Jane Austen è una di quelle autrici del passato che ha esercitato e che ancora esercita un certo fascino sulle lettrici di tutti i tempi, appassionate di romanzi quali ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, RAGIONE E SENTIMENTO o anche EMMA. Tra le sue opere minori, c'è da annoverare un altro romanzo, a cui sono particolarmente legata, per la sua impronta che strizza l'occhio a quelli che all'epoca venivano liquidati come romanzetti per le signorini suggestionabili, ossia quei romanzi gotici che Ann Radcliffe portò a un successo strabiliante con I MISTERI DI UDOLPHO e IL ROMANZO DELLA FORESTA.
Pubblicato dopo la sua morte, L'ABBAZIA DI NORTHANGER racconta la storia di Catherine Morland, che l'autrice ci presenta con il suo solito tocco ironico come un'anti-eroina, una diciassettenne ingenua e un po' ignorante, con l'unica passione della lettura dei romanzi gotici, genere in voga in quegli anni.
Invitata a trascorrere un periodo da Bath, dai coniugi Allen, per Catherine è l'occasione per entrare in contatto con la società del tempo. Qui conoscerà due famiglie agli antipodi: i Thorpe e i Tilney, che incarnano in qualche modo i cattivi e i buoni.
Invitata dai Tilney nella loro famosa Abbazia di Northanger, Catherine finirà per fantasticare di avventure e delitti, complice anche l'ambientazione suggestiva del posto, vedendo se stessa come l'eroina di uno dei romanzi che tanto l'appassionano, coltivando anche la sua attrazione per Henry Tilney, visto come il protagonista romantico delle sue letture, fino a quanto tutti i malintesi si chiariranno e Catherine sarà costretta a guardare la realtà con occhi diversi.
L'ABBAZIA DI NORTHANGER è, a ben vedere, una sorta di parodia dei romanzi sentimentali e gotici tanto di moda all'epoca, dove un personaggio come Catherine, ingenuo, semplice e ben lontano dalle figure appassionante della letteratura, si vede come protagonista al centro di delitti e di scoperte familiari, per poi scoprire, alla fine delle sue avventure, di essersi lasciata suggestionare e di aver rischiato di perdere il concreto per la fantasia.
Romanzo delizioso, meno famoso degli altri e forse meno appassionato, ma con quella nota ironica, tipica dello stile di un'autrice indimenticabile.
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