venerdì 11 dicembre 2020

IVANHOE di Sir Walter Scott


 

Sono un'appassionata di romanzi storici, quelli che sapientemente sanno mescolare il passato ed eventi realmente accaduti con personaggi e trame di fantasia. È una chiave interessante che permette di rivisitare epoche e personaggi che in qualche modo sono alle nostre spalle o che, a mio parere, ci reggono, in quanto nulla siamo se non il frutto di quel passato necessario per capire la nostra identità.


 

Esiste un libro che è considerato il capostipite di tutti i romanzi storici, senza il quale non avremmo avuto i capolavori di Manzoni o di Stendhal, ed è questo romanzo pubblicato nel 1820 da parte di Walter Scott e di cui m'invaghì quando ero una ragazzina, frutto forse anche del 1952 che recuperai un pomeriggio!


 

La storia mescola sapientemente elementi storici, avventurosi e romantici. Siamo nell'Inghilterra del XII secolo. Nel castello del sassone Cedric di Rotherwood si incontrano tre personaggi, intenzionati a prendere parte a un torneo: il cavaliere normanno Brian de Bois-Guilbert, l’ebreo Isaac e un ignoto pellegrino proveniente dalla Terrasanta. Alla presenza di Giovanni Senzaterra, che regge l'Inghilterra in assenza del fratello Riccardo Cuor di Leone, partito per le Crociate, e che lui desidera usurpare, il pellegrino vince tutti i campioni di Giovanni, aiutato da un certo Cavaliere Nero. 


 

Quando si toglierà l'elmo si scoprirà che il pellegrino è Ivanhoe, figlio di Cedric, e da lui diseredato per aver seguito Riccardo in Terrasanta. Il cavaliere normanno Brian de Bois-Guilbert non accetta la sconfitta e finirà per rapire Rowena, la donna che Ivanhoe ama, Isaac e la figlia di quest'ultimo, Rebecca, segretamente innamorata di Ivanhoe. 


 

In un intreccio appassionato che coinvolgerà anche gli uomini di Robin Hood, le vicende del nobile Ivanhoe porteranno al trionfo dell'amore e al ritorno della giustizia.


 

Il romanzo affascinò i romantici e non solo, esprimendo al massimo il concetto del medievalismo, ovvero una rivisitazione del Medioevo in cui la classe borghese, a cui era rivolto il racconto, finì per vedere le proprie origini e che venne visto come il luogo della purezza originaria contrapposta alla corruzione del mondo moderno. Poeti, romanzieri e drammaturghi si dedicheranno pienamente a questo recupero appassionato. 

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