giovedì 7 maggio 2020

CHE PASTICCIO, BRIDGET JONES! (Stati Uniti/Inghilterra 2004)


Se il primo film della serie, IL DIARIO DI BRIDGET JONES, quando uscì fu una piacevole scoperta, il secondo appuntamento, portato sul grande schermo qualche anno dopo, non suscitò in me la stessa emozione e rivedendolo ieri ho avuto conferma di tutti quelli che, già all'epoca, mi parvero i suoi limiti.


IL DIARIO raccontava le vicende di Bridget, trentenne goffa e tenera che riusciva, nonostante i suoi difetti, a conquistare il cuore di un buon partito dall'aria snob come Mark Darcy. Il continuo della storia, CHE PASTICCIO, BRIDGET JONES, ha l'ingrato compito di dover raccontare il dopo "E vissero felici e contenti" e in qualche modo trasforma quella che era una commedia sentimentale in una storia caricaturale, dove mille disastri colpiscono Bridget, la fidanzata inadeguata, facendone un personaggio comico e non più solo buffo.


Mark e Bridget appartengono a due mondi molto diversi e nella loro relazione emergono tutte le differenze. Inoltre Bridget sospetta che lui possa avere una relazione con Rebecca, una sua bellissima collega che lavora nello studio con lui, e sospetta che Mark non voglia impegnarsi seriamente con lei.


Quando, dopo l'ennesima lite, i due si separano, ritorna in scena David Cleaver, che è passato dall'editoria ad un programma di viaggi trasmesso dallo stesso canale dove lavora Bridget. Ovviamente è un espediente narrativo per permettere ai due di rivedersi.


La produzione, infatti, decide di mandarli in Thailandia per un servizio e Bridget decide di portare con se la sua amica Shazzer. Sarà lei, piuttosto che David che è la solita canaglia, a creare grossi problemi alla nostra eroina, dai quali riuscirà ad uscire solo grazie al pronto intervento di Darcy, che non l'ha mai dimenticata.


Il film presenta molti punti deboli, battute forzate (come quella in cui Bridget chiama Mark per complimentarsi per la notte di sesso e lui le dice che sono in viva voce. Nessun fidanzato, conoscendola, avrebbe risposto con il viva voce), ammiccamenti continui al film precedente, come se volessero sfruttare fino alla fine le sue potenzialità, senza darci nulla di nuovo.


Il ritorno di David è un'altra forzatura, il litigio di Mark e David è cercare di riproporci quando fanno a pugni sotto casa di Bridget. Il libro era decisamente più scorrevole e sincero della versione cinematografica. Spesso però capita che i secondi capitoli di una saga non abbiano la forza dei primi e vivano di inerzia, cosa che credo sia capitata anche con questo film.

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