giovedì 25 febbraio 2021

IL DOTTOR ZIVAGO di Boris Pasternak



Fin da ragazzina sono sempre stata attirata dai romanzi corposi, da quelle storie che, seguendo la vita di alcuni personaggi, costruiscono una trama che avvolge il lettore, capace di trascinarlo indietro nel tempo o proiettarlo nel futuro, dove l'anima del singolo riflette gli stravolgimenti del mondo intorno a lui. Così mi sono persa in classici della letteratura piuttosto voluminosi o in romanzi contemporanei che avrebbero scoraggiato i meno coraggiosi. Se il ritmo del romanzo è potente, nessun numero di pagine mi spaventa e alla fine, quando si arriva all'ultima pagina, si ha sempre la sensazione che sia finito troppo presto.



 

Sono arrivata a IL DOTTOR ZIVAGO di Boris Pasternak, pubblicato dalla Feltrinelli in anteprima mondiale in Italia nel 1957, grazie indubbiamente al film con Omar Sharif, di cui ero invaghita, anche se io ero una ragazzina e la pellicola era stata girata moltissimi anni prima che io nascessi. Eppure il potere del cinema mi ha portato verso questo volume che altrimenti avrei perso.



 

La storia è quella di Jurij Andreevič Živago, un giovane medico e poeta che attraversa le vicende più significative del suo paese come la prima guerra mondiale, la rivoluzione e lo scontro tra comunisti e  truppe fedeli allo zar, pur preso soprattutto da vicende di tipo personale. Sposato con la cugina Tonia, finirà per innamorarsi, ricambiato, della crocerossina Lara, figura cardine del romanzo. Mentre Tonia rappresenta un legame dolce, quasi fraterno, Lara rappresenta il grande amore incompiuto della sua vita. Le vicende tragiche della storia li fanno riabbracciare per perdersi, ritrovarsi e perdersi ancora fino al tragico finale.



 

Pur essendo contrastato negli ambienti comunisti, che accusarono Pasternak di essere antirivoluzionario, costringendolo anche a rifiutare il premio Nobel per la letteratura che gli fu assegnato un anno dopo la pubblicazione, nel 1958. In realtà il romanzo non ha niente di antisovietico, pur utilizzando gli avvenimenti storici soprattutto per fare da cornice a una storia personale, intima e interiore. La rivoluzione non è esaltata né condannata ma semplicemente raccontata come una tempesta storica nella quale si dipana il racconto di una dolorosa e profonda storia d'amore. 



 

Facendo bagaglio dell'esperienza dei grandi romanzi russi ottocenteschi, come quelli di Tolstoj, il libro di Pasternak si proietta nel pieno novecento, con un racconto passionato di come la vita dei singoli si collochi inesorabilmente nel vortice tumultuoso della storia.


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