CORDEL ENCANTADO - E vissero felici e contenti? (77-78)
E alla fine siamo arrivati anche al tanto sospirato lieto fine. Timóteo, che aveva rapito Açucena, convinto di dover purificare se stesso e il mondo intorno a lui, aveva dato fuoco alla chiesa di Villa De La Cruz, generando un incendio devastante che aveva spazzato via la città costruita affannosamente da Miguezim e dai suoi seguaci.
L'intervento di Jesuino, il Re delle visioni del Profeta, aveva permesso di salvare A Flor, ovvero Açucena, mentre lo stesso Timóteo era rimasto vittima della sua follia, morto nell'incendio. Dopo quest'evento drammatico, tutto sembra in qualche modo incanalarsi nella giusta direzione. Anche Ursula, che aveva provato a rubare il tesoro, aveva sacrificato la sua vita per salvare Herculano, dimostrando che, malgrado la sua cattiveria, l'amore per il capitano era sincero.
Consegnato il tesoro di Serafia, che Jesuino decide di lasciare per la ricostruzione di Villa De La Cruz, tutto il resto della storia sembra semplicemente presentarci gli eventi felici. Jesuino e Açucena viaggiano con Augusto e Maria Cesaria per il regno di Serafia, dove il giovane viene incoronato Re dei regni riuniti, ma quando arriva il momento di presentazione al popolo, Jesuino abdica in favore del futuro suocero, ritenendo che sia più giusto che a regnare sia qualcuno nato e vissuto in quelle terre.
Augusto e Maria Cesaria regnano sulle terre riunite, felici, dando alla luce il futuro erede al trono. Jesuino e Açucena, finalmente, convolano a nozze, mentre a Brogodó c'è aria di cambiamento. Il prefetto, interdetto da una possibile nuova candidatura, è devastato per l'abbandono della moglie, fuggita con Zoio Furrado.
Dora propone al marito Felipe di candidarsi e il giovane, con un discorso appassionato al popolo, conquista i voti, stracciando l'avversario, Fausto, poco convinto del ruolo. Dora nel frattempo diventa Delegada, riorganizzando la polizia del piccolo paesino nel deserto.
Tutte le coppie convolano a nozze o vanno avanti con la loro vita. Intanto Jesuino e Açucena, sentendo la mancanza del loro paese e del posto dove sono cresciuti, prendono la decisione di partire per Brogodó e lo annunciano ad Augusto, insieme alla notizia della prossima nascita del suo primo nipote.
Il ritorno in patria coincide con la partenza di Herculano, a cui si unisce la madre di Jesuino, da sempre innamorata del padre. Il finale della storia appare meno scontato del previsto. Il tempo è passato e tutti vivono le loro vite, apparentemente serene, ma un giorno alla fazenda dei Cabral arriva uno sconosciuto che si presenta come il nuovo Colonnello della regione, a cui Timóteo aveva ceduto la fazenda, per pagare un debito di gioco.
I nostri eroi si rendono conto che inizierà una nuova sfida e una nuova guerra, ma sono pronti ad affrontare tutto quello che verrà. E nello stacco finale ci viene svelato che Cordel Encantado è uno di quei racconti orali che vengono tramandati dai cantori popolari.
Ad ascoltare le vicende, raccontate in un contesto moderno, sono Jesuino e Açucena, o meglio due giovani innamorati, che sognano di sposarsi e che in qualche modo si sono rivisti in questo racconto.
Si conclude in questo modo la storia di CORDEL ENCANTADO, un racconto pieno di elementi favolistici, letterari, di spunti interessanti, a volte ingenui, a volte fantasiosi, in un prodotto curioso e adatto al pubblico di tutte le età.
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