Oggi vi propongo un romanzo che molti hanno scoperto a scuola, ma che io ho letto quando ero più grande, scoprendo un autore italiano fantastico, capace di analizzare l'identità e la natura umana con una profondità assolutamente contemporanea.
IL FU MATTIA PASCAL fu scritto da Pirandello nei primi del secolo scorso, nel 1903, e racchiude già i temi a lui estremamente cari come la maschera che indossiamo, sociale, psicologica, che ci nasconde o ci svela alla società, il tocco d'ironia che pervade il racconto, fatto in prima persona dal protagonista.
Le vicende, infatti, vengono raccontate in prima persona da colui che si definirà Il Fu Mattia Pascal. L'uomo, che adesso lavora in una biblioteca di Miragno, Liguria, rievoca la sua vita, prima agiata e spensierata, grazie al patrimonio paterno, per poi precipitare in una condizione di ristrettezza economica.
Sposatosi con una giovane del paese, innamorata di lui, ma costretto dall'economia a trasferirsi dalla suocera, ben presto la vita di Mattia comincia ad andargli stretta e l'uomo decide, seguendo l'esempio del padre, di tentare la fortuna al gioco, andando a Montecarlo.
Una grossa vincita gli offre l'opportunità di capovolgere la sua vita, ma è il caso a determinare la vera svolta. Mentre l'uomo sta tornando in treno a casa, legge sul giornale del ritrovamento di un corpo (un uomo morto suicida e irriconoscibile), che è stato identificato come Mattia Pascal. Con il denaro della vincita e questo strano colpo di fortuna, Mattia decide di cambiare identità, diventando Adriano Meis, trasferendosi a vivere a Roma e iniziando una nuova vita, che gli regalerà anche un nuovo amore. Ma pian piano si renderà conto che, senza un'identità sociale, fatta di carte, documenti reali, non potrà mai, fino in fondo, avere una vita reale. Potrà a questo punto recuperare il suo vecchio io o scoprirà che il mondo è andato avanti?
Un classico imperdibile della letteratura italiana e mondiale di tutti i tempi!
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