martedì 26 aprile 2016
LA ESCLAVA BLANCA - FIGLI DI UN DIO MINORE (Cap 58)
Ormai siamo agli sgoccioli e sono convinta che la risoluzione di tutto sarà proprio il padre codardo che fino a questo momento ha mantenuto il silenzio per paura.
Dopo il barbaro omicidio della Marchesa e della suora spagnola, il Generale Marquez, chiamato da Nicolás, si è recato in chiesa per prelevare i corpi. Tutti i sospetti si addensano come nubi tempestose sulla testa del prete che è fuggito via sulla strada per Cartagena.
Il suo personaggio, pur avendo dato una mano al principio della storia, intervenendo per aiutare Victoria a fuggire in Spagna, conserva tutte le ambiguità tipiche della Chiesa in questa delicatissima e dolorosa pagina della storia dell'umanità. Pur essendoci sicuramente casi di singoli individui dotati di compassione, la Chiesa in generale era portata a cercare di sradicare quelle che si reputavano credenze barbare e chiuse tutte e due gli occhi davanti alle atrocità commesse dai bianchi.
Recuperato tra i boschi, mentre cerca di fuggire, Miguel e Trinidad guardano il prete con un'aria mista di divertimento e fastidio. Lui li chiama figli, ma loro negano la paternità in quanto mai sono stati difesi o protetti da lui che invece ha benedetto e accolto assassini, brutali mariti despoti, ipocriti dalle pelle bianca. Se sono figli di un dio, loro non riconoscono sicuramente la stessa paternità con quello che lui dovrebbe rappresentare.
È un po' quello che ha sempre pensato anche Victoria, cresciuta in un convento, ma fedele alle divinità dei suoi parenti, insofferente nei confronti dei rappresentanti della chiesa che hanno cercato di piegarla, trasformarla e domarla. Adesso è alle prese con un marito che rivendica un figlio da lei. Sottoposta alle attenzioni indesiderate di Nicolás, la ragazza spera con tutta se stessa di non rimanere incinta.
Remedios si aggrappa alla sua fede e alle sue credenze. Dopo l'incidente, la donna reputa che non ci siano grandi possibilità per lei di essere madre e quando sorprende la ragazza in cucina parlare con Milagros (alla quale sta chiedendo di darle qualcosa per evitare la gravidanza), la giovane cerca di convincere l'amica a non commettere un simile peccato.
Victoria non crede nelle sue stesse convinzioni e reputa che il peccato sarebbe quello di accettare un figlio da un uomo che odia, permetterle di lasciarle un segno più profondo di quello che ha fatto finora. Milagros affronta Remedios e le dice che la vita è molto più complicata di quello che pensa lei e che non si possono giudicare le persone in base a dei preconcetti fissi. Discorsi estremamente moderni per una telenovela sudamericana.
Nicolás nel frattempo è lacerato tra l'odio e l'ossessione che Victoria suscita in lui. La madre vorrebbe istigarlo ad ucciderla, ad eliminare il problema, ma lui vuole aspettare il momento propizio e ogni gesto è venato di desiderio ed astio, di furia e finta tenerezza, in questo personaggio dalle mille sfaccettature, oscuro e drammatico, che non si può odiare senza smarrirsi con lui.
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