sabato 16 novembre 2019

CORDEL ENCANTADO - Lo scambio (68-69)


Siamo arrivati ad un punto di svolta, cosa naturale se si pensa che mancano solo una decina di puntate alla conclusione e già alcune storie si stanno avviando verso il lieto fine, tipico delle favole e di questo genere di racconti. 


Timóteo ha catturato Jesuino ed è intenzionato ad impiccarlo nella piazza di Brogodó come monito nei confronti di tutti quelli che vogliono mancargli di rispetto. In questo angolo sperduto del paese, dove le autorità centrali sembrano quasi non arrivare mai, finalmente abbiamo prova che un mondo altro esiste quando un inviato del governo arriva per prelevare Bartolé e rimuoverlo dal suo incarico.


L'uomo, innamorato della Regina Elena, promette di pagare per i suoi crimini e di tornare per sposarla. Nel frattempo però il potere centrale si scontra con Timóteo e promette di mandare qualcuno. Fino a quel momento regna la piena anarchia.


Açucena, disperata per il destino dell'uomo amato, e non volendo aspettare le iniziative di Herculano che sta coordinando tutte le forze del paese che finiscono per unirsi anche ai cangaiceros pur di liberare Jesuino, come al solito opera di testa sua, commettendo l'ennesimo errore.


Si presenta da Timóteo offrendosi di sposarlo in cambio della vita de Jesuino. Timóteo finge di accettare, ma poi, poco prima delle nozze, le dice che non ha la minima intenzione di mantenersi fedele ai patti e che le offrirò, come dono di nozze, l'impiccagione di Jesuino. Ancora una volta la mossa di Açucena si rivela fallimentare.


Per fortuna, come ogni volta, a salvarla sono tutti gli altri, che elaborano un piano incredibile, con la sostituzione anche del prete vero con un finto prete proposto dalla giornalista Penelope, ovvero un attore famosissimo, arrivato da poco in città al seguito di un regista che vuole girare un film finalmente con il sonoro sulle vicende della principessa perduta.


In un misto di comico e di drammatico, ha luogo il matrimonio di Açucena e Timóteo sotto gli occhi atterriti di Jesuino, che ignora tutte le manovre dei suoi amici. Nella piazza, camuffati e nascosti, ci sono praticamente tutti: Dora e Felipe (che ormai sono coppia fissa ed affiatata), il Re Augusto e Petrus, Herculano, Bel e la madre di Jesuino.


Sotto il patibolo, con un'abile mosso resa possibile dalla complicità del medico del paese, vengono sostituiti i boia che devono raccogliere il corpo del giovane. Quando la botola sotto i piedi di Jesuino viene aperta, il ragazzo, con il collo nella forca, precipita nel vuoto, davanti agli occhi disperati dell'amore della sua vita. Quello che Timoteo ignora è che tutto intorno a lui è un grande teatro e che le cose non sono mai quello che sembrano.

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