CORDEL ENCANTADO - L'incoronazione (50-51)
Siamo ormai arrivati a un punto in cui Timóteo è completamente impazzito, come sottolinea Ursula, parlando con sua figlia Carlota, disperata perché il padre del bambino che aspetta ha deciso di sposare Açucena.
In realtà, ubriacato di potere, esaltato da Ursula e Baldini che giocano con i suoi sentimenti, Timóteo decide di proclamarsi Re di Serafia, come Napoleone Imperatore, tanto da strappare dalle mani del Cardinale, venuto da Serafia, la corona che si mette sulla testa da solo, seconda una nota scena della storia.
I vari personaggi positivi si muovono nell'ombra, in modo da mandare a rotoli l'incoronazione. Jesuino, affiancato dal padre, con l'appoggio di Augusto, Pertrus, Zenobio e Felipe, organizza un assalto proprio durante l'incoronazione.
Quando Timóteo presenta al popolo la futura moglie, ovvero Açucena, il ragazzo deve fare uno sforzo per contenersi, ma riesce nell'intento e quando i due futuri sposi salgono sulla carrozza, vengono letteralmente portati via verso le campagne.
Qui Timóteo viene catturato e portato al campo dei cangaiceros, dove, affidato alle mani del capitano Herculano, l'uomo gli infligge tremendi castighi, che inducono gli altri, più sensibili, a protestare per l'efferatezza.
Herculano è in realtà un guerriero e sa bene che a volte con il nemico bisogna essere implacabili. Mentre Dora e Felipe si chiedono se i passi conquistati verso il cuore dei loro reciproci oggetti del desiderio sono andati perduti, adesso che Jesuino e Açucena si sono ritrovati, la situazione si complica quando, pur avendo costretto Timóteo a firmare per l'abdicazione, l'uomo comincia a sentirsi male.
Herculano è convinto che si tratti di finzione e ordina a tutti di lasciarlo legato, ma Felipe, temendo che sia davvero vittima di una crisi epilettica, lo libera, giusto il tempo di ritrovarsi con un pugnale puntato alla gola da parte del giovane colonnello. Sembra quasi che i cattivi siano sempre un passo avanti ai malvagi.
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