Oggi vi voglio parlare di un autore che, pur riconoscendogli la sua innegabile grandezza, ha sempre suscitato in me sentimenti contrastanti, forse per la struttura dei suoi romanzi (concepiti per una pubblicazione a puntate) che una volta raccolti in volumi unici continuano a rivelare una struttura episodica, o per un sentimentalismo profondo e lontano dalla contemporaneità. Resta sempre uno dei padri del romanzo, ma non mi ha conquistato emotivamente come altri, pur apprezzando le sue profonde riflessioni sull'animo umano e sui caratteri dei personaggi, e l'evoluzione e la crescita del suo protagonista, che si costruisce attraverso le infinite esperienze.
Tredicesimo romanzo della sua produzione, viene considerato tra i più importanti di Dickens, ormai un classico della letteratura vittoriana con infiniti riadattamenti teatrali e cinematografici.
È la storia del piccolo Pip (contrazione di Philip Pirrip), che viene cresciuto da una sorella più grande, piuttosto violenta, e dal bravo marito di lei. Un giorno il ragazzino incontra un criminale in fuga, Magwitch, che aiuterà e che avrà un ruolo poi fondamentale nella sua esistenza. In seguito il ragazzo frequenta l'abitazione dell'eccentrica Miss Havisham, una zitella che vive in una casa fatiscente, Satis House, vestita perennemente da sposa, ricordando l'abbandono del fidanzato (fuggito con un'altra donna) il giorno delle nozze. Pur avendo un carattere acido, la donna prende in simpatia il piccolo Pip che stringe anche amicizia con l'orfana Estella, una ragazzina bellissima che Miss Havisham ha adottato per crescerla impermeabile all'amore e vendicarsi in questo modo del torto subito.
Il legame tra Pip ed Estella è forte, ma il destino e la convinzione granitica della ragazzina li separeranno, mentre un misterioso benefattore deciderà di intervenire nel futuro di Pip, permettendogli di allontanarsi dal paese e di studiare a Londra, offrendogli quelle GRANDI SPERANZE del titolo che dovrebbero assicurargli un futuro. Tra mille imprevisti, rivelazioni e ritorni, la storia ci permetterà di seguire Pip nella sua crescita e nella sua maturazione.
Pur non inserendolo nella mia lista di classici preferiti, comunque lo consiglio, per lo stile consapevole e fluente, per la profondità dei personaggi e la cura dell'intreccio e per il messaggio portante della storia, ossia che le Grandi Speranza che bisognerebbe avere e coltivare non sono quelle legate ai soldi, ma ai sentimenti e agli affetti. Tra le traposizioni cinematografiche ricordo quella del 2012 di Mike Newell con Jeremy Irvine nel ruolo di Pip e Holliday Grainger in quello di Estella.
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