lunedì 21 ottobre 2024

Çalıkuşu - Amore e sacrificio (20)

 


Nelle serie turche, almeno in quelle che sto guardando in questo periodo, l'amore spesso viene presentato come legato al sacrificio. Ci si sacrifica per l'oggetto amato, che sia un padre, una innamorata, una madre, rinunciando al proprio benessere per permettere la felicità dell'altro. In questo nuovo episodio assistiamo proprio al trionfo di questo concetto.


 

Necmiye, la sorella ingenua, la ragazzina infatuata di un uomo incapace di amare, ha commesso mille errori, ma la vita glieli sta facendo scontare tutti. Resasi conto dei sentimenti negativi sbagliati nutriti per la cugina e del male fatto al fratello, con la sua ossessione per Selim, la sera del loro fidanzamento, quando si imbatte nel marito, è decisa a tutto pur di impedirgli di rovinare la loro serata. Cerca di bloccarlo, nonostante sia una persona che è arrivata al punto di spararla. Nella colluttazione, Selim cade battendo violentemente la testa e lei, disperata, credendolo morto, lo nasconde nella legnaia.


 

L'arrivo della polizia, nel cuore della notte, con la notizia della fuga dell'uomo getta in allarme la famiglia e quando le guardie vanno via, Necmiye confessa, facendo ritrovare l'uomo, che è in realtà ancora vivo. Kamran, medico fino in fondo, lo porta in ospedale e cerca di salvargli la vita, mentre la polizia inizia le indagini. Necmiye racconta la verità, ma suo padre Seyfettin, incapace di accettare che la figlia finisca il resto dei suoi giorni in prigione, decide di sacrificarsi per lei, soprattutto quando Selim muore aggravando la posizione della ragazza.


 

Seyfettin si sacrifica per la figlia, ma Kamran, l'uomo di famiglia, più giovane e convinto di poter resistere alle angheria della prigione, lo raggiunge impedendoglielo e sacrificandosi per lui.


 

 

La prigione è quel luogo terribile che tutti sappiamo e per Kamran la vita diventa estremamente dolorosa e complicata. A salvarlo dalla disperazione ci sono le lettere di Feride, a cui ha chiesto di non andare a trovarlo di persona, essendo un luogo pericoloso.


 

Feride lo ama e non può rassegnarsi alla sentenza di quattro anni di reclusione, così prova a convincere il giudice a trasformare la pena in un pagamento "di sangue". Incredibilmente l'uomo, a cui dobbiamo ricordare che Kamran ha salvato il figlio, decide di accettare, ma l'importo chiesto è una cifra esorbitante per pagare una vita di un "uomo senza valore" come Selim.


 

La famiglia non sa come procurarsi quel denaro e Feride decide di vendere la casa di famiglia, quella lasciatale dal padre, per poter pagare la sua libertà. Vuole sacrificarsi per il bene dell'uomo che ama e che in prigione soffre le angherie che loro neanche immaginano.


 

Trovare un acquirente risulta quanto mai difficile, soprattutto con i venti di guerra che soffiano intensi sulla Turchia, ma nel frattempo la vedova Neriman, l'unica che non vuole sacrificarsi perché fondamentalmente ama se stessa e non Kamran, insiste perché Feride scopra che sta aspettando un figlio dal giovane medico, sicura che lei si farà da parte.


 

Ed ecco che Seyfettin decide nuovamente di sacrificarsi, questa volta per il figlio e Feride, affrontando la vedova e dicendole che sarà lui a sposarla e a dare un padre al suo bambino. Ma nel frattempo in prigione Kamran viene pugnalato da Levent, deciso a vendicare la morte del figlio. Storia classica, impostata su valori antichi, eppure emotiva ed emozionante, come le lettere che Feride e Kamran continuano a scambiarsi durante i giorni di prigionia, dalle quali emergono l'amore, la frustrazione, il desiderio e la speranza.

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