mercoledì 23 settembre 2020

A vida da Gente (Brasile 2011-2012) - CONCLUSIONI

 


Ieri ho finito di vedere la serie brasiliana A VIDA DA GENTE, trasmessa nel lontano 2011/2012. La storia racconta le vicende di due sorelle, Ana e Manuela Fonseca, che vivono a Porto Alegre, nello stato di Rio Grande do Sul. Le due sono molto unite da un legame che si è consolidato fin da quando erano bambine, nonostante i molti tentativi della madre Eva di contrapporle l'una all'altra.

 


Ana è la figlia su cui Eva ha investito tutte le sue speranze di donna frustrata, mentre Manuela, nata con un problema fisico a una gamba, è sempre stata considerata una figlia di serie B. Nonostante la disparità di trattamento le due bambine sono cresciute legatissime. Quando avevano sui 10, 11 anni, Eva si è sposata con un ricco avvocato Jonas Macedo, vedovo con due figli, Fernanda, di qualche anno più grande, e Rodrigo coetaneo delle due bambine.

 


I tre crescono particolarmente legati, ma tra Rodrigo e Ana c'è una certa attrazione che con l'adolescenza sfocia in un amore che non avrà la possibilità di sbocciare e di vivere. Ana, promessa del tennis nazionale, infatti, viene spinta dalla madre a concentrarsi soprattutto sulla sua carriera.

 


Quando la ragazza scopre di aspettare un bambino da Rodrigo, non avendo il coraggio di affrontare la situazione, finirà per lasciarsi convincere da Eva a seguirla in Patagonia, per nascondere al mondo soprattutto sportivo la gravidanza di una ragazzina di diciassette anni.

 


Ana si ribella solo quando si tratta di dare in adozione la bambina, la piccola Julia, accettando poi di farla passare per sua sorella, di ritorno a Porto Allegre, in modo da potersi concentrare sulla sua carriera. Il legame però con la figlia la spingerà a un certo punto alla ribellione, sostenuta sempre da Manuela.

 


Le due ragazze, insieme alla piccola Julia, finiranno per fuggire una notte, nel tentativo di raggiungere la nonna Iná, che vive nel piccolo paesino di Gramado. Una buca sull'asfalto e l'arrivo improvviso di un mezzo pesante stravolgeranno per sempre il destino delle due ragazze.

 


Manuela e Julia si salvano, ma Ana finisce in coma mentre la storia della sua maternità viene alla luce. Rodrigo, un ragazzo che, seppur giovane, mostra di essere piuttosto responsabile, decide di lottare per sua figlia, mettendosi contro la famiglia, sostenuto solo dalla sorella Fernanda.

 


Ad appoggiarlo c'è Manuela, che si occuperà attivamente della crescita di Julia e del futuro di Rodrigo. Gli anni passano, apparentemente senza una speranza di ripresa da parte di Ana, e Rodrigo e Manuela scoprono di essersi innamorati. Quello che non ha potuto fare Eva, finirà per farlo il tempo e le circostanze.

 


Quando Ana, infatti, si sveglierà il mondo felice costruito da Rodrigo e da Manuela si sgretolerà, perché la prima non è riuscita a vivere la vita che voleva e Rodrigo avrà rimpianti e desideri irrealizzabili nella sua vita di adulto. Manuela lotterà per la sua bambina e per cercare di trovare un senso a tutto quello che ha costruito.

 


La storia è ben scritta e gli attori sono particolarmente bravi. La città di Porto Allegre e il piccolo paesino di Gramado, in cui si svolgono le vicende, hanno una dimensione piccola e umana che ancora di più esalta il messaggio di questo racconto, quello in cui non esistono buoni o cattivi, ma circostanze create dalla vita e dove il tempo, padrone assoluto, si diverte a tessere rapporti e situazioni.

 


Rodrigo e Ana saranno quelli che dovranno imparare a fronteggiare il tempo e i suoi cambiamenti, a rendersi conto che l'amore adolescenziale, anche se mai vissuto pienamente, fa parte di quel mondo di desideri irrealizzati in un altro tempo e che la vita degli adulti racconta tutta un'altra storia.

 


È un ottimo prodotto che, senza grandi eventi, finisce per analizzare l'animo umano e i rapporti tra sorelle. Avrei voluto vedere una presa di consapevolezza da parte di Rodrigo e di Ana piuttosto anticipata, invece ci hanno lasciato solo agli ultimi momenti concitati, ma nel complesso la storia resta carina e ben girata e scritta, un racconto delicato, fatto con un certo tocco elegante.

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