domenica 3 novembre 2019

CORDEL ENCANTADO - Tentativi di rivolta (55)


La tirannia provoca sempre delle ribellioni, soprattutto quando la catena intorno al collo del popolo diventa sempre più stretta. Prima i nemici erano i cangaiceros, possibili politici lontani della capitale. Adesso che Timóteo sta trasformando la vita a Brogodó, lui si è convertito nel nemico numero uno.


A questo punto Jesuino chiede l'aiuto dei proprietari del cinema locale, che erano disperati per le nuove tasse applicate da Timóteo, e con la loro complicità organizza un incontro segreto con i cittadini insofferenti davanti ai quali si presenta con suo padre.


Il Re dei Cangaiceros propone un'alleanza per togliere dal trono il tiranno e le sue parole convincono tutti gli abitanti. Bartolé, che si era recato al cinema con Antonia, con l'intenzione di permettere alla ragazza di vedere per la prima volta questa moderna invenzione, viene tenuto fuori, sviluppando il sospetto che stiano nascondendo qualcosa.


Bartolé si reca subito da Timóteo per metterlo in guardia contro possibili rivolte e quando l'uomo arriva con i soldati, per fortuna, la seduta è già sciolta, perché la domestica di Antonia è corsa ad avvisare i rivoltosi.


La delusione per la scelta del marito porta Antonia a decidere di troncare il rapporto con l'uomo, che prima aveva supposto di poter amare con il tempo. La libertà porterà i suoi passi verso Villa de la Cruz, dove vive anche Inacio, mai dimenticato.


Sul fronte romantica, Doralice, stanca di essere respinta da Jesuino, gli dice che non cercherà più di sedurlo, ma che sarà lui a doverle correre dietro. Intanto Felipe, che ha più o meno la stessa reazione nei confronti di Aurora, viene persuaso dalla ragazza a restare, con la promessa che, prima o poi, gli concederà il suo cuore.


Piuttosto blandi questi intrecci. Aspetto il momento in cui Dora e Felipe capiranno di volersi l'un l'altra.

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