Questa è la prima serie turca di cui vedo il finale. Ne sto seguendo altre, molto più lunghe di LA RAGAZZA E L'UFFICIALE, e quindi sono arrivata più rapidamente a questa conclusione piuttosto spiazzante che in una telenovela classica anni Ottanta mai avremmo avuto, soprattutto dopo un lungo penare. Certo è che la storia di Seyit e Sura è tratta da una vicenda vera e come tutte le storie vere, la felicità è solo un attimo. Il pregio però di un finale come questo è che sicuramente sorprende lo spettatore e si presenta per niente scontato. Ma procediamo per gradi!
Che il destino di Sura e Seyit fosse ormai incamminato su strade diverse, ci è apparso evidente da diverse puntate, quando Seyit ha fatto il passo definitivo sposando la bella Murvet, innocente, dolce che poi si sarebbe meritata un abbandono da parte del neo marito. E questo lo dico a tutte quelle che hanno sospirato per Seyit e Sura e hanno sperato fino alla fine in un suo "ravvedimento"! Non sarebbe stato Seyit Deminof se avesse lasciato la piccola Murvet dopo aver deciso praticamente lui di sposarla e di seguire un cammino diverso.
Sura però ci spera, fino alla fine, che lui possa andare a pregarla di rompere il suo fidanzamento con Petro perché ancora innamorato di lei. Che lei lo abbia amato più di quanto lui abbia amato lei, come sostiene Valentina, la sorella di Sura? Alla fine della fiera sì, penso che sia staso così. Lei sacrifica tutto per lui, mentre Seyit non riesce a superare la promessa fatta a un padre morto tragicamente, ma è anche vero che Sura appare completamente presa dal suo mondo, inconsapevole di tutto quello che le succede intorno, mentre Seyit è pienamente immerso in tutte le vicende politiche che infiammano il paese. Sembra quasi che il suo ruolo sia quello di essere bella, collocata su un piano da sogno, dove lui la ricorda, lontano dalla realtà.
Seyit la raggiunge in farmacia, l'ultimo giorno di lavoro della ragazza, prima del suo matrimonio. Sura spera che voglia dirle di non sposarsi, ma in realtà Seyit le ha portato una lettera in cui le si annuncia la morte della madre e della sorella Nina, forse rimaste in Russia, forse fuggite da qualche parte, non ci è dato di sapere. A fermare le nozze non sarà Seyit ma la coraggiosa Alya, personaggio chiave a cui avrei dato un finale diverso. Lei, che ancora ha tra le mani la lettera della baronessa, la consegna a Sura per impedirle di commettere il più grande errore della sua vita. Sconvolta, Sura pensa in un primo momento di consegnarla a Seyit, ma quando lo trova in compagnia di Murvet, apparentemente sereno, decide di tacere. Rompe il fidanzamento e parte con Serge per la Francia.
A dirle addio arriva anche Seyit, spinto dalla stessa Murvet, consapevole del sentimento che li ha uniti. L'addio è straziante ma nel frattempo mille altre cose succedono. Alya viene presa da alcuni soldati inglesi, corrotti da Petro, che nel frattempo è stato denunciato per la morte della baronessa. L'uomo è fuggito, ma vuole usare Alya come lasciapassare per abbandonare il paese.
Alya dispera di salvarsi, ma nel frattempo la polizia mette a ferro e fuoco l'hotel Séréf, la lavanderia, la casa di Seyit. Tutti si rifugiano nell'hotel dove a salvarli sarà incredibilmente Ayse, personaggio urticante, che però in alcuni momenti sa comportarsi da donna d'azione. Intanto Valentina, rimasta sola dopo la partenza di Sura, viene portata da Celil proprio nell'hotel e qua, tra una reticenza e l'altra, alla fine confessa il contenuto della lettera che ha cambiato i piani di Sura.
Così Seyit scopre tutta la verità su Petro, sulla morte della sua famiglia, di Ozman e del povero Misha. E qui la vendetta dell'uomo sarà implacabile. Seguendo il soldato inglese corrotto, affiancato dalla sua solita spalla, Celil, i due raggiungono la villa al mare dove Petro sta torturando Alya e qui, dopo aver salvato la ragazza, e avergli gridato tutto il suo disprezzo, Seyit infliggerà a Petro una fine terribile, adatta al personaggio.
E quello che seguirà sarà un finale agrodolce, dove la malinconia della perdita, in qualche modo sarà stemperata dallo scorrere del tempo, dalla cacciata degli inglesi, da una Murvet, o Murka come la chiama affettuosamente Seyit, che, ormai amata dal marito, gli offrirà il regalo più grande, il ricongiungimento con Mamut, il fratello che gli era rimasto e che avevamo perso all'inizio della storia.
Concludendo questo viaggio in questa storia particolare, devo dire che è stato sicuramente interessante, meno scontato di quello che uno potrebbe immaginare, ben curato e recitato. Spicca sicuramente il protagonista, Kıvanç Tatlıtuğ, per la sua aria da condottiero romantico, tutta l'ambientazione russa, opulenta, storica, Celil, l'amico fedele con la sua storia d'amore impossibile con Guzide, personaggi femminili forti come Alya e urticanti come Ayse. Nel complesso storia da promuovere che lascia il desiderio di scoprire come sia andata davvero la storia di Seyit e di Sura.
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