Oggi vi voglio segnalare un'opera di un autore che è talmente grande che, anche non avendo letto le sue opere, tutti in qualche modo lo conoscono e che ha guidato la mia scelta di studi, quando ero una ragazzina, in quanto la letteratura inglese è entrata prepotentemente nella mia vita anche per un fascino che, da ragazzina, esercitò su di me proprio questa opera, AMLETO, rispetto al ben più romantico ROMEO E GIULIETTA, a cui mi avvicinai molto tempo dopo.
In parte fu frutto del fascino che il film di Zeffirelli, con un incredibile e inquietante Mel Gibson, esercitò su di me, inducendomi poi a cercare l'opera da leggere, fatto sta che il racconto di questo principe danese, così lontano dalla mia vita di ragazzina, seppe coinvolgermi emotivamente, intellettualmente, stimolando tutte le domande che in qualche modo assediavano il mio cuore. Amleto, a ben vedere, è davvero l'uomo moderno che si pone continue domande, senza trovare spesso le sue risposte.
Calato in un modo feroce e crudele, cercherà, attraverso la simulata follia, di scoprire la verità a cui tutte le menti e i cuori che non si accontentano delle apparenze aspirano.
La trama è quella nota. Ad Elsinore, il fantasma del defunto re compare al figlio Amleto per svelargli una terribile verità. Ad ucciderlo è stato il fratello Claudio, adesso salito al trono dopo aver sposato la vedova Gertrude. Amleto promette di vendicare la sua morte, ma poi, deciso ad avere la prova definitiva della colpevolezza dello zio, temporeggia, fingendosi pazzo, e approfittando della presenza a corte di una compagnia di attori, chiede loro di inscenare un dramma, davanti al re, che riproduce proprio l'omicidio del defunto sovrano. Claudio non resiste alla scena e si alza, abbandonando la sala. Tutti credono che Amleto sia impazzito, per offendere il Re in questo modo e nel tentativo di farlo tornare in se sua madre Gertrude lo convoca nelle sue stanze per parlargli, ma l'uomo, in un momento di furore, colpisce Polonio, consigliere di Claudio, e padre della povera Ofelia, da sempre innamorata di lui. È solo l'inizio di infinite tragedie che porteranno la vendetta a ribaltare completamente gli equilibri.
I significati dell'opera sono molteplici: come il pensiero paralizzi l'azione, l'ansia dell'uomo moderno che cerca la verità, ma si perde nelle mille domande, le inquietudini dell'animo umano.
Opera potente e piena di scene che si sono fermate nell'immaginario collettivo mondiale, da Amleto che medita sul teschio di Yorick, riflettendo sulla futilità della vanità umana, a Ofelia che si lascia trascinare nel fiume con i suoi fiori.
Tra le sue versioni cinematografiche resta da segnalare quella di Kenneth Branagh del 1997 che rilasciò una versione breve di appena due ore e una integrale di oltre quattro, con un cast decisamente stellare.
Nessun commento:
Posta un commento