domenica 22 settembre 2019

CORDEL ENCANTADO - Un ballo reale (4-6)


Ieri sera, approfittando di un po' di tempo a disposizione, ho visto un'altra manciata di episodi di CORDEL ENCANTADO, questa storia fantasiosa e romantica che mescola elementi tratti dalle favole, personaggi ripescati dalla memoria collettiva, creando un racconto che conserva un certo fascino antico e allo stesso tempo irreale.


Al momento la storia di Jesuino e Acuçena sembra impantanata in una fase che coinvolge lo spettatore in maniera relativa. I due giovani sono innamorati e si devono sposare, ma, a parte l'astio di Timóteo, il figlio del colonnello, da poco ritornato a casa, e la momentanea gelosia di Acuçena per la bella e intelligente Doralice, non sembrano esserci grandi problemi.


In realtà Herculano, il capo dei banditi, ha tutta l'intenzione di rivendicare il figlio con sé e quando la madre di Jesuino scopre che l'uomo è stato avvistato nei pressi di Brogodò, decide di andarlo a cercare e lo implora, per il bene del figlio, di lasciarlo stare. Herculano promette di rimandare il momento in cui si presenterà al figlio rivendicando la sua presenza al suo fianco, fino a quando il colonnello non sarà morto.


Se da un lato la storia di Jesuino e Acuçena tarda a decollare nel cuore dei telespettatori, l'emozione è tutta per l'arrivo della corte reale che, grazie ad un telegramma illeggibile che richiede l'intervento del Colonnello per decifrarlo, arriverà senza la pompa e gli onori che il prefetto e gli altri illustri cittadini di Bogodó vorrebbero concedergli.


Il ricordo del passato viaggio del Re di Serafia, finito così tragicamente, è rimasto come un'onta nel cuore dei suoi cittadini e tutti sono pronti a tutto pur di riparare. Peccato che ad accogliere il Re Augusto e la sua corte arrivino i banditi capitanati da Herculano, che concede al sovrano una passeggiata a cavallo per confessargli quello che è successo anni prima, pur tacendo del suo accordo con Ursula e Nicholas.


Al Re dice solo di aver trovato Cristina in fin di vita e che la donna era riuscita a cedere la figlia ad alcuni contadini, prima di continuare la sua fuga. Dopo aver pianto sulla tomba della moglie, augusto torna dai suoi e quando finalmente il prefetto arriva con tutta la banda e la polizia, il Re ha ormai scoperto quello che doveva.


La parte curiosa di questa manciata di episodi è l'eccitazione che attraversa il paese, persino Acuçena, che vorrebbe vedere da vicino il Re di Serafia, che ha visto solo sul giornale. La madre però riconoscendo la regina Cristina come la donna che le ha ceduto Acuçena cerca in tutti i modi di evitare l'incontro.


Intanto il Re viene accolto dal prefetto e dalla moglie, che sono i genitori di Doralice, con tutti gli onori. Mentre il giovane Felipe sembra conquistato dalla giovane dai modi decisi e dalle idee rivoluzionarie, la presenza in casa di una giovane e timida cuoca, bellissima, che conquista il palato reale, ci induce a immaginarla nel ruolo di Cenerentola, che potrebbe finalmente riscattare il cuore triste del nostro sovrano.


Augusto, deciso a ritrovare la figlia, ordina un grande ballo reale dove si dovranno presentare tutte le ragazze sui vent'anni, sicuro che, vedendola, riuscirà a riconoscere sua figlia. Annuncia queste sue intenzioni durante una messa e l'eccitazione serpeggia per la piccola città di Borgodó. 

Tutte le mamme sono pronte ad ingannare il re pur di sistemare le proprie figlie, facendole sposare con il principe Felipe. Acuçena è solo curiosa di partecipare al ballo con il suo amore Jesuino, ma la madre glielo vieta. Sarà grazie alla complicità del fratello, che i due fuggiranno per andare al ballo.


Il Re, scoraggiato, alla fine congeda i suoi ospiti, convinto che nessuna delle aspiranti sia sua figlia, ma l'arrivo di Acuçena, quando ormai tutti sono andati via, sembra colpire il modo particolare la Regina Madre che in lei riconosce la bambina nata vent'anni prima.
Pian piano che si procede con la storia, il ritmo sembra diventare più interessante.

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