggio, inteso in senso metaforico come percorso di vita in cui si intrecciano mille storie e mille personaggi, ma anche il viaggio inteso come esperienza fisica di passaggio.
Vasili trascina l'eccentrica baronessa Alexandra attraverso un territorio gelido ed inospitale anche per sfiancarla e farsi odiare, ma l'attraversata serve solo ad entrambi per conoscerci e per regalare ai lettori scontri assolutamente memorabili.
Il senso di possesso che lei sviluppa per le "cose" che le appartengono è decisamente divertente e singolare anche per la reazione di panico del povero protagonista che ha lasciato alle sue spalle una scia di donne che neanche ricorda.
Eppure i suoi modi assolutamente sconvenienti, la sua testardaggine, la sua decisione lo attirano sempre di più, come quella passione fisica che irrazionalmente lo domina incontrollata.
Altro momento clou del viaggio è il furto di cavalli avvenuto da parte di un gruppo di banditi vecchie conoscenze di Vasili.
Il modo in cui la baronessa si lancia a peso morto sugli aggressori peggiorando la situazione determina un momento di difficoltà, ma permette anche ai due di abbandonarsi alla passione per la prima volta.
E dopo tante traversie finalmente si arriva alla "Terra Promessa", ovvero a Cardinia.



L'arrivo al palazzo di Maria, la madre di Vasili, mi ha un po' delusa perchè mi aspettavo che finalmente la Baronessa assumesse il suo aspetto di donna normale, invece ha continuato con la sua recita portandola alle estreme conseguenze, con la suocera che rompe il fidanzamento al posto del figlio, inorridita dai modi di Alexandra.
Ovviamente era tutto finalizzato a liberarsi di questa relazione troppo stretta per entrambi, anche se ormai sembra sempre più chiaro che non è così.
E se il soggiorno a Cardinia mi ha un po' deluso, dopo l'estenuante viaggio per raggiungere il piccolo stato governato da Stefan, la parte finale mi ha convinto.
La fuga e poi la partenza per l'Inghilterra per incontrare il tanto famoso Christopher, la nuova vita della Baronessa a Londra per trovare un padre al figlio che aspetta e l'arrivo di Vasili in città riscattano pienamente il momento di caduta di Cardinia.
Devo dire che quando Vasili compare al ballo, accolto da voci stupite per una bellezza indescrivibile, mi è parso quasi di vederlo, il nostro Apollo Dorato (come lo chiama la protagonista), il Conte Vasili che gli europei guardano stupiti come un miraggio.
E ovviamente la conclusione è degna di questo romanzo pieno di passione, avventura e carattere come i due protagonisti.
Lo consiglio vivamente.



FRASI TRATTE DAL ROMANZO:

Maledetta donna, ma non poteva almeno reagire in modo normale? Doveva proprio essere diversa sotto tutti i punti di vista? 
 
«Allora è vero che è violenta di natura.»
«Solo per difendere quello che le appartiene.»
"E tu, amico mio, ai suoi occhi fai parte dei beni di sua proprietà.» 


 
Vi garantisco che ai miei occhi non sarete mai nient'altro che una seccatura, anche se farò di tutto per ignorarvi.


 
Comincio a desiderare vivamente questo matrimonio, così potrò passare il resto dei miei giorni a rendervi infelice.» 


 
Io non vi voglio, ma per il momento siete mio.




«Ma questa non è una di quelle donne da prendere e lasciare che non ti spiace dividere con gli amici, Vasili. Stiamo parlando della tua fidanzata, la donna scelta da tuo padre, approvata da tua madre - per lo meno fino a quando non la incontrerà di persona -, la tua futura legittima sposa.» «Un dato di fatto che sto tentando di cambiare con un minimo di collaborazione da parte di un amico.» 


 
«Donna, non puzzavate quando vi ho conosciuta.»


 
La passione è un'emozione capricciosa, cambia facilmente obiettivo.


 
«Considererò ogni violenza da parte vostra o dietro vostra istigazione alla stregua di uno schiaffo.»


 
Dunque Petroff era in grado di compiere un'azione disinteressata. Non che fosse granché, visto il numero dei suoi difetti... 


 
Persino dei banditi di montagna, quali essi erano, conoscevano il galateo meglio della sua fidanzata.


 
E lui che aveva sperato che Alexandra si sottraesse alla regola generale: ma, ovviamente, quando poteva benissimo essere anormale, eccola rientrare perfettamente nella norma.

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