domenica 24 aprile 2016

SOLO UNA DONNA di Roberta Ciuffi


Mi sono imbattuta per caso nel romanzo SOLO UNA DONNA di Roberta Ciuffi e dopo il felice incontro con IL COLORE DELLA FELICITA', ho affrontato questa nuova avventura con slancio, convinta che sapesse toccare le corde della mia sensibilità e così è stato anche questa volta. A quanto pare la Ciuffi riesce a colpire il mio immaginario, anche se SOLO UNA DONNA mi ha lasciato con un maggiore senso di inquietudine e di riflessione.

La storia è ambientata a Reggio, anche se l'incontro con il protagonista avviene a Cosenza. Siamo nei primi anni dell diciannovesimo secolo ed in una strada affollata gli occhi di tutti (soprattutto delle donne) finiscono per essere catturati da un uomo singolare, Paride, uno zingaro dotato di una fisicità che non passa inosservata. A stravolgere la vita girovaga dell'uomo arriva l'avvocato Nazareno Guerrero che interviene salvando l'uomo dall'accusa di aver rubato un cavallo.

Nazareno è il personaggio che in qualche modo mette in moto le vicende, pur essendo ambiguo e freddo al punto tale da guadagnarsi assolutamente il ruolo di antagonista. Nazareno decide di portare Paride a Reggio, dove vive con la splendida moglie Ada, donna di una bellezza singolare, che colpisce subito Paride, ma allo stesso tempo fragile e sofferente, per via di un difetto fisico che ha reso amara tutta la sua vita.

La perfezione di Ada è infatti guastata (se così si può dire) da un piede equino che in qualche modo sembra renderla umana, malgrado la sua bellezza angelica. Paride diventa la sua ombra, la persona incaricata di difenderla e quando un giorno la donna viene aggredita durante una passeggiata in una zona poco raccomandabile, la difesa del uomo diventa indispensabile, cominciando però a suscitare il fastidio e l'invidia di Nazareno.

Ada invece pian piano si innamora di Paride, uomo dal passato tormentato, personaggio singolare, dotato di un interiorità profonda, ma spesso incapace di verbalizzarla, pericoloso e tenero allo stesso tempo, passionale e allo stesso lucido nei momenti essenziali.

Il loro è uno di quegli amori che nascondo malgrado tutto: differenze sociali, di vita, di esperienza, ma sembra comunque un sentimento impossibile da realizzare per via di mille difficoltà, una tra tutte la presenza dell'inutile marito, Nazareno, celebrato a Reggio come uomo di grande cuore, ma assolutamente egoista ed incapace di mettere a fuoco gli altri intorno a lui.

Oltre ai tre personaggi principali, anche agli altri viene data una loro dimensione psicologica (e questo a mio parere è sempre un merito), come al padre di Ada, uomo rigido e severo all'apparenza, ma che nasconde dentro il suo cuore un amore profondo per la figlia sventurata; Ciro, il ragazzino orfano che è stato accolto insieme a Rosaria nella famiglia di Ada e Nazareno, che malgrado il suo carattere indisciplinato è legato sinceramente ad Ada e Paride; Rosaria, la nipote vittima del fascino di un amore immaturo ed acerbo.

Il romanzo è come al solito ben scritto e con un'attenta ricostruzione del contesto storico e sociale. Ho amato molto i due protagonisti, il legame che si crea tra di loro, ma il finale mi ha lasciato in qualche modo con il cuore sospeso nel dubbio, pur credendo sicuramente nell'amore come unico legame valido al di là di qualsiasi vincolo legale.

Il problema è che per una lettrice rimasta traumatizzata da GIUDA L'OSCURO di Thomas Hardy, letto diversi anni fa, far nascere un bambino in un contesto sociale come il diciannovesimo secolo senza un cognome non era certo fonte di felicità, anche se sarebbe stato sicuramente il più amato. Se ingabbio la mia mente bizzarra che vorrebbe galoppare oltre il confine del finale, comunque, devo dire che la storia mi è sicuramente piaciuta e posso essere generosa e accettare anche che Nazareno e Rosaria non vengano puniti più del dovuto, in quanto alla fine l'unica cosa che conta è il trionfo dell'amore e Paride ed Ada si amano oltre ogni possibile logica.

VOTO: 7

Nessun commento:

Posta un commento