lunedì 15 febbraio 2021

LA FIERA DELLE VANITÀ di William Makepeace Tackeray


Oggi vi propongo un romanzo letto diversi anni fa, che ha lasciato un ricordo corposo nella mia memoria di lettrice e che è incentrato su due figure femminili, utilizzate dall'autore per esprimere una critica feroce nei confronti di una società, quella vittoriana, prima rappresentata con una sorta di sentimentalismo romantico che qui viene spazzato via dal cinismo di alcuni personaggi, pronti a tutto pur di affermarsi. Il libro è LA FIERA DELLE VANITÀ di William Makepeace Thackeray, pubblicato per la prima volta a puntate dal 1847 al 1848. 


 

Il romanzo segue le vicende di due personaggi femminili: Becky Sharp, una donna coraggiosa e intelligente, ma priva di scrupoli, pronta a tutto pur di affermarsi. Becky è convinta che il denaro le permetterà di migliorare la sua condizione e di avere il potere necessario per imporsi. Dall'altro lato abbiamo la sua compagna di scuola, Amelia Sedley, dotata di maggiori mezzi, una ragazza che è l'opposto di Becky, onesta, semplice e sincera. Becky si reca a casa dell'amica per passare un periodo di vacanza con lei, ma subito cerca di irretire Jos, il fratello della ragazza, sperando di poter migliorare la propria condizione.


 

 A evitare le conseguenze peggiori interverrò George, il fidanzato di Amelia, che farà rinsavire il ragazzo. Becky a quel punto comincerà a lavorare come governante a casa di Sir Pitt Crawley, facendosi amare da tutti, al punto che il Barone stesso, alla morte di Lady Crawley, le chiederà di sposarlo, ma Becky, nel frattempo, si è legata segretamente a Rawdon Crawley, secondogenito di Sir Pitt. Alla scoperta del matrimonio, il giovane sarà diseredato e questo spingerà Becky nel frattempo a lottare continuamente e con tutti i suoi mezzi per poter riuscire a migliorare la sua condizione.


 

Dall'altro lato invece, Amelia, cieca di fronte alla vera natura di George, finisce con sposarlo, ignorando il corteggiamento del devoto Dobblin. Quando il marito morirà nella battaglia di Waterloo, ancora cieca nei confronti dei suoi difetti, gli rimarrà fedele, portando un lutto rigoroso, preferendo la miseria al povero Dobblin che continua ad amarla. Arriverà alla scelta di accettarlo, solo dopo anni, quando Becky finirà per aprirle gli occhi sulla vera natura dell'uomo che aveva sposato.


 

L'opera, anche se accolta in un primo momento dai lettori con una certa freddezza, consacrò la fama del suo autore e resta sicuramente il suo capolavoro, un testo fondamentale nello sviluppo del romanzo inglese del XIX secolo, che si allontana dal mondo fittizio, sentimentale e ricercato dei libri precedenti, per offrire la cruda realtà. Non siamo più di fronte a personaggi idealizzati che cercano di affermare valori superiori o il trionfo della bontà, ma a uomini in carne e ossa, che lottano con tutti i loro mezzi per affermare se stessi e conquistarsi una posizione sociale. Tra tutti loro spicca come un faro il personaggio di Becky Sharp!


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