domenica 3 novembre 2019

CORDEL ENCANTADO - Timoteo il terribile (54)


Siamo arrivati ad un momento di stasi in cui predomina la follia assoluta di Timóteo che, da semplice egoista donnaiolo, come ci era stato presentato quando fingeva di studiare all'università, sperperando il denaro di suo padre, si è trasformato in un sovrano folle che emana leggi contro gli interessi del suo stesso popolo.


Le leggi emanate da Timoteo il terribile, come ormai si fa chiamare, introducono nuovamente la pena di morte nella città, obbligano tutti i commercianti a pagare imposte esagerate e priva della proprietà privata tutti i suoi abitanti.

I più facoltosi, come lo stesso Bartolé che pur lo aveva appoggiato, cominciano a valutare l'idea di andarsene da Brogodó, mentre i più poveri, mossi dalla disperazione, decidono di appoggiare Jesuino e i cangaiceros nella loro lotta contro le ingiustizie.


Da questo punto di vista tutta l'azione è paralizzata, in quando i nemici si spiano. Anche Ursula e Baldini stanno valutando come privare il potere e la corona il loro pupillo per tornare a Serafia e prendere definitivamente il controllo del regno.


Il vero re, Augusto, e suo fratello Petrus, sono stati trasferiti alla fazenda di Timóteo e costretti ai lavori forzati. Unica consolazione per il re sono le visite di Maria Cesaria, mentre Petrus non nasconde più i suoi sentimenti per Florinda, la moglie di Zenobio, turbata da quello che prova per l'uomo.


Sul fronte degli amori delle due coppie che reggono le file romantiche, Jesuino e Açucena continuano con il loro tira e molla, mentre Doralice e Felipe sembrano divisi tra il desiderio di conquistare l'oggetto amato e una strana attrazione che nutrono l'uno per l'altra. 


Le ragioni per cui Jesuino non vuole cedere al fascino di Dora sembrano solo la ferma intenzione degli autori di mantenerlo fedele all'amore d'infanzia, per il resto la ragazza brilla decisamente di luce propria, molto più della principessa Aurora.

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